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"No al taglio delle buste paga", incrociano le braccia i lavoratori del comparto Legno Industria

"Dopo un primo periodo di mobilitazione concretizzatosi con il blocco dello straordinario e della flessibilità, il giorno 21 aprile tutti i lavoratori del comparto Legno Industria (diretti e somministrati), incrociano le braccia"

"Dopo un primo periodo di mobilitazione concretizzatosi con il blocco dello straordinario e della flessibilità, il giorno 21 aprile tutti i lavoratori del comparto Legno Industria (diretti e somministrati), incrociano le braccia per protestare contro le associazioni datoriali che vogliono cambiare le carte in tavola, tagliando le buste paga, non riconoscendo il recupero dell’inflazione (comprensiva dei costi energetici), facendo così carta straccia del modello contrattuale in vigore dal 2016, riconfermato con il rinnovo del 2019". Ne danno notizia unitariamente i sindacati Cgil, Cisl e Uil.

"Questo atteggiamento porta ad un inaccettabile danno economico ai lavoratori del comparto che dovrebbero, di contro, vedersi riconosciuto un aumento in busta paga, già da gennaio 2023 di circa 130 euro mensili. Federlegno invece, nonostante il buon andamento del settore, chiede il di congelare le richieste presenti nella piattaforma sindacale per un un anno, negando così, oltre gli incrementi dei minimi contrattuali sul 2022, anche eventuali miglioramenti su orario, diritti, tutele. La tutela dei redditi dall’inflazione, finalizzato anche al mantenimento della capacità di spesa, è la priorità del momento; l’esplosione dei prezzi, dall’energia agli alimentari, il rialzo dei tassi dei mutui, la stagnazione dei salari degli ultimi 15 anni, stanno generando una straordinaria emergenza salariale; bisogna aprire a nuove regole che garantiscano la puntualità dei rinnovi, penalizzando chi si rende responsabile dei ritardi".

Proseguono i sindacati: "Noi chiediamo aumenti retributivi per tutelare il potere d’acquisto, combattendo l’incremento dei prezzi e delle bollette, meno ore di lavoro a parità di retribuzione, maggiore formazione per garantire crescita professionale maggiore tutela della salute e sicurezza sul lavoro". Il 21 aprile ci sarà uno sciopero per l'intero turno e presidio davanti alla sede di Confindustria Forlì.
 

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