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Cronaca Rocca San Casciano

Proibito dar da mangiare ai randagi vicino alla chiesa, la protesta: "E la carità cristiana?"

I gatti randagi non devono stare vicino alla chiesa, che è un luogo sacro da rispettare: su questa presa di posizione del parroco si è innescato un aspro dibattito arrivato fino ai carabinieri

I gatti randagi non devono stare vicino alla chiesa, che è un luogo sacro da rispettare: su questa presa di posizione del parroco si è innescato un aspro dibattito che è arrivato a coinvolgere perfino i Carabinieri del paese e la curia vescovile a Forlì. Questa vicenda è avvenuta qualche settimana fa a Rocca San Casciano, ed in particolare per un cartello affisso nella bacheca della chiesa di San Donnino. Si tratta di un’antica chiesa tra i boschi, a 490 metri d’altezza, e non in un contesto urbano. Qui fino a qualche tempo fa si trovava una colonia felina non censita. “Ed io vorrei sapere che fine hanno fatto”, chiede in una sua lettera Simonetta Forgagni, volontaria di un’associazione animalista che all’occorrenza provvede a questi randagi.

“San Donnino è un luogo sacro, è severamente proibito dar da mangiare ai gatti vicino alla chiesa e alla casa parrocchiale” enuncia il cartello che è finito al centro di diversi dubbi e accusato di scarsa “carità cristiana” e di scarso rispetto “degli insegnamenti di San Francesco”, recita la lettera. In particolare si lamenta il contesto in cui è stato affisso: una chiesa di montagna, immersa nell’ambiente naturale e nei boschi, dove cioè non si può parlare di problemi di natura igienico-sanitario per la presenza di randagi. “Vorrei ricordare che i gatti randagi non nascono con la pioggia, come i funghi, ma dall’inciviltà di chi non sterilizza e di chi abbandona”, sempre la missiva. Insomma, in ambito felino i randagi sono anch’essi “gli ultimi”, a cui la chiesa dovrebbe per lo meno avere un occhio di benevolenza. 

E invece la questione tra “gattare” e don Tedaldo Naldi, il prete di Rocca San Casciano, è giunta fino ai Carabinieri: “Su richiesta del parroco, mi hanno interpellato per chiedermi di non dare da mangiare più ai gatti. Ho chiesto più volte un colloquio con don Naldi, ma non ho mai ottenuto  un incontro”, dice Forgagni. Da parte sua l’associazione ha presentato la sua rimostranza anche  alla curia vescovile a Forlì, dove avrebbe ottenuto come risposta di portare pazienza. “Non vado in chiesa, ma mi è stato riferito che durante la messa sarebbe stato anche detto che sfamare i gatti randagi è peccato”.
 

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