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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Smog, è giallo sul divieto a stufe e caminetti: lo stop sparisce dall'ordinanza di Forlì

Il contestato divieto a stufe a pellet e caminetti, introdotto dalla Regione per quest'inverno per il contenimento dell'inquinamento, sparisce misteriosamente

Il contestato divieto a stufe a pellet e caminetti, introdotto dalla Regione per quest'inverno come ulteriore misura per il contenimento dell'inquinamento, sparisce misteriosamente dall'ordinanza anti-smog del Comune di Forlì. Se, per esempio il vicino Comune di Cesena contempla esplicitamente  il nuovo divieto chiesto dalla Regione ai Comuni  di pianura, nell'ordinanza di Forlì, tra le varie prescrizioni previste del Piano regionale per l'aria, non viene recepita quella sui caminetti e le stufe che tanto ha fatto discutere nelle scorse settimane. E così da lunedì 1 ottobre, quando entreranno in vigore le misure, a Forlì si aggiungerà ambiguità su ambiguità.

Tecnicamente entrano in vigore dal primo ottobre, e saranno valida fino al 31 marzo 2019, le misure previste dal primo “Piano aria integrato regionale”, per il miglioramento della qualità dell'aria e l'emergenza pm10. Quest’anno vengono introdotte limitazioni su stufe e camini, che riguardano i generatori di calore al di sotto delle due stelle (0 e 1) alimentati a biomassa legnosa (pellet e legna), posti al di sotto dei 300 metri di quota (tale divieto è limitato al solo uso per riscaldamento domestico e non per l’uso dedicato alla preparazione di cibi).

Tuttavia l’attuazione delle misure del Pair 2020 è affidata all’adozione di apposite ordinanze da parte dei sindaci dei Comuni interessati. Essa è, infatti, il provvedimento che ha efficacia per effettuare controlli ed eventualmente comminare sanzioni. Invece nell'ordinanza numero 679 del Comune di Forlì non c'è il riferimento al famigerato divieto di biomassa legnosa negli ambienti domestici dotati di riscaldamento multi-combustibile. L'assessore all'Ambiente William Sanzani sostiene che "nessun sindaco può andare in deroga ad una norma regionale. La norma c'è. La direttiva è già applicativa. Stiamo cercando di capire se è obbligatorio specificarlo. In questa fase vogliamo confrontarci con gli altri comuni che devono sottostare al provvedimento, ovvero Castrocaro, Bertinoro e Forlimpopoli". Intanto, però, dal momento che gli obblighi scattano già da lunedì primo ottobre, per quanto riguarda il Comune di Forlì regnerà un'ulteriore incertezza, in quanto il cittadino - a differenza di quello della vicina Cesena per esempio - non avrà neanche un atto esplicito da consultare per capire se si trova in regola o meno.

La direttiva regionale

La Regione Emilia Romagna spiega che "sono confermate le restrizioni già in vigore nel 2017 per i camini più vecchi, e cioè quelli aperti tradizionali (senza sportello a chiusura della sede di fiamma), le stufe o “caldaiette” con efficienza energetica inferiore al 75%, ossia quelle meno efficienti e più inquinanti, di classe “1 stella”. Il divieto si applica però solo per l’uso riscaldamento e solo nelle abitazioni dotate di sistemi alternativi per riscaldare gli ambienti, e, nel caso, solo nelle aree situate sotto i 300 metri di altitudine. Sono esclusi i Comuni montani per il loro intero territorio. Dunque, se in casa non ci sono altri tipi di impianti di riscaldamento i caminetti possono sempre essere accesi e utilizzati. Lo stesso vale per cucinare cibi o per fini commerciali: nessun rischio di spegnimento per pizzerie, ristoranti e barbeque. Non sono previsti divieti nemmeno per gli impianti a biomassa (legna o pellet) di classe 2 stelle o superiore (la classe di appartenenza è indicata nella documentazione fornita dal costruttore e consegnata all’acquisto), che comprendono la stragrande maggioranza di quelli recenti o di nuova installazione come quelli acquistati con il contributo del Conto termico nazionale, che incentiva interventi per l'incremento dell'efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni".

Ulteriori limitazioni in caso d'allerta

Un'importante novità è rappresentata dall'adozione delle misure emergenziali che saranno attuate a seguito di verifiche effettuate da Arpae e che comportano 2 Livelli di Allerta. Il primo livello prevede che in caso di superamento dei limiti di pm10 per 4 giorni consecutivi le restrizioni alla circolazione scatteranno in modo automatico dal giorno successivo al bollettino emesso da Arpae nelle giornate di lunedì e giovedì. Oltre alle limitazioni alla circolazione già previste, scatteranno ulteriori divieti: utilizzo di stufe a biomassa (legno, pellet e cippato.) con prestazioni emissive inferiori alla classe 3 stelle in presenza di impianti alternativi; divieto di combustione all'aperto (residui vegetali e di potature e falò), abbassamento del riscaldamento fino a un massimo di 19°C negli edifici a residenza e 17° C nei luoghi che ospitano attività produttive, divieto di sosta con motore acceso per tutti i veicoli, potenziamento dei controlli sui veicoli nei centri urbani, divieto di spandimento di liquami zootecnici. Il secondo livello di allerta disporrà che in caso di superamento dei limiti di pm10 per 10 giorni consecutivi alle restrizioni già in essere si aggiungerà, sempre in modo automatico dal giorno successivo al bollettino emesso da Arpae nelle giornate di lunedì e giovedì, il divieto di uso di biomasse con prestazioni emissive inferiori alla Classe 4 stelle. Tutte le misure emergenziali resteranno in vigore fino al primo giorno di aggiornamento del bollettino Arpae (che come detto sono emessi nelle giornate di lunedì e giovedì). Saranno invece prorogati se i livelli rimangono superiori alla soglia.
 
 

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