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Cronaca

Nuovi giovani volti ai vertici del Collegio infermieri, come sta cambiando questa professione

Dopo l'approvazione alla Camera del decreto legge Lorenzin che prevede il passaggio da Collegio a Ordine degli infermieri si respira aria di rinnovamento per gli infermieri della Provincia

Un vento di cambiamento sta spirando nel mondo della professione infermieristica: il 25 ottobre scorso è stato approvato in Parlamento, ed ora attende il passaggio in Senato, il decreto legge Lorenzin del 7 giugno 2017 che prevede la trasformazione dei Collegi di infermieri professionali, ai quali è obbligatorio iscriversi per poter esercitare la professione sia in strutture private che pubbliche che in libera professione, in Ordini professionali. Nelle stesse giornate è stato rinnovato, tramite elezioni, il consiglio direttivo dell’Ipasvi di Forlì-Cesena, ovvero il Collegio a cui sono iscritti tutti gli infermieri della provincia.

I circa 3500 iscritti alla sezione di Forlì-Cesena sono stati chiamati a votare e le loro preferenze hanno portato alla formazione di un consiglio direttivo formato da quindici membri con età media intorno ai 30 anni. Quello dell’abbassamento dell’età anagrafica dei membri è il cambiamento che salta più all’occhio rispetto alla precendente amministrazione, ma non è l’unico e tantomeno il più importante: “Il rinnovamento è uno dei punti cardine presentati dalla nostra lista al momento della candidatura – dice il neo eletto presidente Ipasvi Forlì-Cesena, Linda Prati - . La nostra intenzione è quella di riuscire a cambiare la percezione che i nostri colleghi hanno del Collegio. Io per prima in questi anni non ho mai sentito la vicinanza di questa istituzione, se non quando dovevo versare ogni anno la quota associativa di 60 euro, necessaria per rimanere iscritta e quindi per esercitare la mia professione. Un altro punto per noi imprescindibile è quello dell’autonomia e del rafforzamento dell’identità professionale. A tal proposito, il passaggio da Collegio a Ordine è uno snodo fondamentale in quanto storicamente è l’Ordine l’organo che riunisce i professionisti in possesso di un titolo accademico e già dal 2000 il corso di Laurea in infermieristica ha sostituito il diploma di infermiere”.

Ma non si tratta solamente di una questione burocratica: “Quello che comincerebbe a cambiare con questa mutazione – sottolinea il vice presidente Ipasvi Forlì-Cesena, Lorenzo Pasini – è l’immagine sociale dell’infermiere che nella nostra cultura è ancora troppo spesso legato a stereotipi quali quello di assistente del medico. L’infermiere è responsabile dell’assistenza del paziente a 360 gradi e non molti sanno che, nelle strutture pubbliche, durante il suo turno di lavoro è a tutti gli effetti un pubblico ufficiale. Esistono inoltre reparti ospedalieri e case di cura a gestione quasi completamente infermieristica; ciò significa che il cittadino si rapporterà sempre di più con questa figura professionale per conoscere i bisogni e la situazione dei malati. Ci sono ad esempio ambulatori infermieristici dove è possibile trovare risposta a problematiche di tipo assistenziale quali quella della rimozione di punti chirurgici, evitando interminabili code al pronto soccorso o dal medico di base”.

Eletta da poco più di un mese, il presidente Ipasvi Forlì-Cesena, Linda Prati, ha già incontrato gli altri presidenti dei collegi romagnoli per condividere le necessità e darsi degli obiettivi comuni ma soprattutto per organizzare eventi formativi comuni. Altre novità che verranno inserite riguardano il miglioramento del sito web del Collegio, una maggiore comunicazione tramite i social, collaborazioni con il corso di Laurea in infermieristica, la possibilità per gli infermieri di incontrarsi, di studiare e di consultare testi accademici e scientifici nella sede di viale Bolognesi e l'implementazione delle convenzioni con professionisti e esercizi commerciali. “Il collegio – conclude Prati – ha l’obbligo di rendersi visibile sia con gli iscritti che con la città per cui stiamo pensando di istituire di nuovo la giornata dell’infermiere che fino a qualche anno fa si festeggiava il 12 maggio con un evento cittadino al Parco Urbano. Cercheremo di farci conoscere anche tramite manifestazioni inerenti alla nostra professione quali ad esempio la Settimana del Buon Vivere”.

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