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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Nome e firma negli elaborati che dovevano restare anonimi": sospetti sulla selezione di personale di Alea

Una nuova raffica di critiche sulle due selezioni aperte da Alea per il reperimento di personale. A finire nel mirino è la procedura per l'assunzione di addetto all'eco-sportello

Una nuova raffica di critiche sulle due selezioni aperte da Alea per il reperimento di personale. A finire nel mirino è la procedura per l'assunzione di addetto all'eco-sportello. Alcuni candidati, che chiedono di rimanere anonimi, hanno comunicato il loro sbigottimento quando lo scorso 11 gennaio, nella sala di Techné in via Buonarroti, si sono trovati di fronte all'obbligo di apporre il nome e la firma sulle due prove scritte somministrate. E' toccata a circa una cinquantina di persone.

Amaro lo sfogo di alcuni di loro a ForlìToday: “In questo modo il testo è reso identificabile alla commissione, rendendo così nullo il principio dell'anonimato del testo, garanzia di trasparenza e imparzialità e garanzia ineludibile di serietà della selezione e dello stesso meccanismo meritocratico”. Alea è una società al cento per cento a capitale pubblico e dovrebbe applicare procedure di natura pubblica nella selezione di personale. Chiunque ha fatto concorsi pubblici sa quanta attenzione, anche formale, viene riposta nella garanzia di anonimato del testo al momento della correzione e della valutazione, con sistemi che prevedono codici, accorgimenti informatici e buste chiuse, associando la valutazione all'autore dell'elaborato solo alla fine. Invece in questo caso le prove sarebbero state nominative.

Il caso intanto diventa anche politico. In una sua nota Daniele Mezzacapo, capogruppo della Lega Nord ricostruisce quanto accaduto. “La selezione 'fatta in casa', di Alea per l'assunzione di personale addetto all'ecosportello ha dell'incredibile. Si sono presentati 147 aspiranti, 102 di questi sono stati subito scartati, ad occhio, e i rimanenti hanno partecipato alla prova scritta. Questi poi, il giorno dell'esame hanno dovuto apporre nome cognome e firma, sotto al foglio. E ora i candidati sono in attesi della prova orale. Fa molto male vedere persone desiderose di trovare un'occupazione venire trattate in queste modo. Questi aspiranti hanno perso tempo e soldi e ora restano col dubbio e temono fortemente di essere stati presi in giro. La selezione di Alea, un questionario a risposte multiple con apposta la firma dell'elaborato va a violare non solo il buon senso, ma anche alcuni articoli sia della Costituzione che della normativa vigente. L'articolo 97 Cos. e l'articolo 14 del Dpr 9-5-1994 n. 487 parlano chiaramente del principio di anonimato proprio sugli elaborati”.

Nelle prove scritte questo principio è garanzia ineludibile di serietà della selezione e dello stesso funzionamento del meccanismo meritocratorio, insito nella scelta della selezione pubblica quale modalità ordinaria di accesso agli incarichi. Qui – aggiunge Mezzacapo - questi principi non sono stati rispettati. E qualcuno ne risponderà”.

“Anche questa volta di cose strane ce ne sono parecchie - conclude Daniele Mezzacapo -. Mi fa piacere che i sindacati, sia la Cgil che l'Ugl, abbiano raccolto il mio appello e che siano intervenuti per chiedere conto -  o a Contò - di questa aberrante selezione che sembra fatta su misura per qualcuno. Basta dire che nel bando pubblicato per pochi giorni durante le feste, veniva chiesta la conoscenza di due programmi di cui uno ormai obsoleto, che solo chi aveva già lavorato in questo settore può conoscere”.

La replica di Alea

Difende la selezione Alea, in una nota: "L'avviso è stato pubblicato sul sito della società secondo le tempistiche del Regolamento adottato da Alea Ambiente che ha definito i requisiti di partecipazione tenendo conto della figura professionale ricercata, dell'esigenza di reperire professionalità competenti e di favorire la più ampia possibilità di partecipazione". Sulla questione dell'anonimato degli elaborati, Alea spiega di non applicare procedure paragonabili ai concorsi pubblici: "Queste riguardano specificatamente le pubbliche amministrazioni e come tale non sono applicabili alle società partecipate e quindi anche ad Alea Ambiente che, in quanto società partecipata e non essendo nè pubblica amministrazione né ente pubblico, ha adottato un proprio Regolamento  per il reclutamento, selezione, assunzione e stabilizzazione delle risorse umane, comunque nel rispetto dei principi di cui all’art. 35, comma 3 del D.Lgs. 165/2001".


 

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