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Cronaca

Il primo giorno dei bar: "Poca gente e chiedono il permesso per entrare. Ma chi entra consuma dentro"

I forlivesi che per lavoro, per abitudine o per semplice voglia di uscire hanno fatto tappa in centro, sono promossi per quanto riguarda la sicurezza; ma i numeri sono abbastanza per il commercio?

Una mattina con un sole un po' tenue ha salutato l'ufficiale rientro dalla quarantena, con un cielo grigio che forse rovinando un po' anche i piani di chi avrebbe volentieri approfittato del primo giorno senza autocertificazioni per concedersi finalmente una passeggiata in centro. Ma in prima linea ad attendere c'erano molti negozi, finalmente aperti, e anche i bar più amati del centro, o almeno alcuni di loro, non hanno esitato a tornare ad aprire, finalmente, anche per il servizio al banco e ai tavoli.

Un rientro tanto atteso che però, come alcuni si aspettavano, è stato fiacco e guardingo. "Per la piazza è passata poca gente", ha commentato infatti Christian Palazzi, titolare della Pasticceria Lovo. Anche alla Loggia di corso della Repubblica la situazione è simile, come nota Gianni Ragazzini: "Di persone che passeggiavano fuori ce n'erano anche; ma ho visto molti fermarsi davanti alla nostra vetrina, pensarci un po' e poi andare via. Diciamo che abbiamo lavorato un terzo di quanto si lavora di solito."

Oltre al piacere di rivedere i clienti – molti dei quali abituali – una buona notizia è che i forlivesi si ricordano ancora il piacere del caffè nella tazza di ceramica: "Chi è entrato ha voluto consumare al tavolo" ha assicurato con piacere Christian Palazzi. Anche dalla Loggia arriva la conferma: "In questo periodo molti hanno costruito nuove abitudini, e ci vorrà ancora un po' di tempo prima che si torni alla normalità, ma chi è entrato ha consumato all'interno." Il caffè in tazzina, dunque, resta un punto fermo.

Per quanto riguarda le norme per la sicurezza, si può dire che i forlivesi sono stati promossi: "Si sono comportati tutti molto bene. Hanno rispettato le distanze di sicurezza, si sono igienizzati le mani all'ingresso con il gel, tutti avevano la mascherina" commenta Gianni Ragazzini. Anche al Lovo la situazione era sotto controllo, pur con le immancabili eccezioni: "Alcuni non avevano le mascherine, e sembravano non avere idea dell'ordinanza della Regione. Ma abbiamo risolto la situazione e all'interno del locale tutti si sono comportati molto bene. Con gli occhi spalancati, sembrava quasi che non fosse vero che si ricominciasse a uscire." L'atmosfera, nonostante la voglia di ricominciare ci sia, è ancora piuttosto tesa: "Le persone chiedono il permesso di entrare, si guardano intorno per assicurarsi di mantenere le distanze di un metro" racconta ancora Gianni Ragazzini.

Ma non tutti hanno deciso di rientrare proprio oggi. Al Jump, infatti, ancora serrande abbassate: il co-titolare Luca Gardella aspetta il ritorno al lavoro in sede per i suoi clienti abituali – soprattutto dipendenti degli uffici pubblici e universitari – per tornare agli orari di prima. "Vogliamo prenderci un po' di tempo anche per formare al meglio i dipendenti, e per fornirci di tutte le misure di sicurezza necessarie. Probabilmente apriremo questo weekend, in orario da aperitivo e pub." Un giorno in più o un giorno in meno, a questo punto, non sembra fare la differenza... E dopotutto, per un vero bilancio converrà, forse, aspettare il fine settimana.

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