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Cronaca

'Piada52' scalda i motori al Parco di via Dragoni e i Verdi attaccano: "Uno scempio"

Sulla pagina Facebook di Piada52 si legge che “gli operai del cantiere stanno lasciando spazio alla squadra di lavoro di Piada52, che sta prendendo confidenza con gli spazi; il bar è pronto, da venerdì anche la cucina avrà il gas"

L'inaugurazione ufficiale è fissata per il 28 settembre. Sono quasi terminati i lavori per il chiosco di piadina 'Piada 52', progetto della cooperativa sociale Paolo Babini per l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate. I Verdi partono all'attacco anche di questa iniziativa, definendola “un nuovo scempio nel parco di via Dragoni, un enorme e bruttissimo edificio”, costruito “ erodendo l'area verde, ampliando il parcheggio già sovrabbondante, abbandonando al suo destino la vecchia casa sede del quartiere, attualmente inagibile”, si legge in una nota della Federazione di Forlì.  

Intanto sulla pagina Facebook di Piada52 si legge che “gli operai del cantiere stanno lasciando spazio alla squadra di lavoro di Piada52, che sta prendendo confidenza con gli spazi; il bar è pronto, da venerdì anche la cucina avrà il gas e iniziano giorni intensi di prove, collaudi e sperimentazioni. L'emozione cresce, tra una decina di giorni apriremo al pubblico”.

“E' incomprensibile perché sui siano buttati tutti quei soldi per una costruzione di grandi dimensioni, del tutto ingiustificata, invece di restaurare e consolidare e rendere agibile il vecchio edificio esistente. E' incomprensibile perché si sia erosa ancora la superficie del parco, cementandone e asfaltandone un altro pezzo. - continuano i Verdi -  Che il disegno sia quello dell'abbandono della vecchia sede del quartiere risulta chiaro dal fatto che il Pd ha ceduto in comodato la sede del proprio circolo di fronte al parco per farci 'provvisoriamente', cioè per sempre, la sede del quartiere. Ma vorremmo sapere se è stata fatta una variante al piano regolatore, se le norme consentono che dentro un'area verde pubblica possano essere costruiti nuovi volumi edilizi, se è legittimo che una costruzione sorga a filo strada (o parcheggio) invece di osservare le distanze regolamentari. Vorremmo sapere chi paga, chi ha deciso di buttare molte decine di miglia di euro in questa operazione priva di fondamento, chi gestirà il chioscone, se è stato fatto un bando e quanto rende al Comune. L'orribile edificio è stato dipinto con bande verdi verticali ma queste non servono affatto a renderlo compatibile con il parco di cui, fra l'altro, occlude parzialmente la vista da via Dragoni”.

In realtà in occasione della posa della prima pietra, il 12 giugno scorso, venne spiegato come   il progetto, possibile grazie al prezioso contributo di ben 100mila euro da parte della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e dal sostegno della Fondazione Romagna Solidale e di alcune aziende e privati cittadini del territorio, costea complessivamente 450mila euro, dovuti alle ingenti risorse necessarie per realizzare il parcheggio, i bagni pubblici e la piantumazione di nuovi alberi. La proposta di Piada 52 nasce nel 2009: la Circoscrizione n.4 (poi n.3) e il Servizio Pianificazione e Programmazione del Territorio del Comune di Forlì crearono un Laboratorio di Progettazione Partecipata per chiamare a raccolta i cittadini che vivono l'Area Verde di via Dragoni e raccogliere idee per lo sviluppo del parco. A quel Laboratorio, coordinato dall'allora Presidente di Circoscrizione Katia Zattoni, poi assessore al Decentramento e alla Pace e grande sostenitrice del progetto, parteciparono cittadini, rappresentanti di associazioni del territorio e operatori della Cooperativa Sociale Paolo Babini e del Centro di Aggregazione Officina52, che sostennero l'idea dei ragazzi di prevedere, tra le altre proposte, l'edificazione di un punto di ristoro. Da quegli incontri sono nate alcune proposte, tra cui quella di Piada52 prossima ormai a divenire realtà. Reinvestire una parte degli incassi (circa 20mila euro nei primi 9 anni di concessione) è uno degli impegni della Cooperativa: come questi soldi verranno concretamente impiegati sarà deciso dal Comitato di Progettazione Partecipata.
 

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