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Cronaca

Davide Drei a processo nel caso 'Livia Tellus': "Grazie a chi ha avuto coraggio di darmi il suo sostegno"

"Vi ringrazio per la stima e l'amicizia che mi dimostrate, ed è importante sentirla in situazioni dove c'è il forte rischio della solitudine. Fa bene all'animo"

“Sono stati centinaia i messaggi postati su questa pagina. E poi quelli su Instagram, e tantissimi quelli personali via WhatsApp, Telegram, Messenger e anche i vecchi SMS. E pure qualche telefonata. Fanno davvero piacere. A tutti un grazie di cuore, per il pensiero e gli auguri. Ma tra tutti questi messaggi un grazie speciale a coloro che oltre agli auguri di compleanno hanno usato parole di vicinanza e solidarietà all'indomani della prima udienza del processo in cui sono coinvolto, dopo l'uscita degli articoli di stampa. Messaggi in alcuni casi pubblici, e altri in forma privata. Vi ringrazio per la stima e l'amicizia che mi dimostrate, ed è importante sentirla in situazioni dove c'è il forte rischio della solitudine. Fa bene all'animo”: è questa l'esternazione di ringraziamento che l'ex sindaco Davide Drei affida a Facebook nel giorno del suo compleanno, ma anche e soprattutto all'indomani della prima udienza per il processo 'Livia Tellus', che ha visto una sfilata di politici in tribunale, tra cui numerosi sindaci ed ex sindaci e, come primo teste, il consigliere della Lega Massimiliano Pompignoli, che presentò l'esposto.

Alle persone che hanno espresso solidarietà al sindaco anche per il processo che lo vede imputato assieme all'ex direttore generale del Comune Vittorio Severi e all'ex presidente di Livia Tellus Gianfranco Marzocchi, Drei manda i suoi ringraziamenti: “Grazie soprattutto perché non avete paura di metterci la faccia, sia nei miei confronti che in quelli dell'opinione pubblica. Non è poco. E' più comprensibile rimanere in attesa, vedere cosa succede, come finirà. Certamente. Saranno infatti i giudici, a fine processo, a determinare come sono andate le cose e dove sta la verità. Servono molta pazienza e fermezza, quando si viene associati a comportamenti illegali e si mette in dubbio la tua onestà, soprattutto se sei stato un servitore della cosa pubblica. Ma qui c'è qualcosa di più del garantismo, che mi auguro questo Paese, e questa città, non si limitino a predicare ma anche a praticare nella politica e nella società. Qui c'e la stima, l'amicizia, l'affetto di tante persone. Grazie. Anche per il coraggio. Vi abbraccio”.

L'inchiesta

L'indagine della Procura è stata molto rapida. Chiusa a febbraio 2018  quando nel novembre 2017 c'era stato il suo apice con la consegna di avvisi di garanzia al sindaco Davide Drei, all'ex presidente della holding delle partecipazioni nelle società pubbliche “Livia Tellus” Gianfranco Marzocchi, ed infine al direttore generale Vittorio Severi. I reati contestati dall'inchiesta sono quelli di falso ideologico e abuso d'ufficio, vale a dire le accuse “classiche” per funzionari e politici che, negli atti, non avrebbero rispettato la normativa. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Francesco Roppo (Drei), Marco Martines (Marzocchi), Antonio Baldacci (Severi), mentre l'accusa è sostenuta dal pm Laura Brunelli.

La questione è nota: nel passaggio da “Livia Tellus” come società del Comune di Forlì a società dell'Unione dei Comuni è stato riconosciuto un aumento di stipendio tra parte fissa e parte collegata a risultati a Gianfranco Marzocchi. Un compenso effettivamente basso e molto più basso di figure equivalenti in società dello stesso tipo degli altri Comuni (era di 8.000 euro annui per la gestione di una società con un patrimonio da centinaia di milioni di euro), ma che per le diverse normative che si sono succedute negli anni, miranti proprio a contenere le spese nell'immensa selva di società pubbliche, non si sarebbe potuto aumentare, ma anzi da tagliare del 20%.

PARLA IL SINDACO: "AGITO NELLA MASSIMA CORRETTEZZA"

Secondo l'inchiesta, gestita da pm Francesca Rago e Laura Brunelli  questo avrebbe dato un indebito vantaggio patrimoniale a Marzocchi di circa 25mila euro l'anno per due anni. Per raggiungere quest'obiettivo, secondo l'inchiesta, sarebbero stati fatti dei falsi in atti ufficiali, partendo dai “visti di regolarità”. Insomma, atti viziati che infine avrebbero prodotto la maggiorazione di stipendio a Marzocchi.

La difesa 

Drei ha chiesto l'applicazione del rito immediato che velocizza l'iter che ha portato all'apertura del processo. Nelle dichiarazioni ha sempre puntato su due elementi forti della sua difesa: il primo è che non c'è stato danno per le casse pubbliche, ma anzi un maggior risparmio di quello imposto dalla legge; il secondo è che, mentre veniva gestita la pratica amministrativa, nessuno ha mai opposto un rilievo tecnico e contabile e che all'epoca non esisteva un'interpretazione univoca della norma. Nel luglio 2015, col progetto di creare una holding del 15 comuni, venne effettuata una riorganizzazione.  In più tappe in 4 società partecipate (Livia tellus, Forlìfarma, Forlì città solare e Forlì mobilità integrata) vennero dimezzato gli amministratori, con un risparmio da 146mila a 104mila euro per i compensi degli amministratori, con una riduzione del 29 percento, superiore al 20 percento richiesto dalla legge. In quel frangente, però, nel generale riassetto delle partecipate, è stato aumentato il compenso di Marzocchi, in quanto “dandogli maggiori responsabilità, col passaggio a 15 comuni e un capitale complessivo a 250 milioni, veniva ridefinito un corrispettivo più equo alla responsabilità assunta”, aveva spiegato. Le somme che poi sono state indicate come indebitamente percepite sono state successivamente restituite da Marzocchi.

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