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Cronaca

Meteo, primi freddi in arrivo. Il 2014 sarà ricordato tra i più caldi del'900

Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com, traccia per RomagnaOggi.it/ForliToday una previsione per il ponte dell'Immacolata ed un'analisi climatologica del 2014

Temperature oltre la media stagione, specie nei valori minimi. Un weekend grigio, con ombrello a portata di mano, data la possibilità di piogge e rovesci sparsi a carattere intermittente, con rischio maggiore di precipitazioni tra la serata di sabato e la mattinata di domenica. Poi tra lunedì e martedì è previsto un cambiamento della circolazione atmosferica, con l'ingresso di masse d'aria più fredda marittima, che riporteranno le temperature nella media del periodo. Nessuna ondata di gelo, ma semplicemente un normale freddo di inizio inverno con possibili nevicate sui rilievi. A tracciare la previsione per il ponte dell'Immacolata è Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com.

L'esperto meteo traccia anche un'analisi di quel che è stato il 2014 dal punto di vista atmosferico, precisando che l'anno che si avvia alla conclusione sarà ricordato per le elevatissime temperature e per le estreme anomalie, con ben sei mesi su undici caratterizzati da anomalie termiche uguali o superiori a 2°C. Una particolarità che non ha alcun precedente dal 1900.

Ancora deboli piogge sulla Romagna. Durerà molto questa fase d'instabilità?
La situazione sul bacino del Mediterraneo vede ancora la presenza di una circolazione depressionaria a tutte le quote che continua ad essere alimentata da masse di aria molto umida ed instabile provenienti dal nord Atlantico e che si gettano sul Mediterraneo occidentale stante la presenza di un’alta pressione alquanto tenace sull’Europa orientale. Pertanto almeno fino al pomeriggio di domenica transiteranno in regioni altri corpi nuvolosi e saranno ancora possibili piogge e rovesci sparsi a carattere intermittente, con rischio maggiore di precipitazioni tra la serata di sabato e la mattinata di domenica. Tuttavia anche nel resto del weekend, nonostante le dovute pause, sarà sempre bene tenere l’ombrello a portata di mano, poiché la situazione sarà nel complesso instabile. Temperature ancora ben al di sopra della norma stagionale, specie nei valori minimi.

Con l'Immacolata si annunciano i primi spifferi freddi...
La modalità di circolazione che insiste oramai da settimane sul comparto euroatlantico subirà, con l’esordio della prossima settimana, una parziale modificazione, che porterà un campo di alta pressione presente su medio Atlantico a rimontare parzialmente verso nord-nord-est in direzione delle isole britanniche, mentre l’altra struttura anticiclonica manterrà le proprie posizioni su Europa orientale. Ciò determinerà un diverso assetto del canale depressionario nord Atlantico, il quale orienterà il proprio asse da mare del nord a bacino centrale del Mediterraneo facendovi affluire masse d’aria più fredda che accompagneranno e seguiranno il passaggio di alcune rapide perturbazioni provenienti da nord-ovest.

Cosa possiamo attenderci?
Il passaggio principale è atteso tra lunedì e martedì ed è al suo seguito, ovvero martedì, che farà l’ingresso aria più fredda, sebbene si tratterà con ogni probabilità di un semplice rientro nella norma stagionale, giacchè ancora adesso abbiamo valori termici ancora ben al di sopra delle medie tipiche della prima decade di dicembre. Infatti le masse d’aria fredda che hanno componente marittima, come quelle attese la prossima settimana, sono fredde essenzialmente in quota ma assai meno nei basi strati a causa del lungo percorso che effettuano sul mare; possono risultare alquanto instabili, ma raramente portano a forti ondate di freddo, le quali in genere provengono dalle aree continentali (Siberia, Russia, Balcani) o al più da Finlandia o repubbliche baltiche. Ma non sarà il caso della prossima settimana, quindi arriverà semplicemente un normale freddo di inizio inverno e nulla più.

