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Cronaca Santa Sofia

Lotta alla siccità, Hera non ha dubbi: "Il tema degli invasi va affrontato"

Il direttore Acqua di Hera, Franco Fogacci, interviene sull'allarme lanciato dal Wwf della provincia di Forli'-Cesena sul possibile progetto di Romagna Acque-Societa' delle fonti di realizzare sette invasi sull'Appennino provinciale

"Non credo a un collegamento invasi-Acqua Ingegneria cosi' diretto". Ma sicuramente "il tema degli invasi va affrontato". Rispondendo alle domande dei giornalisti durante una conferenza stampa di Amir mercoledì mattina in Comune a Rimini, il direttore Acqua di Hera, Franco Fogacci, interviene sull'allarme lanciato dal Wwf della provincia di Forli'-Cesena sul possibile progetto di Romagna Acque-Societa' delle fonti di realizzare sette invasi sull'Appennino provinciale. Da un lato, ragiona Fogacci, Romagna Acque aveva gia' in mente di realizzare una societa' di ingegneri, dall'altro, per quanto riguarda gli invasi, "non conosco il progetto ventilato dalla societa', ma i cambiamenti climatici non sono un'opinione ma un fatto". E "il problema e' trovare punti in cui possiamo trattenere l'acqua che ora arriva con estrema diversita' rispetto al passato sul terreno".

Puntare, prosegue Fogacci, sulla riduzione delle perdite d'acqua non basta: la dispersione in Romagna e' sotto il 20% quando la media nazionale e' del 40%, dunque otto metri cubi per chilometro di rete rispetto a 26 metri cubi, senza dimenticare che "parecchie zone d'Italia sono senza contatori". Occorre tornare al 1965 per l'ultimo Piano strategico italiano sull'acqua, che per Bologna, tra altri interventi, prevedeva la realizzazione di "due grossi invasi, poi mai realizzati". E ogni estate "qualche problema" sull'Appennino si verifica. Dunque, ribadisce Fogacci, "il tema va preso in carico. I gestore ha il quadro e fa delle proposte. Se poi si scatena l'inferno non so cosa dire". Anche la diga di Ridracoli, chiosa l'amministratore unico di Amir, Alessandro Rapone, "sembrava uno sfregio, ma senza la Romagna avrebbe problemi di approvvigionamento". Insomma "c'e' stata capacita' di programmazione", senza dimenticare che per nuovi invasi, "conoscendo i tempi della burocrazia, ci vorranno almeno 20 anni". (fonte Agenzia Dire)

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