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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Il calore del Natale entra in carcere col pranzo insieme alle autorità

Il carcere di Forlì ospita attualmente 105 persone, di cui 19 sono donne; di questi oltre una ventina sono stati impegnati in cucina, come cuochi o camerieri

Si è tenuto martedì nel carcere di Forlì il pranzo di Natale che ha visto sedere allo stesso tavolo 105 detenuti, autorità, operatori, formatori e volontari. Il pranzo è stato realizzato da detenuti e detenute che, a seguito di un corso di cucina appena terminato, hanno preparato dall’antipasto al dolce per oltre 180 persone. Il tutto è stato coordinato da Techne, ente di formazione del Comune di Forlì (attraverso Livia Tellus Romagna) e di Cesena e dall’Associazione di volontariato Cds, che hanno supportato i detenuti nella preparazione delle pietanze e nell’allestimento della sala. Tra le numerose autorità presenti vale la pena ricordare il sindaco di Forlì, Davide Drei, lassessore alle Politiche Sociali, Raoul Mosconi, il vescovo Monsignor Lino Pizzi, ed i parlamentari Marco di Maio, Bruno Molea e Veronica Zanetti.

"Un bellissimo momento - sottolinea Palma Mercurio, direttrice della casa circondariale di Forlì - per un sincero scambio di auguri e per un breve spazio di convivialità che restituisce dignità alle persone in esecuzione penale e che porta un po’ di calore natalizio in carcere”.  Durante il pranzo si sono esibiti il tenore Maurizio Tassani e il maestro Andrea Benzoni, che hanno allietato il momento conviviale. Il carcere di Forlì ospita attualmente 105 persone, di cui 19 sono donne; di questi oltre una ventina sono stati impegnati in cucina, come cuochi o camerieri, per la realizzazione del pranzo, esperienza che potrà essere loro utile per spendersi nella ricerca di un lavoro a fine pena.

Techne, agenzia di  formazione di proprietà del Comune di Forlì (attraverso Livia Tellus Governance Spa) e del Comune di Cesena, lavora in carcere da oltre vent’anni anni, realizzando corsi di formazione ed operando nei 4 laboratori produttivi interni di cui è stato co-fondatore (la cartiera Manolibera, il laboratorio di assemblaggio Altremani, il Laboratorio di bici “Liberi di pedalare” e il laboratorio di disassemblaggio di apparecchiature elettriche ed elettroniche), permettendo così ai detenuti di imparare un mestiere per reinserirsi nella società e ridurre i rischi di recidiva.

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