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Cronaca

Non solo gli occhi per vedere Wildt

Adolfo Wildt in mostra anche per i non vedenti. Esistono altri strumenti, oltre agli occhi, per godere della rassegna internazionale "L'anima e le forme tra Michelangelo e Klimt"

Adolfo Wildt in mostra anche per i non vedenti. Esistono altri strumenti, oltre agli occhi, per godere della rassegna internazionale “L'anima e le forme tra Michelangelo e Klimt”, in onda ai Musei San Domenico di Forlì sino al 17 giugno prossimo. Ne sanno qualcosa le cinque persone non vedenti iscritte alla sezione provinciale dell'Uici-Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, che hanno appena visitato la rassegna del grande artista milanese, guidati da Francesca Bandini.

Non solo gli occhi per vedere Wildt (Piero Ghetti)

Ideata e realizzata dalla Cooperativa Tre Civette di Forlì, in accordo con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, l'iniziativa rientra nel progetto di valorizzazione turistica “4 sensi X 4 stagioni”: la “mission” delle “Tre Civette” è rendere la cultura accessibile a tutti i cittadini, con particolare riferimento alle persone “ipo” o non vedenti. “Non è forse vero - si legge nel pieghevole del progetto - che per raggiungere la vera conoscenza occorre andare oltre le apparenze? Quattro sono le stagioni, ma quattro sono anche i sensi che assumono una funzione vicariante rispetto alla vista”.

Indossati opportuni guanti in vinile, i cinque non vedenti, capitanati da Daniele Mordenti, vice presidente della sezione forlivese dell'Uici e centralinista del Comune di Forlì, hanno potuto toccare con mano 4 delle 250 opere esposte al San Domenico, sino ad approdare al laboratorio didattico dell'artista bertinorese Ivo Gensini, per una breve lezione teorico-pratica sulla genesi di una scultura. Di primo acchito, aver “osservato” solo quattro delle 190 sculture wildtiane presenti al San Domenico (le altre 60 sono opere di confronto con Fidia, Michelangelo, Donatello, Canova, Klimt, etc.), potrebbe sembrare riduttivo. Però occorre considerare che visitatori del calibro di Daniele e degli altri associati Uic, per metabolizzare capolavori di quelle dimensioni, devono poterli toccare a fondo, centimetro per centimetro, seguendo venature, linee, spigoli e anfratti in base alle indicazioni della guida.

Sono stati comunque scandagliati quattro capolavori assoluti: lo splendido “Galata Morente”, marmo giovanile, posto proprio all'ingresso della rassegna, i bronzi di Vittorio Emanuele III e del “Crociato”, e infine uno delle prove inconfutabili del genio artistico di Wildt: il monumento funebre ad Aroldo Bonzagni. “E' stato un'emozione - testimonia Daniele - passare le dita su superfici lavorate con simile maestria”. Mordenti parla con cognizione di causa, avendo vissuto un'esperienza simile nel 2008, in occasione della rassegna sul Canova. L'adrenalina è alle stelle: “Mi sento di consigliare la visita tattile anche ai normodotati”. In effetti, la cura con cui queste persone così attaccate alla vita “osservano” simili capolavori, è un monito a prestare maggior interesse e attenzione ai tanti beni culturali e artistici, di cui è ricco il nostro Paese.

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