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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

L'agopuntura per ridurre il numero di cesarei

L’iniziativa, partita a settembre, rientra nel progetto regionale “Giù la testa”, promosso dall’Emilia-Romagna nel quadro del II° programma sperimentale “Medicine non convenzionali”

Dalla medicina cinese un’opportunità in più per ridurre il numero di tagli cesarei. Nel caso di feto in posizione podalica, cioè con sederino, ginocchia, o piedi verso il basso, l’U.O. di Ginecologia-Ostetricia dell’Ausl di Forlì, diretta dal dott. Claudio Celestino Bertellini, consente, infatti, alle proprie pazienti di ricorrere alla stimolazione con agopuntura e moxibustione, antica tecnica orientale diretta a favorire il rivolgimento spontaneo del bambino ed evitare così  il cesareo.

L’iniziativa, partita a settembre, rientra nel progetto regionale “Giù la testa”, promosso dall’Emilia-Romagna nel quadro del II° programma sperimentale “Medicine non convenzionali” col coinvolgimento di 47 fra ospedali e Consultori della Regione, compreso, appunto, il centro forlivese.  Di solito, i tagli cesarei per presentazione podalica del feto – circostanza che al termine della gravidanza si riscontra in 4 casi su 100 – rappresentano il 30% di tutti i cesarei, pari, a Forlì, a 80 ogni anno.

«La riduzione dei cesarei è uno degli obiettivi previsti dal percorso nascita – illustra il dott. Bertellini – Dato che col passare dei mesi diminuiscono le possibilità di un rivolgimento spontaneo del feto, si sono messe a punto diverse tecniche dirette a favorirlo spontaneamente oppure eseguirlo con manovre esterne sotto controllo ecografico». Tali manovre esterne, effettuate nella 37° settimana, sono riservate, tuttavia, a casi selezionati e presentano alcuni minimi rischi.

«L’agopuntura e la maxibustione, invece, sono tecniche assolutamente innocue – dichiara il dott. Bertellini – e costituiscono, quindi, un’ottima opportunità per evitare, in totale sicurezza, il ricorso al cesareo, che resta pur sempre un intervento chirurgico, soggetto, come tale, a possibili rischi e complicanze». Al momento, alcuni studi multicentrici sul rivolgimento podalico condotti in Oriente e confermati in Europa sembrano mostrare come, dopo la stimolazione con agopuntura e moxa, aumenti il numero di bambini che si girano senza bisogno di forzatura medica.

«Sulla base dei dati attualmente disponibili, le donne sottoposte a tale tipo di trattamento ricorrono al cesareo per presentazione podalica solo nel 28-30% dei casi – illustra il dott. Andrea Amadori, dell’U.O. di Ginecologia-Ostetricia, responsabile medico del progetto per Forlì, in collaborazione con la dott.ssa Monica Malisano – Considerando che il rivolgimento spontaneo avviene nel 56% dei casi, c’è, dunque, un 15% di donne che può beneficiare di questa terapia».

Uno degli obiettivi del progetto regionale, che a livello forlivese ha come referente Licia Massa, responsabile infermieristica e ostetrica del Dipartimento Materno-Infantile, è proprio verificare tali dati su una casistica significativa, stimata in 500 pazienti al terzo trimestre di gravidanza da arruolare globamente nei prossimi uno-due anni nei 47 centri di riferimento.

«A Forlì è la prima volta in assoluto che si testano tecniche di medicina non convenzionale – rivela il dott. Amadori – Sino ad oggi abbiamo reclutato una decina di madri; quelle che accettano di partecipare possono scegliere fra tre opzioni: farsi semplicemente osservare, senza alcun intervento, ricorrere alla sola stimolazione con moxibustione, oppure a quella combinata con l’agopuntura». Questi trattamenti vanno praticati fra la 32° e 34° settimana, andando a stimolare un punto situato nel quinto dito del piede, sia destro sia sinistro.

«L’agopuntura deve essere effettuata due volte a settimana, per due settimane, recandosi in reparto – spiega il dott. Amadori – la moxibustione, invece, è da eseguire quotidianamente, al proprio domicilio:  si tratta di scaldare la zona indicata, per circa 40 minuti, con un sigaro a base di moxa, ovvero un’erba dotata di proprietà terapeutiche, l’artemisia, il cui calore favorisce il movimento spontaneo del feto».

Le donne potranno apprendere tale tecnica direttamente dalle ostetriche dell’ambulatorio per la gravidanze a termine e di quello per le gravidanze a basso rischio o fisiologiche dell’U.O. di Ginecologia e Ostetricia dell’Ausl di Forlì, le quali partecipano attivamente al progetto e saranno appositamente formate dal dott. Amadori, specialista nel campo della medicina non convenzionale.

Le gestanti che desiderassero prendere appuntamento possono chiamare allo 0543-731226, tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 11 alle 13. L’iniziativa è stata portata a conoscenza anche dei ginecologi privati, i quali, dunque, possono inviare le proprie pazienti ai due ambulatori dell’unità. Nello studio, inoltre, è inserito, solo per la parte osservazionale, il Consultorio familiare salute donna dell’Ausl di Forlì.

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