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Cronaca

Cure palliative e malattie neurologiche: se ne parla all'ospedale di Forlì

"Le cure palliative nascono e si sono sviluppate per l'assistenza ai pazienti oncologici in fase avanzata di malattia", affermano Walter Neri, direttore del reparto di Neurologia del "Morgagni-Pierantoni" e Marco Maltoni, direttore di Cure Palliative.

"Le cure palliative e di fine vita nelle malattie neurologiche". Questo è il titolo del seminario di aggiornamento che si svolgerà martedì 27 gennaio, dalle 14,30 alle 17,30 nella Sala Pieratelli dell'ospedale di Forlì. "Le cure palliative nascono e si sono sviluppate per l’assistenza ai pazienti oncologici in fase avanzata di malattia", affermano Walter Neri, direttore del reparto di Neurologia del "Morgagni-Pierantoni" e Marco Maltoni, direttore di Cure Palliative.

"Negli ultimi anni, però, si è assistito alla progettualità e ad un possibile sviluppo delle cure palliative anche in diverse situazioni cliniche non oncologiche, per esempio in patologie polmonari, cardiologiche, neurologiche - chiosano Neri e Maltoni -. In questi ambiti esistono sicuramente alcuni aspetti comuni alle cure palliative “applicate” in qualunque ambito: necessità di ascolto del paziente, comunicazione sincera anche delle brutte notizie, coinvolgimento della famiglia, approccio multidisciplinare e multiprofessionale, attenzione agli aspetti relazionali, psicologici e spirituali, monitoraggio e gestione ottimale del complesso corredo dei sintomi psico-fisici".

"D’altra parte, però, diversi aspetti clinici e gestionali sono peculiari delle patologie e della disciplina di riferimento, e meritano approfondimenti specifici - continuano i due direttori di reparto -. Per esempio, l’inquadramento prognostico dei pazienti non oncologici è spesso più complesso che in oncologia. Inoltre, le problematiche etiche legate alla cosiddetta pianificazione anticipata dei trattamenti assumono rilevanza notevole, come pure un approccio equilibrato alle cosiddette “scelte di fine vita”. Alcune patologie neurologiche, paradigmatico il caso della Sla, possono giovarsi dell’inserimento dell’approccio palliativo nella gestione complessiva dei pazienti, nell’ottica di una integrazione e di un confronto che sia il più utile possibile ai pazienti e alle loro famiglie".

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