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Cronaca Delle Torri

L'anima dello storico Panificio Genovese va in pensione: Loretta saluta via Delle Torri

Generazioni di bambini ricorderanno il sorriso di Loretta e la sua gentilezza, per loro c'era sempre il biscottino, il dolcetto o il grissino per alleviare l'attesa

Quello che caratterizza la fisionomia della nostra città non è solo la sua struttura urbana, le architetture, gli scorci, ma sono i suoi personaggi, che nella memoria  di generazioni di forlivesi hanno e continueranno  a superare il limite del tempo, divenendo immortali, parte integrante della stessa città. Così è stato per Armandino, la Barcellona,i gelatai Bramante, De Fanti, il mitico salumiere Tomba e tanti altri. A questi si unirà certamente la figura di Loretta che per oltre quarant’anni ha dato vita, è stata l’anima dell’ormai storico Panificio Genovese.  Questo Sabato Santo è stato infatti l’ultimo giorno di lavoro per lei; dalla settimana prossima via Delle Torri non sarà più la stessa.

Per quasi mezzo secolo, per migliaia di forlivesi, è stata immancabile la sosta al Genovese accolti dal sorriso di Loretta che, con vento, pioggia, neve o la più terribile calura, da Branzolino, immancabilmente partiva nelle prime ore del mattino per prendere il comando del suo “bancone”. Con l’umorismo, spesso graffiante, che caratterizza ancora oggi molti forlivesi doc, aveva una battuta per tutti, per il barbiere di via dei Mille, per il signore con il cagnolino sclerotico, per la signora “tutto fare”  e per il nostro Siboni, da sempre acceso sostenitore del Milan,  che quotidianamente era oggetto dei suoi “sfottò” a difesa della Vecchia Signora, la Juve.

Generazioni di bambini ricorderanno il sorriso di Loretta e la sua gentilezza, per loro c’era sempre il biscottino, il dolcetto o il grissino per alleviare l’attesa. Per tanti di noi, per tutti questi anni, quella sosta al Genovese è stato un momento di quiete, di serenità, Loretta sapeva spezzare ogni tensione, ogni cruccio, dal Genovese si usciva sempre con un sorriso, avendo ancora nelle orecchie l’ultima battuta di Loretta. Carissima, per oltre quarant’anni, con una pagnotta di pane ci hai sempre regalato un pizzico di umanità e di saggio spirito romagnolo. Ciao Loretta, che la tua pensione sia lunga e serena.  

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