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Cronaca

Il caso del mitra nell'armadio della Banca d'Italia, il carabiniere la spunta al Tar: "Trasferito a Premilcuore, ritorni a Forlì"

Dopo l'archiviazione alla Procura Militare del possibile reato e la sospensiva del Tar della connessa sanzione disciplinare, arriva una seconda vittoria nel merito per il carabiniere Giorgio Serri

Dopo l'archiviazione alla Procura Militare del possibile reato e la sospensiva del Tar della connessa sanzione disciplinare, arriva una seconda vittoria nel merito per il carabiniere Giorgio Serri, all'epoca in servizio alla Banca d'Italia in corso della Repubblica, accusato di non aver adeguatamente custodito una mitragliatrice, riponendola in un armadio non custodito dentro uno spogliatoio, invece di riporla in una cassaforte dell'ufficio. 

Infatti, venerdì scorso è stato annunciato l'esito favorevole del ricorso al Tar Emilia Romagna proposto nel 2023 da Serri, che è anche Segretario Generale Provinciale Forlì-Cesena del Nuovo Sindacato Carabinieri (Nsc). Il Tar ha annullato la sanzione di 5 giorni di consegna che gli erano stati inflitti, per il tribunale ingiustamente, per la vicenda della mitraglietta messa in un armadio della Banca D’Italia di Forlì.

Un episodio ricondotto al marzo del 2022, per il quale Serri era stato denunciato alla Procura Militare di Verona per violata consegna. Il procedimento penale era stato però archiviato dal Pubblico Ministero per infondatezza della notizia di reato, comprovata attraverso minuziose indagini difensive condotte dall'avvocatoadella Segreteria Nsc Emilia Romagna, Emanuela Rijllo.

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Commenta il Segretario Generale Nsc Giovanni Morgese: “Attendiamo che il dirigente Serri sia riavvicinato a lavorare sulla città di Forlì, come da sua espressa richiesta, dato che da oltre un anno è stato "confinato", pur essendo sempre stato solo una vittima e mai un colpevole, a Premilcuore, sugli Appennini, costretto anche al rischio di quotidiani viaggi, onerosi e durevoli, che lo costringono a sottrarsi dall'assistenza e cura della sua famiglia e dallo svolgimento ottimale e dovuto della sua attività sindacale". 

“Quanto accaduto dimostra il pericolo e rischi che ogni giorno affrontano i lavoratori militari, costretti a difendersi sia "dall'esterno", ma anche "dall'interno". Non si possono negare o sottacere - riprende Di Virgilio, segretario aggiunto - le sofferenze, i traumi, i drammi personali, economici, morali, esistenziali e familiari che si devono affrontare e sopportare quando i sottoposti talvolta si trovano a dover vivere ed affrontare un ambiente lavorativo e delle esperienze del genere”.

“Il dirigente Serri è coraggioso e determinato ed è sempre stato certo della sua innocenza e rettitudine, in cui gli amici, i professionisti e il sindacato non hanno mai smesso di credere, sostenendolo moralmente, materialmente ed economicamente. I contenziosi costano. Ma se ciò non fosse stato, cosa sarebbe accaduto?”, sempre Di Virgilio. Ed infine secondo Morgese “serve un cambio di marcia nelle valutazioni disciplinari, un ufficio contenzioso che assuma professionisti esterni per sostituire la cultura del “precedente” con il diritto amministrativo. Basta azioni che sembrano accanimenti sui dirigenti sindacali". 

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