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Cronaca Bertinoro

E’ morto don Enzo Ronchi, il sacerdote studioso innamorato di Bertinoro

Al termine della liturgia funebre, i resti mortali di don Enzo Ronchi saranno tumulati nel cimitero di Bertinoro

Si terrà sabato, alle 14, nella Concattedrale di Bertinoro, la Messa esequiale del canonico don Enzo Ronchi, scomparso giovedì scorso a Forlì all’età di 93 anni. Anche se ultimamente era ospite della Casa di Riposo “Ziani Venturini” di Castrocaro Terme (proprio quest’anno aveva festeggiato i 70 anni di sacerdozio), la figura di don Ronchi rimarrà legata per sempre all’amatissima Bertinoro. Per ben 63 anni, dal 1952 al 2015, è stato infatti il parroco della Badia di Santa Maria d’Urano. In concreto ha però officiato presso la chiesa del Suffragio, dopo la fine dell’antica abbazia camaldolese, andata distrutta nel corso dell’ultimo conflitto mondiale.

Don Enzo Ronchi è parte integrante della vicenda di Bertinoro, vissuta e raccontata in voluminosi diari, vergati accuratamente giorno per giorno sin dal 1952. Grande cultore di storia locale, lascia un’infinità di saggi e una decina di libri, scritti per fermare tradizioni, cultura e aneddoti occorsi ai piedi e in cima al Colle di Romagna. Detto che l’ultima sua fatica editoriale rimane “Sorrisi e lacrime, ricordi di un vecchio parroco”, data alle stampe nel 2013 con prefazione di don Aldo Budelacci, nel 2010 pubblicò forse la sua ricerca più importante, “Bertinoro e le sue parrocchie”. Patrocinato dall’Amministrazione comunale, il volume chiuse la trilogia sul Balcone di Romagna avviata nel 2004 e nel 2007 rispettivamente con “Bertinoro e i suoi rioni” e “Bertinoro e il suo territorio”.

In passato, al suo paese il popolare sacerdote aveva già donato monografie storiche di qualità, fra cui “Bertinoro e la Badia nei secoli” imperniata sulla chiesa di Santa Maria d’Urano. Tuttavia, come scrive nella premessa del libro, “mentre i testi precedenti li ho scritti, in gran parte, facendo appello alla mia memoria, questo ha richiesto ricerche sul posto, consultazione dei parroci o di parrocchiani esperti, nati e radicati sul territorio nonché dotati di buona memoria. Mi ci sono messo prima di veder disperso un patrimonio di storia e di tradizioni”. In “Bertinoro e le sue parrocchie”, don Ronchi parte dai tempi in cui il Colle era ancora diocesi autonoma separata da Forlì. “Fino al 1986 contava 65 parrocchie raggruppate in quattro Vicariati: Forlimpopoli, Valle del Bidente, del Rabbi e Bertinoro”.

Quest’ultimo da solo ne contava 20, di cui 3 nel capoluogo e 17 dislocate sulle colline circostanti: Bracciano, Lizzano, Massa, Monticino, Paderno, Logoraro, Tessello, Collinello, Polenta, Fratta, Casticciano, Dorgagnano, Madonna del Lago, Trentola, Montecchio, Santa Croce e Prodezza. E’ bastato poco più di un ventennio per vedere cambiamenti epocali, primo fra tutti la nascita della Diocesi di Forlì-Bertinoro, a fondere due realtà pastorali contigue. Poi la scomparsa definitiva di alcune comunità parrocchiali, diretta conseguenza dell’abbandono della montagna da parte della popolazione.

Don Ronchi non si limitò a fare un excursus storico: “Per ogni parrocchia ho riportato anche un episodio, un racconto, una storiella possibilmente legata a quella comunità e alle sue vicende”. Grazie a quel lavoro, don Ronchi ottenne “La Medaglia d’Oro” del Comune di Bertinoro dalle mani dell’allora sindaco Nevio Zaccarelli, “per l’attaccamento alla sua terra”. Per il sacerdote-studioso, classe 1926, si trattò di uno degli ultimi scampoli di serenità prima del grande shock, la razzia di ogni oggetto sacro di valore perpetrata il 14 gennaio 2010 ai danni della chiesa del Suffragio, di cui era parroco. Al termine della liturgia funebre, i resti mortali di don Enzo Ronchi saranno tumulati nel cimitero di Bertinoro. 

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