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Cronaca

E' cresciuto a pane e motori, a 25 anni lavora nel motorsport. "La F1 è un obiettivo. Ma prima penso alla laurea"

Pierpaolo Milandri, forlivese di 25 anni, sta costruendo il suo percorso che l'ha portato a vivere da vicino l'ambiente dei motori

Il sogno è arrivare un giorno in un box di Formula Uno. Ma prima serve tanta gavetta e la laurea in ingegneria. Pierpaolo Milandri, forlivese di 25 anni, sta costruendo il suo percorso che l'ha portato a vivere da vicino l'ambiente dei motori. Grazie ad uno stage scolastico, all'età di 17 anni è arrivata la prima esperienza in un team di Formula Renault, gestito da Giovanni Minardi, figlio dell'ex patron Giancarlo dell'omonima scuderia faentina. Da gommista l'impegno del 25enne si è fatto ben più importante. E con caparbietà è arrivato in Formula 4, col team bolognese Antonelli Motor Sport, lavorando come tecnico al fianco di Kikko Galbiati, il brasiliano Joao Vieira e Federico Malvestiti. Con lo stesso team è stato impegnato nel "Super Trofeo Europa Lamborghini" come consulente di Loris Spinelli. La carriera sta proseguendo col team lughese Target Racing, accanto a Raffaele Giannoni, col quale ha colto un secondo ed un terzo nel campionato "Super trofeo Europa Lamborghini". Ha respirato anche l'atmosfera della 24 ore di Spa, conquistando un secondo posto con Stefano Costantini e Alberto Di Folco. Nell'immediato futuro c'è il campionato Endurance e il "Super Trofeo Lamborghini", con viaggi negli Emirati Arabi tra Dubai ed Abu Dhabi.

Come è nata la passione per il motorsport?
Nacque quando ero molto piccolo. All'età di 5 anni i miei genitori mi comprarono una mini moto rossa (in famiglia c'è sempre stata una grande passioni per le due ruote) e me ne innamorai subito. Adoravo girare per il cortile di casa, cercando sempre di andare più veloce. La mia passione venne alimentata col tempo soprattutto grazie alla televisione. In famiglia siamo sempre stati tifosi della Ferrari e di Valentino Rossi, quindi passavo le mie domeniche guardando le gare sia di moto che di auto, immaginando cosa si provasse a lavorare in pista.

La prima volta in un box quando è stata?
La prima volta a 13-14 anni al Mugello. Mio babbo aveva trovato tramite amici due pass per andare a vedere la MotoGp. E' stata una giornata fantastica e piena di emozioni, vissuta da tifoso, non avrei mai pensato che da li a qualche anno avrei lavorato in quel mondo. 

Quando hai capito di trasformare questo amore per i motori in lavoro?
In realtà è capitato molto casualmente. Dovevo fare uno stage per la scuola in estate e non sapevo dove effettuarlo. In quel periodo conobbi Giovanni Minardi, figlio del ex proprietario della Scuderia Minardi F1 Giancarlo, che gestiva un team di Formula 3.5 Renault. Mi offrì la possibilità di farlo come “gommista” all'interno del scuderia. Dopo la prima trasferta al Nurburgring, ero già entusiasta dell'ambiente che mi circondava e avevo deciso che mi sarebbe piaciuto fare l'ingegnere di pista. Durante le giornate svolgevo il mio lavoro come “Gommista tutto fare” e appena possibile andavo da uno degli ingegneri del team Ruggero Apriletti, che è ancora tutt'oggi è uno dei miei punti di riferimento insieme a Giovanni Minardi, per imparare il più possibile sul suo lavoro.

Dalla Formula 4 Italia ai campionati Lamborghini Super Trofeo Europa, passando anche per il campionato Endurance. Di cosa ti occupi?
Sono tecnico di pista. Mi occupo principalmente di telemetria, assetti delle macchine e strategia di gara. Seguo i piloti in pista e tramite la telemetria li aiuto a migliorare il loro stile di guida e la loro performace sia in qualifica che in gara. 

Come si gestisce la pressione in un weekend di gara?
All'inizio è stato molto complicato. La pressione e l'inesperienza giocano brutti scherzi, ma col tempo ho capito che l'importante era impegnarsi sempre e dare il 100% e le prestazioni sarebbero arrivate. Per questo devo ringraziare il mio team principal Roberto Venieri che ha sempre creduto in me e mi ha permesso e mi sta permettendo di crescere nelle migliori condizioni.

Il momento più bello della tua carriera da ingegnere di pista?
A livello puramente personale il secondo posto di Monza col pilota Edoardo Morricone nel campionato Formula 4 Italia. Partire da 0 con un pilota di 16 anni e aiutarlo nella crescita fino a raggiungere il podio, in una pista importante come Monza, è davvero appagante. Mentre a livello di team sicuramente il secondo posto di categoria alla 24h di Spa. Disputare e finire una 24 ore già è una grande soddisfazione soprattutto per un team al debutto, ma raggiungere il secondo posto è stato semplicemente fantastico.

Dall'autodromo a casa, quando torni a Forlì cosa fai?
In questo momento studio ingegneria Meccanica. Sono un po' in dietro, ma conto di laurearmi presto. Sono spesso fuori casa per lavoro, soprattutto nei fine settimana, quindi quando sono a Forlì cerco di godermi la mia splendida città con familiari e amici.

Perchè quattro ruote e non due?
In realtà non so dare una risposta, come ho detto prima sono capitato per caso in un box di quattro ruote a lavorare e me ne sono innamorato. Non mi è mai capitato di pensare alle due ruote come lavoro.

Speri un giorno di arrivare in F1?
La Formula 1 è un obiettivo, molto lontano per il momento, ma un obiettivo. Ora devo pensare a laurearmi e a dare il massimo per il team per cui lavoro, solo cosi posso pensare di raggiungerlo.

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