rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

"Popolazione e welfare. Il fragile equilibrio"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

"Se giustamente ci felicitiamo del fatto che la vita media si stia allungando, che l’Italia sia tra i paesi più longevi del mondo, forse dovremmo pensare un po’ di più a ciò che questo significherà in termini di gestione del welfare e del sistema pensionistico, e più in generale a quanto i mutamenti demografici peseranno sul nostro futuro, quello di un paese dove si nasce sempre di meno e si invecchia sempre di più. Un paese in cui secondo il recente report Working better with age dell’Ocse - senza interventi adeguati - entro il 2050 il numero dei pensionati sarà superiore a quello dei lavoratori.

In genere, infatti, nella terza e quarta età l’entrata economica principale, se non l’unica per i più, è rappresentata dalla pensione pubblica, purtroppo troppo bassa per far fronte a ciò che la non autosufficienza comporta nella vita di una persona. Ma più in generale, la maggior parte delle volte la pensione pubblica è troppo bassa per garantire un tenore di vita adeguato. Proprio con ciò si apre la grande sfida che una popolazione che invecchia comporta sul sistema welfare: la pensione pubblica. Da un lato la sostenibilità di un sistema pensionistico a ripartizione e dall’altro pensioni che non coprono il reddito goduto da lavoratori e che lasciano scoperta una fetta piuttosto rilevante delle entrate economiche nella vita di un pensionato.

Se la popolazione invecchia e nello stesso tempo cresce l’inoccupazione, il rapporto tra pensionati e lavoratori entra inevitabilmente in crisi, motivo alla base dell’introduzione del metodo di calcolo contributivo della pensione e di uscite dal mondo del lavoro sempre più avanzate. Di fatto, però, pensionamenti più rigidi rappresentano una scelta obbligata. Ecco, dunque, che una pensione pubblica calcolata in base ai contributi versati nel corso della carriera anziché sulla base della retribuzione degli ultimi anni di lavoro si prospetta meno generosa, soprattutto per le generazioni più giovani, anche alla luce del mutato contesto occupazionale.

Ma a questo una prima “soluzione” c’è. Almeno per chi può permettersela: la previdenza integrativa, forma di risparmio finalizzato proprio ad integrare la pensione pubblica a tutela del proprio tenore di vita. Anche se ad oggi in pochi sono iscritti ad un fondo pensione, gli incentivi per farlo ci sono tutti, da un regime fiscale agevolato, alle flessibilità e tutele dello strumento. Non è molto e non è la panacea di tutti i mali del sistema. Ma è almeno un primo argine. Spetta alla politica (e certo anche a ciascuno di noi cittadini) misurarsi con la realtà dei fatti. Potremo contarci?"

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Popolazione e welfare. Il fragile equilibrio"

ForlìToday è in caricamento