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Cronaca Dovadola

Nube di gas in piscina, struttura bloccata per controlli. Migliorano gli intossicati

Carabinieri, vigili del fuoco, Arpa e Ausl sono tornati al lavoro, giovedì mattina, sulla piscina dove si è sprigionato il gas

Carabinieri, vigili del fuoco, Arpa e Ausl sono tornati al lavoro, giovedì mattina, sulla piscina della “Locanda i Fondi” di Dovadola, dove mercoledì pomeriggio si è sprigionata la nube di gas tossico che ha costretto decine di persone al fuggi-fuggi dalle uscite di emergenza, in preda a nausea, vomito, irritazioni, tosse e bruciore agli occhi. Il locale tecnico in cui si è verificata la miscela tossica non è ancora del tutto accessibile: i tecnici effettuano dei campionamenti per capire che cosa può essere accaduto dal punto di vista chimico. Intanto sono stati tenuti in osservazione per la notte i bambini ricoverati mercoledì sera all'ospedale Morgagni-Pierantoni, mentre tre adulti (tra cui il bagnino) sono stati dimessi dopo qualche ora. I 5 erano i soggetti più colpiti dai sintomi dell'intossicazione.

Secondo quanto ipotizzano i carabinieri, presenti sul posto con il comandante della compagnia di Forlì Luigi Di Pilato, l'esalazione si è sprigionata dalle vasche in cui si depositano i prodotti per la depurazione e l'igiene dell'acqua della piscina, in particolare con una reazione tra il classico 'cloro', come viene comunemente chiamato, e l'acido solforico, anch'esso utilizzato normalmente nelle piscine per scopi igienici. Una terza sostanza viene immessa nelle acque per risolvere i sedimenti oleosi derivanti dalle creme solari, ma quest'ultima sostanza pare non sia coinvolta nella reazione chimica.

Alcuni bagnanti, quelli più lievi che non si sono recati al pronto soccorso, hanno continuato per tutta la notte a soffrire di sintomi in via di attenuazione. Insomma, un epilogo sicuramente non felice per un pomeriggio in famiglia passato ai bordi di una piscina di nuova realizzazione. La struttura è ora chiusa al pubblico. Arpa e Ausl, in particolare, stanno verificando nel dettaglio la rispondenza alle normative di sicurezza e fino a quando non sarà completato l'iter, sarà interdetto l'accesso all'utenza. Tuttavia non è stato disposto alcun sequestro.

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