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Cronaca

Passa per sbaglio 5 volte in pochi minuti nel varco Ztl e la multa si moltiplica: giovane "sconfitto" dalla malaburocrazia

Un forlivese di  27 anni – che riconosce lo sbaglio ed è pronto a pagare la multa - è entrato in un tunnel di tunnel di mala-burocrazia e applicazione sclerotica di norme

Cercando parcheggio in centro storico è passato  in pochi minuti per 5 volte sotto l'occhio elettronico dell'accesso alla Zona a traffico limitato, col risultato di aver totalizzato, per un solo errore, ben 5  sanzioni. E' così che un forlivese di  27 anni – che riconosce lo sbaglio ed è pronto a pagare la multa - è entrato in un tunnel di tunnel di mala-burocrazia e applicazione sclerotica di norme, ma non del buon senso. E, come spesso succede, la burocrazia risponde a sua volta all'errore del cittadino con un proprio errore.

A raccontare la vicenda è il diretto interessato: “Stavo andando in un locale del centro per trascorrere una serata con i miei amici: li avevo caricati sulla Mito di mia nonna, che talvolta guidiamo io e i miei cugini da quando lei non è più in grado di farlo. Per sbaglio sono entrato nella ZTL tramite il varco di via Giuseppe Miller, in piazza Morgagni e ho parcheggiato lì. E qui è cominciata la mia disavventura: facendo manovra per il parcheggio in arrivo e poi in partenza dal locale, ho forse attraversato la linea dei sensori per 5 volte e questi, da macchine non pensanti quali sono, anziché registrare un’unica violazione, hanno ciecamente registrato 5 “passaggi” dell’auto facendo scattare ben 5 contravvenzioni, a pochi secondi o minuti l’una dall’altra, dell’importo di 72,10 euro ciascuna, se pagate entro i primi sei giorni”. Le manovre fatte per parcheggiare gli hanno passare la linea dei sensori più volte.

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Il 27enne era pronto a pagare la multa per quel transito non dovuto, pensando tuttavia che l'annullamento delle 4 multe aggiuntive fosse facilmente superabile. Ma non è stato così: “Ho pensato che l'errore fosse immediatamente correggibile dalla mente umana come un mero disguido tecnico, ma in realtà mi sono dovuto rivolgere al Giudice di Pace per cancellare le 4 contravvenzioni in più, inviatemi contro ogni buon senso. Seguendo le indicazioni tratte dal sito del Giudice di Pace, ho compilato i documenti richiesti per aprire la pratica, ho pagato la quota di 43 euro come contributo unificato per usufruire del servizio e mi sono recato puntualmente alla prima udienza. Questa è stata inizialmente rimandata per un mio errore formale di compilazione, dato che non facile comunque comprendere la modulistica se non si è esperti”.

Essendo il veicolo e la multa intestati alla nonna “avevo compreso di dover portare alla successiva udienza una delega per il fatto che non ero io il proprietario del veicolo, cosa che ho fatto”, spiega. E continua: “A questo punto però ho avuto l'amara sorpresa di una pronuncia negativa da parte del Giudice, che ha respinto la mia richiesta di pagare una sola contravvenzione, in quanto “il ricorso è stato proposto da persona estranea all’accertamento”; ovvero io al posto della mia anziana nonna, proprietaria della vettura, che non sarebbe certamente stata in grado di provvedere alla risoluzione del caso”. 

Ciò che ha fatto più male è stato il comportamento non certo amico del cittadino, che spesso viene sbandierato ma non attuato: “Ciò che più sorprende è il fatto che gli accertatori, persone fisiche e non macchine, costituendosi in giudizio, da un lato non hanno rilevato che nella fattispecie era stata commessa un'unica violazione in luogo di cinque; dall’altro essi addirittura hanno insistito di fronte a quel Giudice sui vizi di presentazione del ricorso, rifiutando qualsiasi esame nel merito; ciò, pur essendo per la Pubblica amministrazione possibile agire in sede di autotutela per annullare i propri provvedimenti che veda essere palesemente errati. Insomma, il tutto con la conseguenza che, per un vizio di forma nella presentazione di un ricorso, la stessa Pubblica Amministrazione ora percepirà il pagamento di cinque sanzioni amministrative per un unico fatto, pur sapendo perfettamente che quattro di esse non le sarebbero dovute. Bel modo questo di “mettere il cittadino al centro” delle attenzioni della Pubblica Amministrazione”.

Ed ora, dopo il diniego, si prepara il salasso: “Ma non basta: i tempi dell'udienza hanno fatto sì che l’importo della contravvenzione “multipla”, già notevolissimo e difficile da sopportare per un giovane dai limitati mezzi economici, sia ora lievitato a valori che si avvicinano al migliaio di euro.
Il senso di ingiustizia profonda di questa vicenda mi ha spinto a scrivere questa nota, sperando di smuovere una riflessione. Spero che possa comprendersi l'amarezza e il senso di impotenza del cittadino nel confronto con una Pubblica Amministrazione che, grazie all’altrui imperizia nel presentare un ricorso, ora pretende il pagamento di sanzioni per fatti che ben sa non essersi oggettivamente verificati. Ciò, a mio avviso, contro ogni giustizia e intelligenza”.

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