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Cronaca

A Marco Martinelli il Premio Pedriali, il sindaco: "Valorizzare la ricerca applicata"

Da 48 anni la Provincia di Forlì-Cesena conferisce il premio, affidandosi ad una giuria di esperti alla quale partecipano esponenti delle principali istituzioni scientifiche d'Italia (Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Accademia nazionale dei Lincei).

Si chiama Marco Martinelli, laureato in Biotecnologie Agro-Industriali con master in Molecular and Industrial Biotecnology nella Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa: è questo il nome del vincitore della24esima  edizione del Premio “Ing. Giuseppe Pedriali”, finanziato dalla Provincia di Forlì-Cesena e dedicato al benefattore che, assieme al suo cospicuo patrimonio lasciato in eredità all’Ente, volle in testamento che la Provincia si facesse promotrice di un concorso nazionale finalizzato a premiare quelle idee che più efficacemente contribuiscono “al progresso delle scienze applicate a migliorare la produzione industriale italiana”.

Da 48 anni la Provincia di Forlì-Cesena conferisce il premio, affidandosi ad una giuria di esperti alla quale partecipano esponenti delle principali istituzioni scientifiche d’Italia (Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Accademia nazionale dei Lincei). Lunedì, nella sala del Consiglio della Provincia di Forlì-Cesena, si è tenuta la cerimonia di conferimento del premio per la XXIV edizione del “Pedriali”. Il presidente della commissione permanente giudicatrice, il professor Giulio Ballio, rettore del Politecnico di Milano dal 2003 al 2010, ha ufficialmente consegnato l’attestato a Marco Martinelli, ventiquattrenne, specialista in biotecnologia molecolare e industriali, i suoi temi di ricerca sono Fitoterapia, Nutrigenomica e la produzione di metaboliti secondari da lieviti. A Martinelli è andato anche il premio in denaro collegato al concorso nazionale, un assegno da 8.000 euro destinato al vincitore.

A Marco Martinelli il Premio Pedriali

Questa la motivazione della giuria (composta, oltre che dal prof. Ballio, anche da Enrico Maci per il Politecnico di Torino, Sergio Carrà per l’Accademia nazionale dei Lincei, Lucia Chierchia, per Unindustria Forlì-Cesena e un rappresentante della Provincia di Forlì-Cesena quale ente finanziatore): “Dopo ampia discussione e a seguito di un esame comparato dei lavori presentati, la Commissione propone all’unanimità il conferimento del premio a Marco Martinelli, individuandolo come promotore di un progetto di sicuro valore scientifico che presenta forti elementi innovativi sia dal punto di vista tecnologico che metodologico, aprendo nuove strade verso soluzioni con significativo impatto sociale e una ricaduta in diversi settori della produzione industriale”.

Hanno ottenuto una menzione speciale altri tre concorrenti: Maria Raffaella Martina, dottore di ricerca in chimica, Fisica post-doc presso il dipartimento di chimica dell’Università degli Studi di Firenze, Carlo Giorgio Visconti, Ingegnere, dottore di ricerca, Docente e Ricercatore nel dipartimento di Energia del Politecnico di Milano e Simone Bistolfi, ingegnere di ricerca e sviluppo presso la Franco Tosi Meccanica SpA. I primi due ricercatori meritevoli di menzione hanno illustrato i loro lavori nel corso della cerimonia di premiazione. Relatrice anche il membro di commissione Lucia Chierchia, ingegnere e ‘open innovation manager’ di Electrolux.
 
Il vincitore e il suo progetto di ricerca - Il lavoro di Martinelli è intitolato “Metabolic engineering of Saccharomyces cerevisiae for cannabinoids production” (Produzione di cannabinoidi dal lievito Saccharomyces cerevisiae) e si pone come obiettivo lo sfruttamento di Saccharomyces cerevisiae, microrganismo molto utilizzato in processi industriali alimentari come la fermentazione della birra o la lievitazione del pane, per la produzione dei principi attivi della Cannabis sativa, i cannabinoidi. La ricerca scientifica sta evidenziando sempre di più le proprietà terapeutiche dei principi attivi della pianta. I cannabinoidi ,infatti, sono una famiglia di composti attivi sul sistema nervoso centrale dove agiscono come antidolorifici e antiemetici particolarmente indicati per pazienti affetti da cancro o Aids. A fronte di queste importanti applicazioni e dei problemi legati a questa pianta, l’idea è quella di riuscire a produrre cannabinoidi in bioreattori utilizzando cellule di lievito (Saccharomyces spp). Questa strategia supera le limitazioni legali e quindi consentirebbe di produrre cannabinoidi in quantità elevate abbattendo i costi della coltivazione della pianta. Qualora si riuscisse a ricostruire l’intera via biosintetica, una prospettiva ancor più interessante sarebbe quella di ottenere nuove gamme di cannabinoidi modificando gli enzimi che li producono e creando così nuovi composti caratterizzati da minori effetti collaterali e migliori effetti benefici. Il processo  realizzato ha avuto inizio con l'inserimento dei geni della Cannabis all'interno delle cellule di lievito poste in un opportuno mezzo di crescita. E’ stata studiata l’espressione dei geni e poi verificata l’effettiva produzione di cannabinoidi. La dimostrazione di avvenuta produzione dei composti suddetti apre le porte a un nuovo business industriale farmaceutico che vede protagonista il microrganismo coltivato in bioreattori per la produzione di cannabinoidi utilizzabili per la formulazione di farmaci a base di cannabinoidi. Si stima che il costo di produzione di cannabinoidi in bioreattori sia del 50% in meno rispetto alla coltivazione della pianta grazie ad un consumo più efficiente di acqua e luce e a un ciclo produttivo molto più veloce. In uno scenario sempre più interessato all’utilizzo di prodotti naturali per il trattamento del dolore, la tesi di Martinelli offre una soluzione per abbattere i costi dei farmaci, creare una produzione italiana, creare una nuova filiera in un’ottica di sostenibilità ambientale.

