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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Civitella di Romagna

Ancora il progetto di un biodigestore a Cusercoli: i cittadini si mobilitano e monta la protesta

"Il progetto in questione prevede la costruzione di un impianto a biogas alimentato a 'forsu' (frazione organica dei rifiuti solidi urbani), - spiega il presidente del Comitato, Spartaco Ulrico Collinelli - sigla dietro la quale si nasconde una vasta tipologia di rifiuti "

Per la terza volta, martedì scorso, è stato ripresentato il progetto di costruzione di un biodigestore a San Martino in Varolo di Cusercoli, nel Comune di Civitella di Romagna. Gli abitanti del Comune questa volta non si sono fatti cogliere impreparati, essendosi già associati in un comitato cittadino denominato “Comitato di difesa, salute e ambiente di Civitella di Romagna”.

“Il progetto in questione prevede la costruzione di un impianto a biogas alimentato a 'forsu' (frazione organica dei rifiuti solidi urbani), – spiega il presidente del Comitato, Spartaco Ulrico Collinelli - sigla dietro la quale si nasconde una vasta tipologia di rifiuti che comprende anche legno, plastica, gomma, pneumatici, letame, scarti di macellazione, prodotti tessili. Il comitato, ritenendo la realizzazione di tale progetto un pericolo per la salute pubblica e un grave danno per il territorio, si opporrà con tutti i mezzi a che ciò avvenga, perseguendo una lotta democratica, che in tanti casi analoghi ha portato proprio i cittadini con l'aiuto dei sindaci a scongiurare tale pericolo, come ci dimostrano vari esempi in tutta Italia, partendo dal recente caso di Rovigo arrivando fino a quello di Nardò(LE) passando per la vicina Fratta Terme, per Montecosaro(MC), per Cerveteri(Roma) e per tante altre realtà”.

“Il pericolo per la salute in questi impianti è causato dalla combustione del biogas: vengono liberate nell'aria delle polveri sottili(Pm10) e sottilissime(Pm2,5,e Pm0,1) con rischi di gravi patologie quali tumori, malattie cardiovascolari, leucemie e malformazioni fetali. - continua Collinelli -  I danni per il territorio e l'economia locale sarebbero molteplici, in quanto l'impianto stroncherebbe irrimediabilmente qualsiasi velleità turistica, influendo sul paesaggio con un “ricettacolo di rifiuti”, posto vicino al fiume Bidente, alla porte di Cusercoli, in un'aberrante cartolina paesaggistica, col castello medioevale sullo sfondo. Emetterebbe i suoi gas maleodoranti e le sue polveri sopra le coltivazioni della zona, distruggendo sicuramente l'immagine (oltre ai prodotti) delle vicine aziende agricole e vitivinicole, come la rinomata
cantina “Poderi del Nespoli”. Porterebbe alla svalutazioni di tutti gli immobili del circondario per chilometri e chilometri. Aumenterebbe il traffico stradale di mezzi pesanti e maleodoranti. Tutto questo a fronte di quale vantaggio per la comunità? - si chiede il presidente – Praticamente nessuno. I posti di lavoro di tali strutture sono solo di un paio di unità, non è necessario allo smaltimento locale di rifiuti e inoltre bisogna ricordare che quella zona ha già fatto la sua parte nello smaltimento dei rifiuti con una discarica che serviva tutto il comprensorio forlivese, costruita negli anni 80 e chiusa pochi anni fa. Non parliamo poi della produzione di energia elettrica, che è minima e finalizzata solo ad ottenere gli incentivi statali che noi tutti paghiamo con una percentuale della “bolletta Enel””.

Attualmente il Comitato ha avviato tra i cittadini una raccolta di firme contro la realizzazione dell'impianto, raccogliendo in pochi giorni svariate centinaia di adesioni. Nella giornata di sabato, approfittando della sua visita al Parco delle Foreste Casentinesi, una delegazione del comitato ha incontrato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, esponendogli il problema. “Questi – scrive Collinelli -  ha manifestato interesse e disponibilità nonostante alla sua funzione non competa la trattazione di queste procedure autorizzative, le quali sono di competenza regionale, e, nel nostro caso, delegate alla Provincia. Solo in alcuni casi queste questioni sono rimesse alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. In conclusione la volontà popolare può e deve impedire questa ennesima barbarie verso un territorio che ha già pagato il suo dazio a una politica arretrata di smaltimento rifiuti”.

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