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Cronaca

Omicidio della badante. "Era qui da un mese, accudiva con grande pazienza un novantenne"

Monica doveva accudire un anziano novantenne non autosufficiente, un lavoro di grande pazienza e sacrificio, non da tutte, tanto che i padroni di casa avevano cambiato diverse persone nell'ultimo anno. In molte lasciavano. "Con questa signora, invece, ci trovavamo bene" spiega scosso per l'accaduto il padrone di casa

Una villetta bifamiliare tranquilla, con un giardinetto e i giochi per i bambini sul prato, in una stretta via a senso unico, nel pieno della zona residenziale di Bussecchio: è questa la casa, al civico 27 di via Scanello, ultima traversa di via Cerchia prima della svolta dell’aeroporto, che ha visto l’omicidio della povera Monica Moldovan, badante di nazionalità rumena assunta da appena un mese e mezzo.

Monica doveva accudire un anziano novantenne non autosufficiente, un lavoro di grande pazienza e sacrificio, non da tutte, tanto che i padroni di casa avevano cambiato diverse persone nell’ultimo anno. In molte lasciavano. “Con questa signora, invece, ci trovavamo bene – spiega scosso per l’accaduto il padrone di casa -. Sapevamo poco e niente di lei, della sua vita, era qui da appena un mese e mezzo”. Un contesto raccolto, molto familiare: da una parte la villetta bifamiliare: padre e madre in un appartamento e la famiglia della figlia coi bambini nell’altro.

Poi c’è una graziosa dependance al piano terra dove vive il nonno novantenne e la badante. In mezzo un cortiletto e un giardino, dove si è consumata la tragedia. Una pozzanghera di acqua, versata per lavare il selciato dal sangue, ancora nella serata di mercoledì indicava il punto esatto del sanguinoso episodio. Un’aggressione avvenuta quando in casa non c’era nessuno, se non appunto l’anziano, per fortuna all'interno della villetta, mentre all’esterno si accendeva il litigio e poi l’accoltellamento a freddo.

“Lui non l’avevamo mai visto qui, non sappiamo chi era. Si è portato dietro il coltello, non l’ha preso qui”, spiegano dalla famiglia che accoglieva Monica. “Sapevamo solo che aveva dei figli. Non c’era mai stata alcuna avvisaglia, precedente litigio, niente di niente. Anche perché era qui da poco tempo”. Umano, pur nella tragedia, pensare al rischio corso dai propri familiari: “Quando è successo il fatto non c’era nessuno, tranne il mio anziano suocero. Non sappiamo come è andata esattamente. Ho i brividi a pensare cosa poteva succedere se c’eravamo anche noi”. Lo sguardo va a quel piccolo cortiletto dove si trovano alcuni giochi per bambini, a pochissimi metri dal luogo in cui il compagno ha freddato Monica.

La famiglia è stata richiamata in casa in fretta e furia dai carabinieri, intorno alle 17,45, che nel giro di poche ore, dopo aver effettuato i rilievi scientifici e portato via il corpo della donna, hanno “liberato” la scena del delitto, restituendola alla sua consueta tranquillità, dopo l’improvviso concentrarsi di sirene e lampeggianti. L’assassino si è costituito immediatamente dopo l’omicidio ed è stato portato in caserma per l’interrogatorio. Sono stati sentiti anche alcuni vicini di casa, in particolare una che ha sorpreso l'omicida accanto al corpo della donna col coltello insanguinato in mano e ha iniziato a urlare chiedendo i soccorsi. Alla prima testimone l'assassino ha risposto con lucida freddezza: "Ho già chiamato i carabinieri, lei mi tradiva".

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