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Cronaca

Omicidio Molducci, la nuova perizia debutta in tribunale: "Morte non collegabile in modo certo ai farmaci assunti"

Non può essere evidenziato un nesso causale tra la morte e le sostanze rinvenute nel corpo di Danilo Molducci, il medico di Campiano deceduto a 67 anni

Non può essere evidenziato un nesso causale tra la morte e le sostanze rinvenute nel corpo di Danilo Molducci, il medico di Campiano deceduto a 67 anni il 28 maggio del 2021. Questo è quanto risulterebbe dalla perizia richiesta dalla difesa e discussa lunedì in Tribunale a Ravenna, dove è in corso il processo per l'accusa di omicidio pluriaggravato contro il figlio del medico, il 40enne Stefano Molducci, di Castrocaro, ed Elena Vasi Susma, badante del dottore per quasi due anni. Al centro dell'udienza l'accertamento effettuato dai professori Paolo Fais dell'Università di Bologna e Alberto Salomone dell'Università di Torino per valutare la causa del decesso del medico 67enne davanti alla Corte presieduta dal giudice Cecilia Calandra.

L'obiettivo della perizia del Tribunale era verificare se le analisi presentate nel corso del processo dai consulenti tecnici delle parti potessero accertare le cause della morte del medico. In particolare, si cercava di determinare un nesso causale tra la morte e le sostanze rinvenute su tessuti e liquidi biologici della vittima e se la quantità di tali sostanze fosse sufficiente a causare la morte del medico ravennate. A tal proposito la perizia richiesta della difesa - rappresentata dagli avvocati Antonio Giacomini e Claudia Battaglia - avrebbe accertato che il decesso non può ritenersi collegato alla concentrazione di amlodipina e benzodiazepine rinvenute nel cadavere di Molducci. 

Secondo l'accusa, invece, il figlio del medico ravennate avrebbe agito seguendo un piano premeditato intossicando il padre mediante un sovradosaggio di farmaci con l'aiuto della colf, che avrebbe - sempre secondo l'ipotesi accusatoria - prima acquistato le medicine anche attraverso ricette contraffatte (durante la prima udienza è emerso che, al momento della morte di Molducci, la donna era già indagata proprio per questo motivo), poi le avrebbe somministrate alla vittima. Il possibile movente delineato dall'accusa sarebbe di tipo economico. 

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