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Cronaca

Malnutrizione, un'attenzione a 360 gradi

Attenzione a 360 gradi a tutte le problematiche nutrizionali, da quelle dell'adulto a quelle del bambino, con un occhio di riguardo alla malnutrizione per difetto

Attenzione a 360 gradi a tutte le problematiche nutrizionali, da quelle dell’adulto a quelle del bambino, con un occhio di riguardo alla malnutrizione per difetto, attraverso una forte integrazione con gli altri servizi, sia ospedalieri sia territoriali. Sono le parole d’ordine del team nutrizionale dell’Ausl di Forlì, inserito all’interno dell’U.O. di Geriatria, diretta dal dott. Giulio Cirillo, e coordinato dal dott. Giuseppe Benati.

Il team, attivo dal 1995, vede lavorare fianco a fianco medici nutrizionisti, infermieri (dell’U.O. di Geriatria e del Dipartimento di Cure Primarie), dietisti (servizio di dietetica), farmacisti (U.O. di Farmacia), e ha dato vita, di recente, insieme a tutti gli attori coinvolti, a un percorso trasversale ospedale-territorio per la presa in carico globale di coloro che sono afflitti da malnutrizione. Grazie alle sinergie fra team nutrizionale, medici di medicina generale, e Assistenza domiciliare integrata, viene fornita assistenza e consulenza tanto negli ambulatori del team quanto a casa o nelle strutture protette.

Attualmente, i cittadini che beneficiano di questo tipo di iter sono 183, di cui una minima parte sottoposti a nutrizione artificiale per via venosa (nutrizione parenterale), un’altra quota a nutrizione enterale, attraverso una sonda nell’intestino, e la maggioranza alimentata con integratori proteici attraverso la bocca. «La nutrizione artificiale consente di fornire all’organismo ciò di cui ha bisogno quando la persona non può o non vuole alimentarsi – illustra il dott. Benati – grazie al nuovo percorso condiviso, le problematiche di questi pazienti sono gestite di comune accordo dai nostri esperti, dai medici di famiglia e dall’Adi: ciò significa impostare insieme la terapia, rispondere alle diverse problematiche che si presentano, e controllare periodicamente il soggetto sino al raggiungimento degli obiettivi prefissati».

Uno dei principali problemi su cui si è concentrato il team è proprio la malnutrizione per difetto. «Attualmente, è sottostimata – dichiara il dott. Benati – sui nostri media si pone l’accento solo sulle patologie legate al sovrappeso, mentre nei paesi anglosassoni e nell’Europa del Nord sono già in corso campagne di sensibilizzazione». Anche perché le ripercussioni dal punto di vista di prognosi, tempi di riabilitazione e qualità della vita sono rilevanti.

«Chi soffre di malnutrizione secondaria per patologia guarisce peggio, recupera con maggiori difficoltà e sta di più in ospedale – conferma il dott. Benati – tutto ciò determina costi sociali ed economici maggiori. Purtroppo, l’ospedale è il luogo dove si sforna più malnutrizione per difetto: si stima che fino all’80% dei pazienti geriatrici ricoverati nei nosocomi ne soffra, con effetti negativi sull’efficacia delle terapie cui sono sottoposti». Il presidio “Morgagni-Pierantoni” di Forlì, non a caso, si è attivato da tempo su questo versante. «Insieme alla Direzione Medica e Infermieristica – illustra il dott. Benati – abbiamo messo a punto strumenti per rilevare rapidamente i pazienti a rischio di malnutrizione, attraverso sistemi di screening».

In quest’ambito il team è attivo anche sotto il profilo scientifico e della ricerca. A maggio, infatti, l’équipe è intervenuta a Bruxelles, al convegno della European Wound Management Association, con una comunicazione riguardante l’importanza di seguire il paziente con frattura di femore dal punto di vista nutrizionale sin dal momento in cui entra nel percorso ortogeriatrico «Trattare la malnutrizione – illustra il dott. Benati – consente di ridurre sia le ferite chirurgiche e le complicanze, sia il numero di lesioni da pressione».

Il dott. Benati, inoltre, coordina il Gruppo di studio sulla malnutrizione della Società italiana ulcere cutanee: il risultato del lavoro effettuato con alcuni esperti provenienti da molte regioni italiane è un documento di posizionamento sulle lesioni da pressione e nutrizione presentato proprio in questi giorni come lettura d’apertura del convegno della Società, ad Ancona.

Un’altra novità nell’attività del team, infine, è l’interesse per la nutrizione artificiale nel bambino. «Ci siamo sempre occupati di quella nell’adulto, insieme a gastroenterologi e neurologi – spiega il coordinatore – da quando si è insediato il nuovo primario di Pediatria, il dott. Enrico Valletta, abbiamo collaborato con medici e infermieri della sua unità operativa per quanto riguarda i problemi nutrizionali in età pediatrica». Il team è poi in stretti rapporti con le altre realtà nutrizionali di Area Vasta. «Con loro – conferma il dott. Benati – c’è un dialogo aperto che prevede incontri periodici finalizzati a individuare obiettivi omogenei».

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