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Cronaca

Dopo 70 giorni Forlì si risveglia: il primo giorno di riapertura tra chiacchiere al bar, sorrisi, profumi e bimbi "saggi"

Il 18 maggio ha segnato il primo giorno di una nuova vita. Piazza Saffi è tornata a respirare un senso di libertà dopo 69 giorni di lockdown

Aleggiava nell'aria. Ma contemporaneamente si poteva vedere e percepire dai profumi. Il 18 maggio, primo giorno di una nuova vita. Piazza Saffi torna a respirare un senso di libertà dopo 69 giorni di lockdown. Un ritorno alle abitudini di sempre: un cappuccino, un cornetto alla crema per cominciare, servito al tavolino, il tanto amato shopping, l'attesa sforbiciata alla chioma ed un aperitivo prima di pranzo. Libertà. L'eco risuona tra i corsi del centro storico di Forlì. Ma è una libertà col paracadute. Volti coperti da mascherine e distanziamento sociale, regola entrata nelle case degli italiani a fine febbraio e che ora bisogna più che mai fare nostra. Perchè il virus c'è ancora e non è sconfitto.

Forlì è ripartita. Primo giorno di serrande alzate per i negozi, e i forlivesi che si sono ripresi ciò che il covid-19 aveva portato via. Non c'era il tradizionale mercato del lunedì, ancora in stand-by in attesa di una riorganizzazione degli spazi, ma il centro si è comunque risvegliato dopo due mesi di letargo forzato. A fronte dei pochissimi passanti di poche settimane fa, il traffico sembra quasi quello di una giornata ordinaria. Sulle strade del centro si rivedono le auto, gli incolonnamenti al semaforo della rotonda di viale vittorio Veneto, i clacson che suonano. E’ la normalità di una Forlì che si è risvegliata dopo settimane di torpore.

Il 18 maggio, la ripartenza di Forlì: così in centro storico

Cancellati in un amen i corsi deserti. In Corso Mazzini ha riaperto le porte, ad esempio, il salone gestito da Giordano Frignani. E' lunedì, ma le forbici sono roventi. Un rapido saluto: "Ho l'agenda piena. E' tutto prenotato". Sono tornate le passeggiate tra i negozi, gli acquisti "non necessari", ma che fanno tanto bene allo spirito, e tanta socialità. Gli occhi dei commercianti che sorridono. "Sta andando benissimo - sono le prime sensazioni di Federica De Lorenzi di Senape 53 in via Delle Torri -. C'è tanta gente e abbiamo avuto buoni riscontri". L'ingresso del primo cliente, a due mesi dalla chiusura, è stata un'autentica emozione: "Mi porterà fortuna", esclama. Uno sguardo alla vetrina, l'ingresso con segnali informativi ed un accessorio con il quale bisognerà fare l'abitudine: l'igienizzante. Protocolli assimilati e misure di sicurezza messe in pratica, non solo dagli esercenti, ma anche dai clienti: "C'è massima collaborazione. Tutti indossano la mascherine e all'ingresso mettono i guanti e li igienizzano".

Dall'altra parte del negozio c'è il Giardino Orselli. Hanno approfittato del sole del mattino per giocare alcuni bambini accompagnati dalle famiglie. Indossano le mascherine e c'è anche il saggio del gruppo: "A un metro di distanza", dice un piccolo. In Piazza Cavour c'è la coda per entrare al Mercato Coperto. Il profumo di fritto misto di pesce ricorda che l'ora di pranzo si avvicina. Passeggiando per corso Garibaldi si respira l'indistinguibile odore che esce dai forni de "La pizzeria dello studente". Non si entra nel punto vendita, ma si viene serviti all'esterno: "E' un'azione veloce, diamo la pizzetta e le persone possono continuare a passeggiare - illustra il titolare Fabio Poli -. Ci stiamo riorganizzando". Il via vai per il corso continua: "C'è troppa gente. Anche sulla via Emilia c'era molto traffico".

Chi è rimasta sempre aperta durante il picco dell'emergenza è Marinella Portolani, titolare dell'edicola di Piazza Saffi a pochi passi dalla Camera di Commercio: "C'è un aumento del passeggio. Si vede che c'è tanta voglia di normalità e di semplicità, ciò che ci ha portato via il virus per due mesi". A pochi passi c'è una pattuglia della Polizia Locale che vigila sugli assembramenti. C'è chi si avvicina ad un agente per avere informazioni circa l'uso della mascherina nei luoghi aperti. Ormai è diventata un'abitudine indossarla. Anche tra i più anziani. Che si sono radunati a cerchio nei pressi dei bar per la chiacchierata del lunedì. Argomento: coronavirus. Si parla di decreto e distanze. Sì, perchè non c'è da discutere di un gol in fuorigioco o di come sono andati Valentino Rossi e la Ferrari. Il covid-19, del resto, è ancora tra noi.

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