Sul web circolano voci anche "incontrollate" di nevicate anche in pianura. Teniamo a tranquilizzare i lettori...
L’evoluzione attesa tra lunedì e martedì comporterà è vero un calo delle temperature, ma si parte da una situazione assai mite (e che insiste da molti giorni) e non arriverà peraltro aria gelida, quindi la possibilità di nevicate, se non subentreranno radicali novità nei prossimi giorni, sarà relegata almeno intorno ai 1000 metri di quota sul nostro Appennino; solo nella mattinata di martedì la quota dello zero termico è attesa portarsi sugli 800-1000 metri, il che indicherebbe una quota neve intorno ai 500 metri circa o appena inferiore nel caso di precipitazioni intense. Ma la possibilità di neve in pianura in queste condizioni è assai remota. Peraltro non tutti i modelli concordano su questo ultimo punto e quindi non è detto che la quota neve non possa risultare un poco più alta. C’è da dire che la previsione della quota neve è, in determinate situazioni, alquanto ostica, e normalmente la si formula non prima delle 48 ore di profondità quando ci si può basare sui modelli ad area limitata (LAM) che danno indicazioni più dettagliate su alcuni parametri essenziali per la stima della precipitazione nevosa.

L'inverno meteorologico si è presentato con una piccola alluvione sulla Romagna meridionale. Cosa ha determinato piogge così abbondanti?
Tra il pomeriggio e la serata di mercoledì si sono avute piogge piuttosto intense, dovute alla risalita dalla Toscana di un vortice depressionario che nelle 24 ore precedenti aveva assunto caratteristiche simil tropicali, e quindi caratterizzato da precipitazioni spesso a carattere di rovescio. I fenomeni sono stati più intensi lungo la fascia costiera compresa tra riminese, cervese e ravennate, laddove hanno particolarmente insistito linee di rovesci temporaleschi, peraltro favoriti nel loro innesco dalle temperature insolitamente elevate di questo periodo unitamente ad acque superficiali marine aventi temperature superiori alla norma del periodo. Nella fase di passaggio del nucleo più intenso del vortice in quota, evoluto da sud verso nord, si sono registrati i rovesci più consistenti. Su queste aree si sono totalizzati, nell’evento, dai 50 agli 80 millimetri di pioggia con alcuni picchi anche superiori (Cesenatico, alcune zone di Rimini). I massimi di intensità si sono registrati in genere tra le 16.30 e le 18.30. I valori cumulati mercoledì sono superiori a quelli medi climatologici dell'intero mese di dicembre (compresi tra 50 e 60 millimetri nel trentennio 1971-2000), per cui si tratta di un dato giornaliero di rispettabile entità e non del tutto frequente nel periodo invernale. Inoltre durante l'evento si sono attivati moderati venti da est-nord-est che hanno reso difficoltosa la "ricezione" del mare della notevole quantità di pioggia occorsa nell'entroterra.

Conferma che quello che si è chiuso è stato tra i mesi di novembre più caldi dal 1950?
Certamente; abbiamo vissuto il mese di novembre più caldo dal 1950 con anomalia regionale di temperatura media di ben +4.1°C rispetto al valore climatologico 1971-2000. In base a ciò il novembre 2014 è stato il più caldo dal 1950 davanti a quello del 1963 (anomalie di +3.8°C). Anomalie termiche di simile portata si sono avute, negli ultimi 20 anni, solo nell'agosto e giugno 2003 (che molti ricorderanno), oppure gennaio-febbraio 2014. Ma anche l’autunno 2014 nel suo complesso non scherza: è risultato il più caldo dal 1950 con una anomalia regionale di temperatura media di +2.2°C, superando il precedente record del 1987 (anomalia di 2.1°C). A proposito di 2014 occorre precisare che sarà ricordato a lungo per le elevatissime temperature e per le estreme anomalie (sul periodo 1971-2000 gennaio e febbraio +3.9°C; marzo +2.0°C; aprile +2.2°C; giugno +1.2°C; ottobre +2.8°; novembre +4.1°C). Si tratta di ben 6 mesi su 11 con anomalie termiche uguali o superiori a 2°C, particolarità che non ha alcun precedente dal 1900. Solo luglio, agosto e settembre hanno visto lievi anomalie termiche negative ma contenute entro il mezzo grado, e quindi non paragonabili e quelle di cui sopra. Ecco perché l’anno climatologico 2014 (gli anni climatologici iniziano il primo dicembre dell’anno precedente e terminano il 30 novembre dell’anno corrente) risulta di gran lunga il più caldo dal 1950 con una anomalia di ben +1.7°C, distanziando di circa mezzo il 2007 ed il 2012 che detenevano il primato. Un dato su cui riflettere.

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