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Cronaca

Le parole varcano le sbarre e arrivano ai detenuti di Forlì con "Incontri in Biblioteca"

Sabato 31 gennaio, con la collaborazione di 'Fara Editore' e 'Davide e Guido Insieme Fc Trust Onlus' è stato proposto ai detenuti il duo “La Minima Parte” formata da Massimiliano Bardotti (poeta/attore) e Giacomo Lazzeri (chitarrista) e cui si aggiunge la sensibilità di Sara Giomi (chitarrista)

Un lavoro incessante e che si prefigge un obiettivo in continuo divenire. “Incontri in Biblioteca” è infatti da da diversi mesi attivo presso la Casa Circondariale di Forlì che, in collaborazione con alcune associazioni di volontariato del territorio, hanno cercato di trovare un motore in grado di generare riflessioni e pensieri nuovi, capaci di trasformare l’infertile, in fertile, ossia le azioni distruttive commesse da chi è ristretto,  in azioni fruttuose per se e per gli altri cosa che l’arte è da sempre promotore. Sabato 31 gennaio, con la collaborazione di 'Fara Editore' e  'Davide e Guido Insieme Fc Trust Onlus' è stato proposto ai detenuti il duo “La Minima Parte” formata da Massimiliano Bardotti (poeta/attore) e Giacomo Lazzeri (chitarrista) e cui si aggiunge la sensibilità di Sara Giomi (chitarrista).

La scelta per l’occasione è caduta su una silloge ancora inedita che ha catturato l’attenzione dei detenuti e portato a uno scambio culturale reciproco di notevole caratura. Dopo l’evento 'La Minima Parte' è stata intervistata e dalle parole dei 3 autori toscani si evince una grande emozione. Bardotti afferma: “Sono felicissimo di tutto questo, è stata un'esperienza meravigliosa, una delle più ricche e toccanti della mia vita. Mi sembra di conoscere questi detenuti benissimo, tutti e tutte e ho avuto questa sensazione anche quando sono entrati nella biblioteca. Come se ci fossimo già incontrati. Io dico sempre che gli spettacoli si fanno insieme. Perché è un'energia che circola. Oggi abbiamo ricevuto tantissimo. Spero di aver lasciato in tutti i miei fratelli e le mie sorelle, un briciolo di pace e serenità, di speranza e di voglia di essere migliori, perché è questo che cerco di portare, perché è quello di cui anche io sono in cerca”.

Lazzeri racconta: “Era la mia prima volta in un carcere ed è stato bellissimo rompere in un attimo tutti i pregiudizi che mi erano stati inculcati fin da piccolo. C'è tutto il mondo in quelle persone, volti stranamente familiari come se ci conoscessimo da chissà quanto tempo. Sono stato investito da un'energia enorme, come se la primavera fosse tutta lì imbrigliata sotto terra prontissima a sbocciare a rompere a uscire con tutti i colori e la forza. E questo è stato il loro dono per me, io da parte mia ho provato ad essere il più puro e semplice possibile. Per questo io ho ricevuto un dono per la vita, e sono davvero grato a tutti per questo, non vedo l'ora di ripetere”.

Giomi conclude: “Difficile parlare per ultima, c’è poco da aggiungere se non dire che c'era una bellissima energia. Leggera. Mi sono sentita accolta. L'ascolto e la partecipazione sono stati i doni più belli, forse proprio perché per niente scontati. Sento di aver ricevuto più di quanto non sia riuscita a dare. È stata un'esperienza meravigliosa”. L’incontro è stato mediato da un operatrice dell’Area Pedagogica del carcere, come forma di amplificazione dei contenuti critici dell’evento.

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