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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

La diocesi forlivese in lutto: si è spento don Mino Flamigni

Noto come don Mino, era nato il 20 febbraio del 1932 a Predappio. Dopo aver affrontato gli studi nei Seminari di Bertinoro, Ravenna, Faenza e Roma, è stato ordinato sacerdote il 9 aprile del 1955

E’ morto don Mino Flamigni. Il popolare sacerdote è spirato alle prime ore di mercoledì a Forlì, nella Casa per Anziani “Don Amedeo Pasini” di via Pistocchi. Avrebbe compiuto 86 anni il 20 febbraio prossimo. Mercoledì sera è in programma una veglia di preghiera alle 21 a San Paolo, mentre i funerali si svolgeranno venerdì. La partenza del feretro è prevista da San Paolo alle 14,30. Il corteo raggiungere il Duomo, dove alle 15 saranno celebrati i funerali.

Prete intelligente ed arguto, ha indissolubilmente legato il suo nome a quello di don Amedeo Pasini, scomparso l’8 maggio 2011, con cui, nel 1970, ha fondato la parrocchia forlivese di San Paolo Apostolo, dando vita ad un modello assoluto di condivisione e di accoglienza agli ultimi. Sotto la sapiente regia di don Mino, fortemente ispirata al Vangelo vissuto, San Paolo è divenuto modello insuperabile di gratuità e di attenzione al prossimo. Basti pensare alla vacanza di condivisione sani disabili di Borca-Sappada avviata nel lontano 1972, per continuare col Villaggio Mafalda, l’Associazione e Cooperativa “Paolo Babini”, l’Associazione “Luigi Lago” e il “Villaggio Mafalda”: sono tutti frutti concreti della sua profonda sensibilità per i più deboli (alimentata da una intensa vita spirituale), che non avrebbe mai pensato né attuato senza l’apporto e il contributo dell’indimenticabile don Amedeo Pasini. Don Girolamo Flamigni, conosciuto da tutti come don Mino, nasce a Predappio il 20 Febbraio 1932. Dopo gli studi nei Seminari di Bertinoro, Ravenna, Faenza e Roma, il 9 aprile del 1955 viene ordinato sacerdote. Dal 1958 al 1970 svolge il suo servizio nel Seminario di Bertinoro prima come Vicerettore e poi come Rettore.

Addio a don Mino

Il primo ottobre 1970 prende possesso, insieme a don Amedeo Pasini, della nuova parrocchia di San Paolo Apostolo. L’incontro con don Amedeo risale al 1969: entrambi i sacerdoti “sposano” l’esperienza di “preghiera nel deserto” appresa a Cuneo da don Andrea Gasparino. Don Mino viene a sapere di don Andrea, fondatore del Movimento Contemplativo Missionario Padre De Foucauld, mentre si trova a Wajir, nell'estremo nord-est del Kenya, dove si era recato nel 1971 per sostenere l’amica Annalena Tonelli, che aveva appena intrapreso il suo cammino di servizio ai “brandelli di umanità ferita” del Corno d’Africa. Da cosa nasce cosa: proprio a Cuneo, dove si reca ogni anno per vivere l’esperienza della “preghiera nel deserto”, don Mino entra in contatto con don Oreste Benzi e il suo modello di condivisione con gli ultimi. Sempre a Cuneo don Mino conosce Paolo Ramonda, attuale responsabile dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, e gli fa conoscere don Benzi e tutto il mondo di gratuità che sarebbe diventata la sua vita. Una mattina di fine estate del 1970, gli giunge la proposta dell’allora vescovo di Forlì monsignor Paolo Babini, di recarsi a curare pastoralmente un territorio della periferia forlivese, posto fra via Dragoni e viale Roma. Con lui sarebbe dovuto andare anche don Amedeo.

La prima pietra della nuova chiesa era già stata posta alcuni anni prima in via Pistocchi, per la precisione il 29 ottobre 1967. Sempre in quell’anno, a dicembre, i due sacerdoti trovano casa in un mini appartamento di via Monari, due stanze, cucinotto e garage. Vi sarebbero rimasti sino al ’78. Alla prima messa celebrata in loco “accorrono” tre suore e due vecchiette. Da cosa nasce cosa: basta vedere che cosa è scaturito da quel primo seme d’amore innaffiato da tanta umiltà e preghiera al Dio creatore. Da alcuni anni, don Mino era anche presidente dell’Associazione Paolo Babini, dell’Opera don Pippo e della Cooperativa di Solidarietà Sociale “Paolo Babini”. Già da questa mattina, i resti mortali di don Girolamo Flamigni sono nella chiesa di San Paolo, in via Pistocchi, a disposizione degli amici e di quanti vorranno recargli l’ultimo saluto e pregare per un sacerdote che rimarrà ineguagliabile.

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