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Cronaca Dovadola

Niente fondi regionali per il restauro della Rocca dei Conti Guidi di Dovadola

La graduatoria è stata predisposta dal Nucleo di Valutazione che, tramite punteggi assegnati ad ogni singolo intervento proposto dai Comuni, ha effettuato la disamina dei progetti in cinque riunioni

Niente fondi dalla  Regione per il consolidamento e il restauro della Rocca dei conti Guidi di Dovadola. L'amministrazione comunale, presentando il progetto per ottenere i finaziamenti nell'ambito del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale Por-Fesr 2014-2020 asse 5, confidava nel legittimo riconoscimento di priorità che sono state completamente disattese. Il nucleo di valutazione, spiega l'architetto Lamberto Giannelli , “non ha tenuto in nessun conto del mancato finanziamento sui fondi Fas/Rer 2007/2013 per la Rocca, nonostante l’obiettivo 9 del Documento unico di programmazione prevedesse un contributo di 490mila euro in base all’accordo sottoscritto dal presidente della Regione e dal presidente della Provincia di Forlì-Cesena”.

Inoltre, viene aggiunto, non si è tenuto conto “delle precarie condizioni statico-strutturali del corpo di fabbrica insistente nel centro dell’abitato di Dovadola ed in fregio alla  strada statale 67 tosco-romagnola e dell’immediata cantierabilità dell’intervento di consolidamento e di restauro della rocca. il comune di dovadola dispone infatti della progettazione esecutiva dell’intervento proposto, della prescritta autorizzazione rilasciata dalla Soprintenza per i beni ambientali e architettonici e di ogni altro parere previsto del caso”.

“Il cantiere, fermo da quattro anni per mancanza di fondi, è già installato con gru a torre e ponteggi montati - viene ricordato -.  Si ritiene essere buona norma, quella che attribuisce una priorità alle opere in corso d’esecuzione prima di avviare altri cantieri, per i quali non esiste nemmeno la progettazione esecutiva e relative autorizzazioni. l cantiere di restauro  è iniziato tredici anni fa e da allora sono stati realizzati 3 stralci di lavori intervallati da anni di sospensione”. 

In più, prosegue, non è stato considerato “il notevole sforzo compiuto nel corso degli ultimi anni dall’amministrazione comunale per reperire i fondi necessari a costituire la quota parte di cofinanziamento del progetto (240.000 euro),  che per un comune di millecinquecento abitanti è una cifra enorme”. L'architetto ricorda il valore storico architettonico della Rocca: “E' un’importante testimonianza di architettura militare medioevale, è stata edificata nelle forme attuali dal ramo dei conti Guidi di Dovadola, potente famiglia feudale che dominò ampie zone della Romagna e della Toscana dal X agli inizi del XV secolo”.

“Con decreto del Ministro della Pubblica Istruzione dell’11 giugno 1966 è stata dichiarata ai sensi della Legge 1 giugno 1939 n.° 1089 bene da tutelare in quanto trattasi, come indicato nelle motivazioni, di “Antica costruzione di notevolissimo valore storico” - aggiunge -. La Rocca ci è pervenuta senza sostanziali trasformazioni in epoche successive; conosciuta dagli storici e citata nelle maggiori opere specialistiche, in particolare nella Storia d’Italia Einaudi, viene indicata come il prototipo delle fortificazioni feudali del Centro Italia. Il complesso architettonico, unico esempio di architettura Guidinga  ancora integro nelle sue geometrie essenziali, si candida a divenire la sede di un centro studi e documentazione storico-culturale della Romagna Toscana”.

Per l'amministrazione comunale dovadolese, “il “Bando per progetti di riqualificazione dei beni ambientali e culturali Por-Fesr 2014-2020 asse 5” ha evidenziato vari aspetti di indeterminatezza, ma ciò che maggiormente sorprende è il divario tra la somma stanziata  (€ 22.126.766,94) e  la cifra indicata nelle richieste espresse dai Comuni (157.572.382,65 euro). Questo dato rileva inequivocabilmente la mancanza di una preventiva indagine conoscitiva sui reali bisogni”.

“La graduatoria è stata predisposta dal Nucleo di Valutazione che, tramite punteggi assegnati ad ogni singolo intervento proposto dai Comuni, ha effettuato la disamina dei progetti in cinque riunioni esprimendo su di essi un giudizio sintetico, che evidentemente non ha tenuto in considerazione priorità ed aspetti determinanti – conclude -. Inoltre il divario tra risorse assegnate all'asse 5  Azione 6.7.1 e le richieste avanzate dai Comuni  ha indotto la Regione a rimodulare sia la percentuale, riducendola al (45%), sia l'importo massimo assegnabile alle iniziative non ammesse a contributo ma finanziabili, condizione che per i piccoli Comuni equivale a precludere ogni futura possibilità di attivare gli interventi programmati”.

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