IL CURRICULUM - Martinelli è nato a Lucca il 7 Agosto 1990, ha conseguito la Laurea Triennale in Biotecnologie Agro-Industriali con lode e un Master in Molecular And Industrial Biotechnology presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Fitoterapia, Nutrigenomica, Produzione di metaboliti secondari da lieviti sono i suoi temi di ricerca. A seguito di  una tesi di laura triennale sulla propagazione in vitro della Cannabis sativa, si specializza con una tesi sull’utilizzo di lieviti per la produzione di cannabinoidi. Dopo un’esperienza a New York presso la Cornell University ha condotto diversi stage presso alcune aziende toscane Ragazzo eclettico è stato finalista al programma di RAI 1 Forte-Forte-Forte condotto da Raffaella Carrà e il concorrente più giovane al reality show condotto da Flavio Briatore The Apprentice, In quell’occasione ha dichiarato: “sono appassionato al business solo in funzione alla sua utilità sociale, non per la speculazione scientifica in se’. A conferma di ciò, a conclusione della cerimonia, ha dichiarato che investirà parte del cospicuo premio Pedriali  allo sviluppo di un progetto Start-up in ambito cosmetico. Attualmente è anche coinvolto artisticamente e managerialmente nello sviluppo dell’etichetta discografica indipendente “Suoni Dall’Italia” di Mariella Nava.
 
Per la XXIV edizione sono giunte 31 domande
Per questa edizione del Premio Pedriali sono pervenute ben 31 domande, in netta crescita rispetto alle 31 della precedente edizione. Sul concorso, sostenuto finanziariamente della Provincia, interviene il Presidente Drei: “In una fase di trasformazione in cui molto è stato ripensato e molto andrà ripensato, le Province sono in fase di evoluzione verso la futura Provincia di Romagna, alla quale andranno attribuite molte delle diverse funzioni; allo stesso modo, questa dovrà raccogliere il testimone del Progetto Pedriali. E’ nostro dovere impegnarci perché ciò avvenga e perché lo spirito del Pedriali non venga a mancare e si continui a premiare la ricerca, base fondamentale di ogni progresso umano”.
 
Il concorso Pedriali
Il concorso “Ingegnere Giuseppe Pedriali” è stato istituito nel 1967 e rappresenta un impegno concreto e costante della Provincia di Forlì-Cesena nel campo dello sviluppo economico. A contribuire al prestigio di questo bando biennale vi è senza dubbio la partecipazione delle massime istituzioni nel campo tecnico e scientifico nella giuria: Politecnico di Milano, Politecnico di Torino e Accademia dei Lincei. Importante è, inoltre, la presenza di Unindustria, proprio per la volontà di ancorare il Premio ad una realizzazione concreta in campo industriale di un’idea innovativa. Questo era l’obiettivo di Giuseppe Pedriali, che nel 1932 morì lasciando erede del proprio cospicuo patrimonio l’Amministrazione Provinciale di Forlì, chiedendo, come esplicita volontà testamentaria, di istituire un simile premio.
Nato il 24 maggio 1867 a Cannuzzo di Cervia da famiglia piccolo borghese, Pedriali partì nel 1890, appena laureato ingegnere a Torino, per il Belgio, a quel tempo in fase di impetuoso sviluppo industriale. Alternando lo studio al lavoro manuale, conseguì rapidamente una seconda laurea in ingegneria elettronica a Liegi, che gli consentì di trovare occupazione in qualità di ingegnere aggiunto presso l’importante Società Tranviaria di Bruxelles. Dopo soli quattro anni, nel 1897, ne divenne il direttore, accumulando un bagaglio di competenze di primo piano. Operò anche a Parigi e a Buenos Aires per conto della Compagnia Tranviaria Anglo-Argentina, di cui fu per oltre diciotto anni direttore generale. In tale veste realizzò la Metropolitana di Buenos Aires, la prima nel Sud America. Dopo aver conseguito i traguardi più ambiti in numerose società sudamericane, ritornò in Italia in età matura, dedicandosi ad attività agricole. Anche in questo campo mostrò la propria moderna versatilità creando in pochi anni, in provincia di Firenze, un’azienda modello, l’“Antella”, dotata di razionali impianti di trasformazione dei prodotti agrari, di assoluta avanguardia per quei tempi. Se la sua vita fu emblema della condizione umana di tanti giovani romagnoli e di tanti altri italiani, le sue volontà testamentarie e il suo concreto operare sono stati la testimonianza della volontà di spezzare il rapporto esistente tra arretratezza economica e arretratezza culturale.

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