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Cronaca

Il San Domenico non si ferma mai: nel 2019 la mostra dedicata al Risorgimento

Non c’è tempo di gioire per il successo della mostra imperniata sul Cinquecento, in chiusura domenica 17 giugno, che già si profila il futuro: sarà dedicato all’Arte del Risorgimento in Italia l’evento espositivo nel 2019

Sarà dedicato all’Arte del Risorgimento in Italia e a tutte le espressioni e varianti culturali in grado di “fare l’Italia”, l’evento che Forlì ospiterà nel 2019, nello straordinario scenario dei Musei San Domenico. L’annuncio è stato dato dal presidente del Comitato scientifico Antonio Paolucci, al termine della conferenza di verifica della mostra “L’Eterno e il Tempo fra Michelangelo e Caravaggio”, che chiuderà domenica 17 giugno dopo aver sfondato il muro dei 100.000 visitatori.

“Sarà una rassegna assolutamente originale e innovativa – interviene il curatore del progetto espositivo 2019 Fernando Mazzocca – che declinerà le migliori espressioni artistiche nei primi 50 anni di Unità d’Italia, dalla pittura alla letteratura, passando per le arti figurative e la musica”. Nel sempre più sorprendente e chiaccherato (in senso positivo) contenitore del San Domenico, riverberanno Manzoni, Pascoli, Carducci, Mascagni e Puccini, partendo però dal mondo pittorico, che avrà come apripista Francesco Hayez, per approdare a Giovanni Segantini. Nel bel mezzo brilleranno i vari Fattori, Lega, Previati Pelizza da Volpedo, Boldini e De Nittis, Balla e Boccioni. L’arco temporale indicativo di copertura della futura rassegna andrà dal 1861, l’anno dell’Unità d’Italia, al 1911, con l’impresa della Guerra italo-turca che frutterà la conquista della Libia. L’equipe coordinata da Gianfranco Brunelli è già al lavoro per imbastire il “file rouge” di contenuti dell’ambizioso progetto, che dovrà necessariamente fare i conti con un adeguato sforzo finanziario da parte della Fondazione. In attesa di approfondire i contenuti e conoscere il titolo ufficiale della rassegna 2019, il presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Roberto Pinza, il direttore di Civita Cultura Alberto Rossetti, il presidente della Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna Adriano Maestri, il Sindaco di Forlì Davide Drei e lo stesso Antonio Paolucci, comunicano gli esiti della mostra sul Cinquecento. Degli oltre 100.000 visitatori, con una media giornaliera di 902 presenze, si è già detto.

“Il successo delle grandi mostre allestite al San Domenico – interviene Pinza - ci impone di continuare ad organizzare questi eventi, fondamentali per lo sviluppo della cultura e dell’immagine cittadina avviato nel 2004 con la rassegna sul Palmezzano”. I 1.400.000 visitatori accorsi sinora a Forlì hanno generato un flusso turistico e d’interesse su cui non si può che insistere. Se il sindaco di Forlì Davide Drei mette in risalto la prima volta dell’ex chiesa di San Giacomo come contenitore iniziale del percorso espositivo allestito nei Musei San Domenico, “che mai come quest’anno ci ha lasciato a bocca aperta per la straordinaria proposta culturale”, Maestri offre all’uditorio intervenuto nella Sala Refettorio, dati e spessore del grande sforzo intrapreso dall’istituto da lui presieduto, sul fronte della valorizzazione del patrimonio culturale italiano. “Intesa San Paolo – dichiara – non è solo banca nel significato tradizionale, ma da sempre riserva ampi spazi e risorse alla cultura e alla sua valorizzazione, senza dimenticare l’Officina delle idee, ossia la predisposizione di progetti in grado di dare opportunità di lavoro e reddito ai giovani”. Alberto Rossetti elenca cifre e dati della rassegna in procinto di chiudere i battenti. “La grande novità di “L’Eterno e il Tempo fra Michelangelo e Caravaggio”, è rappresentata dal ringiovanimento dell’età media dei visitatori, rientranti soprattutto nella fascia dai 45 ai 65 anni. Delle 13 mostre tenutesi finora, questa si colloca al 4° posto come numero di presenze, dietro solo, in ordine, a Canova, Liberty e Piero della Francesca. “Il fatto che solo il 29% degli utenti abbia dichiarato di eesere giunto per la prima volta a Forlì, significa che le proposte del San Domenico sono ormai entrate nell’ordinario collettivo culturale italiano, con una crescente fidelizzazione dei visitatori”.

I riverberi del Cinquecento sono piaciuti ad un pubblico di cultura media, con una prevalenza del genere femminile. Se il presidente Pinza parla di mostra indimenticabile, rimarcando ancora una volta il fatto che le rassegne forlivesi hanno sempre avuto e continueranno ad avere l’aspetto dell’originalità (“non ci interessano proprio operazioni commerciali)”, il folto uditorio presente ammutolisce letteralmente nel momento in cui prende la parola il professor Antonio Paolucci: “Signori – dichiara riferendosi alla mostra in chiusura – l’evento di quest’anno è stato veramente un tuffo al cuore. Vedere esposti nella chiesa di San Giacomo opere di Raffaello e Michelangelo, a pochi metri di distanza l’uno dall’altro, ha generato in me un’emozione grande, che è aumentata al progredire della visita, che mi ha condotto al cospetto degli altri apici attrattivi, rappresentati dai vari Tiziano, Carracci, Rubens e Caravaggio”. Lo stupore di Paolucci si estende ai presenti nel momento in cui il presidente del Comitato scientifico, dopo aver annunciato il tema della rassegna del 2019 (l’Arte del Risorgimento in Italia), si spinge addirittura ad anticipare il filone per i tre anni successivi: “Nel 2020 tratteremo il tema dell’Ulisse, il ritorno ad Itaca, il rientro in patria, per poi affrontare gli altri due miti ancestrali per la cultura italiana e internazionale: il don Giovanni (l’incontro dell’altro) e il Faust (l’eterna giovinezza)”. Paolucci, Brunelli e Pinza giustificano le anticipazioni come dimostrazione definitiva, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, della continuità delle esposizioni al San Domenico: “Finché avremo idee, forze e risorse – conclude il presidente della Fondazione - andremo avanti senza indugio con l’organizzazione di mostre di spessore internazionale, per il bene di Forlì e del movimento culturale italiano”.
 

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