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Cronaca

Processo inceneritori, chiusura in Corte d'Appello senza colpi di scena

Il collegio presieduto dal giudice Daniela Magagnoli ha confermato la sentenza di primo grado

A cinque anni e mezzo dalla sentenza di primo grado, si chiude a Bologna il processo d'appello Hera-Mengozzi, che vedeva imputati cinque dirigenti di Hera e due della ditta Mengozzi, societa' che gestiscono i due inceneritori di Forli'. E si chiude senza colpi di scena, visto che il collegio presieduto dal giudice Daniela Magagnoli ha confermato la sentenza di primo grado, assolvendo con formula piena, perche' il fatto non sussiste, tutti gli imputati, accusati di immissione nell'atmosfera di sostanze pericolose e di mancato rispetto del decreto legislativo per la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento e per le procedure di valutazione d'impatto ambientale.

Rigettate, quindi, le richieste della Procura generale, che aveva chiesto di condannare i dirigenti di Hera a sei mesi e a pagare 6.000 euro di ammenda a testa, e il titolare della Mengozzi, Enzo Mengozzi, e la vicepresidente della ditta, Milena Mugnai, a tre mesi e a 1.000 euro di ammenda. Conclusioni condivise dai legali di parte civile Fabio Malpezzi, Antonio Giacomini, Marco Martines e Roberto Roccari, ma che non hanno convinto i giudici, che nel giro di 90 giorni dovrebbero depositare le motivazioni della decisione. Ovviamente soddisfatti, invece, il legale dei dirigenti di Hera, Guido Magnisi, che sottolinea "la lunghezza del processo, iniziato nel 2007 dopo la morte di un bambino la cui patologia era stata inizialmente collegata all'attivita' dell'inceneritore", mentre Michela Vecchi, che difende Mengozzi e Mugnai, pone l'accento sul fatto che "si tratta di un'assoluzione piena, e non dovuta al fatto che le prove fossero insufficienti o contraddittorie". (fonte Dire)

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