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Cronaca

Meteo, è il "non inverno" dei record: in Romagna il gennaio più mite dal 1900

Il mese di gennaio è il risultato il più mite almeno dal 1900, superando in Romagna quasi ovunque i precedenti record di temperatura media appartenenti al 1936 o al 2007

Altro che inverno. La nevicata del 28 gennaio è stata solo un isolato episodio di una stagione invernale che non è mai iniziata. Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com, in un'intervista rilasciata il 5 novembre scorso a RomagnaOggi.it, aveva anticipato che cappotti e piumini sarebbero stati spesso riposti nell'armadio. E così è stato. Il mese di gennaio è risultato il più mite almeno dal 1900.

In Romagna sono stati quasi ovunque i precedenti record di temperatura media appartenenti al 1936 o al 2007, soprattutto per il contributo offerto da temperature minime molto elevate (complice frequente nuvolosità notturna), con pochissimi giorni di gelo (temperatura minima inferiore o uguale a zero gradi). E anche febbraio si preannuncia per la prima decade ugualmente assai mite e questo non esclude che si possa giungere al record di anomalia termica per l'intero inverno.

Gennaio inoltre si è rilevato un mese molto piovoso, con accumuli oscillanti tra 80 e 100 millimetri, il che rappresenta una piovosità di poco oltre il 100% maggiore rispetto alla norma climatologica (periodo 1971-2000). Nei prossimi giorni sono attese altre piogge piuttosto frequenti, ma in genere non intense. Precipitazioni abbondanti sono previste sul crinale appenninico, con il rischio di nuove piene dei fiumi.

Gennaio si è chiuso con la neve, ma di inverno ha avuto davvero poco....
Nonostante una fugace e modesta comparsa di nevicate anche in pianura in corrispondenza del giorno 28 (massimi accumuli di qualche centimetro in genere tra faentino e forlivese), il mese di gennaio tutto può essere considerato tranne che invernale, almeno sotto il profilo termico. Infatti il secondo mese invernale ha chiuso con un'anomalia termica di temperatura media, in Romagna, di ben 4°C superiore rispetto al valore medio climatologico (trentennio 1971-2000), risultando il più mite almeno dal 1900, con massimi di anomalia su ravennate orientale e forlivese-cesenate-riminese (fino a 4.5°C su forlivese e riminese), ed anomalie solo di poco inferiori su lughese e faentino. Tale considerazione deriva dai dati termici relativi ad alcune stazioni della regione che presentano una serie storica sufficientemente profonda, così da poter confrontare i dati attuali con osservazioni storiche anche assai datate.

E' il mese dei record insomma...
Gennaio supera i precedenti mesi che detenevano i record di anomalia di temperatura media mensile, più precisamente nel 1936 l'anomalia era stata di 3,9°C, nel 1988 di 3,3°C e nel 2007 di 3°C. Per dare una dimensione più chiara delle anomalie termiche occorse nel mese appena terminato occorre precisare che esse sono dello stesso ordine di grandezza del tremendo agosto 2003 che molti ricorderanno. Peraltro le temperature medie mensili rilevate, oscillanti tra 6 e 8°C (valori un poco più bassi su lughese e più elevati su riminese) sarebbero tipiche del mese di novembre, quindi spiccatamente autunnali.

Febbraio sembra destinato ad emulare gennaio...
Le elevate temperature di gennaio rappresentano la prosecuzione di un trend termico che ha caratterizzato la nostra regione fin dall'esordio della stagione invernale, sebbene in dicembre 2013 esse siano state più contenute (+1.3°C sempre rispetto ai valori medi climatologici di periodo 1971-2000); pertanto, mediando le anomalie dei due mesi, ne deriva un valore di +2.7°C, vale a dire la stessa anomalia che caratterizzò il “non inverno” 2006-2007. Molto dipenderà da come evolverà la seconda metà di febbraio, ma la strada per eguagliare o addirittura ritoccare le anomalie di quell'inverno sembra quella giusta. Per ora febbraio si preannuncia per la prima decade ugualmente assai mite e ciò non esclude che si possa giungere al record di anomalia termica per l'intero inverno; il quale appartiene all'inverno 2006-2007 con anomalia termica di +2.7°C seguito dalla stagione 1935-1936 con anomalia di +2.3°C, ed ancora dall'inverno 1987-1988 con anomalia termica di 2°C.

Gennaio è stato anche un mese anche piuttosto piovoso....
Si sono registrati accumuli mensili oscillanti tra 80 e 100 millimetri (massimi su faentino e cesenate-riminese), il che rappresenta una piovosità di poco oltre il 100% maggiore rispetto alla norma climatologica (periodo 1971-2000); in pratica è piovuto un poco più del doppio rispetto a quanto indicato dalle caratteristiche climatologiche della regione. Naturalmente, date le elevate temperature si è trattato di precipitazioni sempre piovose ad eccezione del modesto episodio del 28 gennaio, quando i fiocchi si sono visti anche in pianura. Per lo stesso motivo non sono mancate precipitazioni temporalesche, la cui frequenza è risultata assai superiore alla norma del mese di gennaio (quando in genere sono praticamente assenti). Le precipitazioni più consistenti si sono verificate nella terza decade del mese su tutto il nostro territorio.

Il "non inverno", da lei annunciato già a novembre, continuerà su questa falsa riga?
Le attese erano per un inverno effettivamente mite, anche se i segnali che si potevano scorgere a fine autunno non lasciavano presagire anomalie termiche positive così accentuate; insomma fino ad ora l’inverno è stato ancora più mite di quanto ci si potesse aspettare. Inoltre c’era qualche segnale che poteva far ipotizzare una seconda parte della stagione più fredda (anche se in un contesto tutt’altro che gelido); ma per ora anche una piccola inversione di tendenza ancora non si è vista, è ciò costituisce un ulteriore elemento per considerare questi due terzi della stagione un evento “fuori scala”.

Quindi di ondate di freddo nemmeno l'ombra...
Per il momento gli scenari individuabili sul medio e lungo termine (8-10 giorni) non lasciano presagire a sostanziali cambi di circolazione col netto prevalere di correnti atlantiche in prevalenza miti ed assai umide che porterò ad un continuo passaggio di perturbazioni atlantiche associate a flussi meridionali od occidentali. In tal senso sono da attendersi altre piogge piuttosto frequenti ma in genere non intense (un passaggio più severo potrebbe aversi però tra lunedì 10 e martedì 11). Ancora molta pioggia invece sul nostro crinale appenninico, auspicando che la quota dello zero termico non sia troppo elevata così da poter fare imbiancare quantomeno i rilievi al di sopra dei 1000 m; viceversa potrebbero ripresentarsi problemi a carico dei principali corsi d’acqua della regione. Le temperature sono attese su valori sempre superiori alla norma almeno, salvo sorprese alquanto improbabili, fino al 20 febbraio. Non è da escludere un cambio di circolazione nella terza decade del mese, magari incline a riportare il tempo su binari un poco più invernali, ma a dire il vero ad oggi i segnali sono alquanto deboli.

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