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Cronaca

Piazzavano skimmer nei bancomat per clonare i codici: un riflesso tradisce i ladri

La cattura, ad opera dei militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, guidati dal tenente Francesco Grasso, è avvenuta sabato scorso in un centro commerciale di Ferrara

E' un riflesso l'elemento chiave che ha consentito ai Carabinieri della Compagnia di Forlì, al comando del maggiore Gianluigi Di Pilato, di assicurare alla giustizia due cittadini di nazionalità bulgara, rispettivamente di 36 e 46 anni, che si sono specializzati nell'installazione di dispositivi elettronici necessari per la clonazione di carte bancomat o poste pay. La cattura, ad opera dei militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, guidati dal tenente Francesco Grasso, è avvenuta sabato scorso in un centro commerciale di Ferrara. Ora si trovano in carcere con l'accusa di installazione di apparecchiature elettroniche o telematica finalizzata all'acquisizione di dati informatici.

L'INDAGINE – L'attività investigativa ha mosso i primi passi l'11 maggio scorso, quando un cittadino ha segnalato al 112 l'installazione di un apparato elettronico allo sportello bancomat dell'ufficio postale della Cava. Gli uomini dell'Arma hanno acquisito l'elemento, appurando che avevano a che fare con uno “skimmer”. Si tratta  di uno degli strumenti più diffusi per la clonazione delle carte di credito, equipaggiati di telecamerine e memorie. Vengono camuffati negli sportelli automatici e consentono di leggere e copiare i dati riportati sulla banda larga della propria carta di pagamento.

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RIFLESSO – Nella circostanza il malvivente ha commesso un errore. Lo skimmer, attivato prima dell'installazione, ha immortalato il volante dell'auto utilizzata per il spostamenti, con in evidenzia il marchio della casa automobilistica, ma soprattutto di riflesso, attraverso il finestrino, il volto dell'individuo stesso. Con questi elementi gli uomini dell'Arma, acquisendo le immagini di videosorveglianza,  hanno ristretto il cerchio delle auto transitate in quel momento del giorno nella zona, focalizzandosi su una “Volkswagen Golf” blu con targa romena.

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L'AUTO –  “Si spostavano continuamente ed erano difficilmente localizzabili – ha chiarito il maggiore Di Pilato -. E' stata un'indagine meticolosa, che ci ha tenuti impegnati giorno e notte -. Con il supporto delle tecnologie, ma anche con indagini “vecchio stile”, siamo riusciti ad individuare l'auto”. Gli investigatori l'hanno intercettata il 29 maggio a Lido Adriano, dove i due avevano alloggiato in un residence. Cinque giorni dopo la svolta. I militari si sono mimetizzati, bloccando la coppia mentre stava smontando uno skimmer installato la mattinata stessa in uno sportello automatico al centro commerciale “Le Mura” di Ferrara. Prima di questa tappa avevano completato la stessa operazione in un'area self di un istituto di credito nel pieno centro di Bologna, in via Rizzoli.

DATI – La perquisizione effettuata in un bed and breakfast ad Argelato (Ferrara), dove stavano alloggiando, ha portato al sequestro di altri skimmer (complessivamente sette) e delle componenti per l'assemblaggio. Tali erano differenti a seconda del tipo di sportello bancomat. E' stato trovato anche un computer portale, dove presumibilmente venivano scaricati i dati sensibili delle tessere magnetiche, e che sarà successivamente sottoposto ad una perizia su disposizione della magistratura. Si ipotizzano che siano stati salvati centinaia e centinaia di codici, che sarebbero serviti per la clonazione. 

I due, incensurati e senza fissa dimora, si trovano ora in carcere a Ferrara a disposizione della magistratura. Agli investigatori hanno riferito di essere in Italia per commercializzare veicoli commerciali. “Agivano prevalentemente nei fini settimana  - ha chiarito il tenente Grasso -. L'installazione avveniva in circa sei secondi. Fingendo un'operazione allo sportello, il malvivente applicava lo skimmer attraverso del bioadesivo. Le telecamerine venivano applicate di fianco alla tastiera, in modo tale da leggere il codice pin. E dopo alcune ore, una volta riempita la memoria della scheda sd, veniva rimosso”. L'indagine ha interessato le procure di Forlì, Bologna e Ferrara. Ma i fascicoli convergeranno in uno unico di competenza della Dda di Bologna.

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