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Cronaca

Meteo, il gelo sfiorerà la Romagna: stop all'alta pressione e alle nebbie

Spiega Randi: "Aria mite di origine subtropicale sarà spinta in quota fino a lambire le Isole Svalbard, mentre aria molto fredda di estrazione artica si espanderà molto velocemente sulla Russia, sull’est europeo e la penisola balcanica"

Stop all'alta pressione e alle nebbie. La Romagna sarà sfiorata nei prossimi da un'ondata di gelo dall'Est Europa, che, oltre a determinera un abbassamento delle temperature, contribuirà ad un miglioramento della qualità dell'aria, grazie ai venti dai quadranti nord-orientali. Seguirà nel primo fine settimana di gennaio il transito di una perturbazione atlantica, che porterà piogge e presumibilmente nevicate a quote basse. L’irruzione fredda che colpirà soprattutto l’Europa nord-orientale pare essere una “toccata e fuga”; successivamente tenderà a ripristinarsi un modello di circolazione con le correnti atlantiche protagoniste.

 Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com, un mese attanagliati dalla nebbia in pianura, mentre in quota l'atmosfera è primaverile. La svolta è vicina?
In effetti dopo un mese abbondante in compagnia dell’anticiclone, con nebbie insistenti, assenza di piogge e temperature miti, specie sui rilievi, sembra che qualcosa stia per cambiare, anche se al momento gli effetti sulla nostra regione sembra possano essere marginali.

Cosa accadrà in particolare?
L'espansione verso nord di un promontorio di alta pressione favorirà la migrazione dei propri massimi sulla penisola scandinava: tale assetto obbligherà le masse d’aria a muoversi lungo i meridiani e ad avere una direzione che sarà sud-nord e nord-sud rispettivamente ad ovest e ad est dell’isola di alta pressione. Pertanto aria mite di origine subtropicale sarà spinta in quota fino a lambire le Isole Svalbard, mentre aria molto fredda di estrazione artica si espanderà molto velocemente sulla Russia, sull’est europeo e la penisola balcanica. Assisteremo quindi ad un forte scambio termico meridiano ad opera di una consistente ondulazione della corrente a getto d’alta quota che farà sviluppare l’asse dell’alta pressione per circa 5000 chilometri. La discesa di aria gelida verso sud porterà sui settori centro-orientali europei temperature anche di 10-12 °C al di sotto della media, ma sarà breve. La regione balcanica sarà quella che sperimenterà, più di tutte le altre aree dell’est europeo, il calo più drastico delle temperature tra martedì e giovedì, anche se per quanto severa sarò anche piuttosto breve.

L'alito freddo ci sfiorerà?
La nostra penisola, e di conseguenza anche la nostra regione, saranno interessate assai marginalmente dalla discesa di aria artica, anche se ugualmente riuscirà ad entrare aria un po' più fredda e soprattutto più secca che dovrebbe riuscire a rimuovere lo strato di nebbia che imperversa da settimane. Paradossalmente con l’ingresso delle correnti da nord-est potremmo avere un iniziale aumento delle temperature in pianura e costa ed una diminuzione sui rilievi grazie alla rottura dello strato di inversione termica, con un rimescolamento che dovrebbe ripristinare un gradiente termico verticale più vicino alla normalità. Solo in un secondo tempo avremo un calo termico generalizzato, ma su valori non oltre un paio di gradi al di sotto della norma; quindi un freddo assolutamente normale in questo periodo stagionale. L’isolamento dell’alta pressione a latitudini molto elevate avrà anche il merito di forzare il flusso perturbato atlantico ad abbassarsi verso sud, tendendo consentendo quindi l’ingresso di sistemi perturbati in arrivo dalla Francia che potranno riportare qualche precipitazione. Tuttavia sembra che proprio le correnti atlantiche riusciranno a respingere al mittente le masse d’aria molto fredde verso est o nord-est. E quindi al momento attuale la “rinfrescata” sembra essere alquanto breve. Ma almeno l’alta pressione dovrebbe prendersi un periodo di “riposo”, che in questo momento è quanto mai gradito, anche per migliorare la qualità dell’aria.

Con gli spifferi freddi dall'est Europa c'è la possibilità di nevicate anche in pianura?
Il breve afflusso di aria dai Balcani sarà relativamente freddo ma anche secco, per cui si tratterà di una massa di aria stabile; al limite sorvolando il tiepido Adriatico potrebbe leggermente instabilizzarsi dal basso, ma la probabilità di precipitazioni è molto bassa. Piuttosto non è da escludere che tra il 2 ed il 3 una debole perturbazione atlantica faccia scorrere aria mite ed umida in quota al di sopra di quella fredda e secca che nel frattempo si sarà portata nei bassi strati; in questo caso precipitazioni nevose anche a quote molto basse non sono da escludere, ma mancando ancora diversi giorni servono conferme su questo tipo di evoluzione.

In ogni caso tornerà la pioggia?
A prescindere dalla possibilità o meno di nevicate a bassa quota esiste un buon segnale circa una ripresa delle precipitazioni dal 3 gennaio e per almeno 3-4 giorni; l’abbassamento in latitudine del flusso perturbato atlantico potrà in effetti essere di aiuto in questo caso. Poi sulla discriminazione tra pioggia e neve, nonché relative quote, ci si potrà ragionare solo nei prossimi giorni.

Il cambiamento atmosferico è il preludio ad una seconda parte d'inverno più dinamica? Ci saranno irruzione fredde più dirette verso l'Italia?
In linea di massima sembra che l’irruzione fredda che colpirà soprattutto l’Europa nord-orientale sia una “toccata e fuga”, e che poi tenda a ripristinarsi un modello di circolazione con le correnti atlantiche protagoniste, e quindi con prevalenza di periodi miti ed instabili alternati a fasi nuovamente anticicloniche; inoltre almeno fino a buona parte della seconda decade di gennaio sembra che ciò possa rendere difficile il verificarsi di nuove discese fredde, quantomeno di tipo artico continentale, ovvero le più severe. Ma l’inverno è appena cominciato, e probabilmente più avanti potranno ripresentarsi nuove occasioni.

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