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Cronaca Santa Sofia

Parco Foreste Casentinesi, "La biodiversità un'opportunità per l'economia locale"

Alla giornata hanno partecipato illustri esponenti del mondo scientifico, istituzionale e dell’associazionismo. Il messaggio che ne è uscito è ben chiaro”il grande valore dei parchi ha anche una forte valenza economica”.

Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, rappresentato dal suo presidente Luca Santini, ha partecipato venerdì alla “Giornata sulla contabilità ambientale”, promossa dal Ministero dell’Ambiente e dall’Università La Sapienza all’Orto botanico di Roma dove è stata presentata la prima raccolta sui dati delle aree protette in Italia. Alla giornata hanno partecipato illustri esponenti del mondo scientifico, istituzionale e dell’associazionismo. Il messaggio che ne è uscito è ben chiaro”il grande valore dei parchi ha anche una forte valenza economica”.

La ricerca ha evidenziato che “l’Italia è il paese europeo con la più grande varietà di specie viventi, secondo il rapporto, i parchi nazionali italiani custodiscono ben 56mila specie di animali. In Italia, il patrimonio naturale può anche contare su foreste di faggete e querceti. In totale, l’Italia ospita circa 124 varietà di ambienti su 149 aree protette, di cui il 7,1% del territorio dei parchi è rappresentato da fiumi e laghi. Inoltre, sempre secondo i dati, le aree protette riducono del 4,5% il fenomeno dell’urbanizzazione”. Gli interventi degli esperti che si sono seguiti , da quello dal capo del Corpo Forestale dello stato, Cesare Patrone, al Presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri, al direttore dell’Orto Botanico, Carlo Blasi, al Direttore generale della Direzione Protezione della natura e del mare del Ministero dell’Ambiente, Renato Grimaldi ne hanno fatto un bilancio positivo.

“Conservare la biodiversità – ha commentato il presidente del Parco delle Foreste Casentinesi Luca Santini – è una grande opportunità per lo sviluppo di un’economia locale. In un paese dove la crisi ormai aggredisce i territori più industrializzati, l’essere rimasti estranei a certe dinamiche con un grande patrimonio ambientale e culturale può essere il valore aggiunto per una nuova economia e soprattutto per un’inversione di tendenza. Questa ricerca ci conferma ancora una volta che le aree protette sono una fonte di ricchezza e l’unica possibilità di rilancio di aree cosiddette marginali, attraverso l’adozione di modelli di sviluppo alternativi senza considerare il miglioramento della qualità della vita e la consapevolezza del forte legame esistente tra l’uomo e la natura”.

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