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Cronaca

Cento forlivesi in pellegrinaggio nella terra d’origine del vescovo Livio

La particolarità del viaggio, effettuato con due pullman, sta nel fatto che il presule friulano, entrato ufficialmente a Forlì il 22 aprile scorso, è ritornato per un giorno nella città d’origine

Cento persone, in prevalenza forlivesi, hanno preso parte, l’8 ottobre scorso, al pellegrinaggio interdiocesano a Concordia ed Aquileia guidato dal vescovo di Forlì-Bertinoro mons. Livio Corazza. La particolarità del viaggio, effettuato con due pullman, sta nel fatto che il presule friulano, entrato ufficialmente a Forlì il 22 aprile scorso, è ritornato per un giorno nella città d’origine accompagnato da un centinaio di fedeli della sua nuova “patria” pastorale.

“Rivolgo un caloroso saluto ai presenti – ha detto nel corso dell’omelia della messa celebrata nella Cattedrale di Concordia, di cui è stato parroco per 7 anni dal 2011 al 2018 – non sapendo ancora se rivolgermi a voi da ospite o da ospitante”. Mons. Corazza ha preso spunto dalla lettura della parabola del Buon Samaritano, per ribadire i capisaldi del nuovo programma pastorale diocesano presentato lo scorso 29 settembre nel Duomo forlivese: “Dedicheremo questo anno al tema della fraternità per rendere credibile il Vangelo”. Inevitabile da parte del pastore d’anime forlivese il richiamo ai martiri della sua terra natale: “Questa cattedrale conserva le reliquie dei 72 Santi Martiri Concordiesi perseguitati nel 304 d.C. dall’imperatore romano Diocleziano per non aver voluto abiurare la fede cristiana. La loro determinazione ricorda la tenacia della forlivese Annalena Tonelli, martirizzata 15 anni fa in Somalia al termine di una vita interamente data per gli altri”.

Forlivesi in pellegrinaggio nella terra d'origine del vescovo Livio (foto di Piero Ghetti)

Durante la mattinata trascorsa a Concordia Sagittaria, i pellegrini forlivesi hanno appreso la storia della cittadina da sempre sospesa fra Veneto e Friuli. Importante centro romano, Iulia Concordia fu fondata nel 42 a.C. dai Romani presso l'incrocio della Via Annia con la Via Postumia. Il centro è chiamato solo Concordia fino al 1868, quando un Regio Decreto ne determina l’appellativo di Concordia Sagittaria, riferendosi all’antica fabbrica di frecce (in latino sagittae) insediata in loco all’inizio del IV sec. d.C. La straordinarietà della Cattedrale concordiese dedicata al protomartire Santo Stefano e più antico esempio di testimonianza della fede cristiana in Veneto, sta nel fatto di essere letteralmente sospesa su piloni e plinti dalla fine degli anni Cinquanta, quando si decise di riportare alla luce e di mantenere visibili le fondamenta della sottostante basilica paleocristiana. Degno di rilievo dal punto di vista storico-artistico anche il Battistero, risalente all’XI secolo: gli affreschi in stile bizantino sono della fine del XII secolo.

Nel pomeriggio, al termine del pranzo, il gruppo si è spostato ad Aquileia, in visita alla grande Basilica paleocristiana dedicata alla Vergine e ai santi Ermacora e Fortunato. Solamente il pavimento della chiesa, costituito da un meraviglioso mosaico policromo del secolo IV riportato alla luce dagli archeologi austro-ungarici negli anni 1909-12, vale il prezzo del viaggio: si tratta del più esteso mosaico paleocristiano del mondo occidentale (ben 760 metri quadrati) caratterizzato da tutti i più grandi temi della cristianità. Spiccano il Gallo, annunciatore della luce del nuovo giorno, la Tartaruga, il cui nome greco significa “Abitatore delle tenebre” simboleggiante il maligno, fino ad osservare il Pastore con il Gregge mistico.

Di rilievo anche la grande scena di pesca, che allude alla predicazione del Vangelo ad opera degli Apostoli: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”. Il pellegrinaggio a Concordia ed Aquileia rientra nel programma dell’Opera Pellegrinaggi della Romagna, avviata dalle sette diocesi della Romagna (Rimini, San Marino-Montefeltro, Forlì-Bertinoro, Cesena-Sarsina, Faenza-Modigliana, Imola e Ravenna-Cervia) con l’intento di “promuovere il patrimonio artistico e culturale del nostro territorio in una prospettiva cristiana, nonché coordinare e promuovere eventi e pellegrinaggi”.

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