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Cronaca

Cena a favore della ricerca: oltre 6mila euro dal primo Charity Dinner Ior

Il ricavato è andato a sostegno del Progetto Moda, sperimentazione portata avanti dall’equipe di Chirurgia Senologica dell’Ospedale Pierantoni-Morgagni, in collaborazione con l’Irst Irccs di Meldola

Si è tenuto, in piazza Saffi, il primo Charity Dinner Ior della città. L’evento, nonostante fosse al suo esordio, ha richiamato ben 131 persone. Tema della serata: il sostegno alla ricerca scientifica. Se il Gran Gala Ior di Cesena, tenutosi al Teatro Verdi il 6 dicembre, ha infatti avuto come focus quello dei servizi gratuiti al paziente oncologico, andando a supporto del Progetto Margherita, l’iniziativa di lunedì ha rappresentato quella che è un po’ la seconda anima dello Ior, come recita il motto dell’Istituto “vicino a chi soffre, insieme a chi cura”.        

Il ricavato dell’evento, pari a 6.710 euro, è infatti andato a sostegno del Progetto Moda, sperimentazione portata avanti dall’equipe di Chirurgia Senologica dell’Ospedale Pierantoni-Morgagni, in collaborazione con l’Irst Irccs di Meldola. Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal American College of Surgeon e che è valso al team di Forlì il riconoscimento “Memorial Prize 2017”, mira ad aprire nuovi orizzonti clinici per tutte le donne colpite da tumore del seno e costrette a mastectomia, con l’impiego di una “matrice omologa dermica acellularizzata”, da cui l’acronimo Moda: tessuto umano, derma, trattato in laboratorio, in grado di rigenerarsi, crescere, invecchiare e comportarsi proprio come la pelle delle pazienti.

"Siamo i primi in Italia ad utilizzare questa tecnica ricostruttiva per i carcinomi mammari - spiega la dottoressa Annalisa Curcio -  al momento la normale routine per quel che riguarda il trattamento del tumore al seno è la conservazione della mammella, ma per alcune donne si rende indispensabile un doppio intervento di mastectomia e ricostruzione tramite l’utilizzo di materiale di origine animale o sintetica. Il Progetto Moda punta a ridurre il vissuto di malattia ad un unico tempo chirurgico, evitando quindi alla donna un duplice intervento, con probabilità di complicanze doppie. Inoltre, grazie alla tecnica brevettata all'ospedale Bufalini di Cesena, la matrice omologa dermica acellularizzata deriva da donatore umano, risultando dunque maggiormente biocompatibile, cosa che comporta un rischio di rigetto molto minore e un risultato cosmetico superiore, a tutto vantaggio della qualità di vita delle pazienti".

"L’Istituto Oncologico Romagnolo possiede almeno due grandi anime - afferma il presidente dell'Istituto Oncologico Romagnolo, Dino Amadori - se mercoledì sera a Cesena abbiamo sviscerato quella che è la nostra attività a sostegno della persona che soffre, questa sera siamo andati maggiormente nello specifico della ricerca scientifica. Se vogliamo che veramente questo sia il secolo in cui sconfiggeremo gran parte delle neoplasie, occorrono questo tipo di eventi a sostegno del progresso in ambito oncologico e di quelli che sono i progetti più interessanti e promettenti, come "Moda" ha ampiamente dimostrato di essere. Il filo conduttore è comunque la qualità di vita dei pazienti, in special modo delle donne. Il tumore al seno è la neoplasia più frequente per le donne di tutte le fasce d’età, e purtroppo colpisce anche ragazze giovani, con una prospettiva di vita molto ampia: per non parlare del fatto che, grazie alla recente introduzione dei test genetici (Brca1 e Brca2), si è riscontrato un concomitante aumento del numero d’interventi profilattici per la riduzione del rischio. Anche per questo risulta sempre più importante andare a curare la qualità di vita".

"E’ molto importante questo primo evento cittadino - ha spiegato il sindaco Davide Drei nel corso della serata - dopo il cambio di sede avvenuto recentemente dimostra che l’Istituto Oncologico Romagnolo è una realtà che vuole essere sempre più presente a Forlì. Ci tengo a ringraziare personalmente il professor Amadori non solo per la sua incredibile attività al servizio della lotta contro il cancro, ma anche per il suo ruolo di divulgatore scientifico: la prevenzione è una cosa fondamentale, avere la possibilità di conoscere più a fondo la malattia grazie a questo grande professionista è una fortuna che il nostro territorio dimostra di apprezzare".

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