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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Meteo, inizio d'ottobre freddo. Tendenza per l'inverno: "Stagione mite"

Settembre è stato un mese a due facce sotto il profilo termico: periodo caldissimo fino al giorno 18 cui ha fatto seguito un rapido calo delle temperature

Le lancette dell'orologio scandiscono il cammino verso l'inverno. L'autunno meteorologico, iniziato il primo settembre, ha mostrato due volti dal punto di vista termico: caldissimo fino al 18 settembre, freddo nella terza decade del mese. "Fossimo stati in pieno inverno molto probabilmente avremmo avuto a che fare con una fase alquanto rigida e forse buona parte della regione si sarebbe imbiancata", commenta a RomagnaOggi.it-ForliToday Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com. Per quanto concerne l'inverno, al momento "il segnale prevalente è verso una stagione mite con temperature medie superiori alla norma".

Caldo fuori norma, poi crollo delle temperature: come fotografa il mese di settembre?
In effetti si è trattato di un mese a due facce sotto il profilo termico: periodo caldissimo fino al giorno 18 cui ha fatto seguito un rapido calo delle temperature, che nella terza decade del mese si sono portate al di sotto della norma climatologica. La fase fredda della terza decade non è stata in grada di controbilanciare le forti anomalie termiche positive della prima metà del mese, tuttavia esse sono state ridotte sensibilmente, tant’è che il quadro mensile generale mostra anomalie termiche medie regionali di +0.5°C rispetto alla media di riferimento (1971-2000), le quali indicano un settembre quasi “normale” sotto questo aspetto. Tuttavia occorre precisare che le temperature medie mensili sono rientrate praticamente nella norma su ravennate (specie aree di pianura interna), mentre su forlivese, cesenate e riminese esse sono state un poco più elevate (anomalie di +0.8/+1.3°C con massimi su riminese). Questo a causa di una maggiore incidenza, su province Forlì-Cesena e Rimini, dei venti di fohn appenninico (garbino da sud ovest) che in particolare tra i giorni 16 e 18 hanno contribuito a raggiungere valori estremamente elevati sia nelle temperature minime che in quelle massime, mentre su ravennate il suddetto effetto è stato assai minore.

Sono caduti dei record?
Sì ed in due riprese: il giorno 1 sono stati stabiliti i nuovi record di temperatura massima assoluta di settembre (dal 1930) su area lughese, con un picco massimo di 37.1°C ad Alfonsine (Ravenna) e di 36.8°C a Sant’Agata sul Santerno (Ravenna), complici anche in questo caso venti di caduta dall’Appennino (fohn). Il giorno 17 sono invece caduti diversi record, sempre di temperatura massima assoluta, su cesenate e riminese; in particolare a Cesenatico (36.2°C); Rimini (35.9°C); Vergiano (Rimini) con 37.2°C e Morciano (Rimini) con ben 37.7°C, valori che sarebbero molto elevati anche in piena estate.

Ottobre è iniziato all'insegna del freddo...
Al momento attuale sul continente europeo prevale un modello di circolazione più affine al periodo invernale che non a quello autunnale, con alte pressioni centrate con assetto ovest-est, su nord Europa tendenti ad evolvere su quella orientale. Esse convogliano masse d’aria fredda da nord-est di origine continentale, le quali con moto retrogrado si portano, attraverso i Balcani, in direzione del bacino centrale ed occidentale del Mediterraneo, innescandovi in loco depressioni che poi portano diffusa instabilità su buona parte della penisola e quindi anche sulla nostra regione. Fossimo stati in pieno inverno molto probabilmente avremmo avuto a che fare con una fase alquanto rigida e forse buona parte della regione si sarebbe imbiancata. Ovviamente, dato il periodo, il freddo e solo relativo.

Cosa possiamo attenderci?
Questo modello di circolazione sembra possa insistere, con le dovute pause e con leggere modificazioni, anche nelle prossime settimane, con un segnale che tende a rinforzare un campo di pressione generalmente superiore alla norma su nord ed est Europa e inferiore tra nord Atlantico e bacino del Mediterraneo, laddove ad intermittenza si inserirebbero onde depressionarie tipiche della stagione autunnale. In tal senso non sono attese particolari anomalie termiche (quindi valori prossimi alla norma o al limite appena inferiori) e precipitazioni anch’esse allineate o quasi alle medie del periodo (tendendo presente che ottobre è un mese climatologicamente piuttosto piovoso). In pratica sembrerebbe più probabile un decorso mensile tutto sommato “normale”, sottolineando che si tratta solo di scenari di massima e con attendibilità sempre medio-bassa; e ricordando che per previsioni meteorologiche a scala regionale o locale non si può andare oltre i fatidici 3-4 giorni; al massimo 5-6 giorni in condizioni di elevata stabilità.

Circolano sul web notizie contrastanti in merito all'inverno che verrà....
In attesa delle nuove emissioni da parte dei modelli lanciati per scenari di tipo mensile e stagionale (presumibilmente la prossima settimana), occorre precisare che i medesimi modelli, i quali tutto sommato hanno mostrato delle buone verification nel corso degli ultimi 2-3 anni, vedono pochissime incertezze sulle sorti del prossimo inverno, per il quale il segnale prevalente è verso una stagione mite con temperature medie superiori alla norma. Nelle emissioni di settembre la probabilità che la prossima stagione invernale possa essere mite (anomalie termiche di temperatura media comprese tra +1 e +2°C rispetto al periodo 1981-2010) è di circa il 60-70% su area mediterranea; mentre la probabilità che il quadro termico sia inferiore alla norma è di circa il 5-10%. Occorreranno conferme nelle emissioni di ottobre, tuttavia il segnale sulle temperature risulta abbastanza chiaro.

L'attendibilità è alta?
Alle medie latitudini, e sul periodo invernale, lo skill su tali scenari (abilità di previsione) è tra i più bassi del globo, per cui i suddetti scenari non vanno affatto presi come oro colato, anzi, sono utili ma vanno valutati anche correlandoli con altri indicatori. Quindi non è affatto detto che si abbiano indicazioni sufficientemente attendibili sul prossimo inverno, e non è da escludere che gli scenari alquanto miti proposti siano in parte sovrastimati, anche perchè si tratta di scenari su macroaree, ma, ad esempio, la pianura padana ha un clima invernale tutto suo e non facilmente prevedibile nemmeno a livello di scenario.

Un esempio?
Gli inverni di fine anni ‘80 ed inizio anni ‘90 furono molto miti su quasi tutto il continente. Dominarono però le alte pressioni, e la pianura padana, a causa delle inversioni termiche sempre più robuste, nebbie persistenti e scarsa ventilazione, divenne per lunghi periodi quasi una “ghiacciaia” con molti giorni assai freddi e con anomalie termiche positive molto più ridotte. Ecco perchè, a fronte di un segnale mite, non è detto che a scale più piccole ciò debba essere ugualmente valido.

El Nino potrà giocare un ruolo chiave?
Generalmente El Nino non è in grado di condizionare, almeno in modo sensibile, le sorti dell’inverno europeo, ed esistono altre forzanti che possono incidere con maggiore decisione sui modelli di circolazione che prevarranno; dunque, nonostante sia in atto un Nino strong (intenso) le sue ripercussioni sulla prossima stagione potrebbero essere marginali o comunque non di primo piano.

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