rotate-mobile
Cronaca

Progetto negato, proteste a sinistra: "La parità delle donne non fa parte dalla famiglia tradizionale?"

Pioggia di reazioni, a sinistra, per la decisione del Comune di forlì di bloccare un progetto già finanziato dalla Regione sul tema delle discriminazioni sessuali

Pioggia di reazioni, a sinistra, per la decisione del Comune di forlì di bloccare un progetto già finanziato dalla Regione sul tema delle discriminazioni sessuali con la motivazione che "come da programma elettorale, l'amministrazione aderisce ad un modello di famiglia tradizionale". A commentare la scelta è Maria Teresa Vaccari, Segretaria Comunale PD Forlì: "Il PD di Forlì considera molto grave la decisione della Giunta Zattini di bloccare progetti del Comune già finanziati dalla Regione con l'obiettivo di contrastare e prevenire la violenza di genere e le discriminazioni per orientamento sessuale che coinvolgono un ampio gruppo di associazioni attive sul territorio. Si tratta di una decisione senza precedenti, relativa ad un progetto che è risultato assegnatario di contributi in base alla partecipazione ad un bando regionale e che, essendo stato già approvato dall’Amministrazione precedente con delibera immediatamente eseguibile, avrebbe dovuto solo essere reso operativo".

"La cosa più soprendente, però, è la motivazione comunicata dall’Amministrazione Comunale sui motivi del ripensamento all'associazione proponente “Un secco no”: “Progetto non autorizzato perché questa Amministrazione aderisce, in coerenza con il programma elettorale, ad un modello di famiglia tradizionale”. Non si comprende come il modello di “famiglia tradizionale”, a cui si rifà la Giunta Zattini, sarebbe messo in discussione da attività volte, citando la delibera del Comune, “a promuovere le competenze professionali degli operatori dei vari servizi pubblici e dell'associazionismo, rispetto alle relazioni e comunicazioni in tema di discriminazioni dovute all'orientamento sessuale”.

"La parità ed il rifiuto di ogni discriminazione sono valori tutelati anche dalla nostra Carta Costituzionale, perciò non possiamo tacere se una Amministrazione Pubblica impedisce attività e progettazioni che sul territorio puntano ad affermare questi valori. Senza contare gli aspetti tecnici e formali di questo recesso che sono tutti da valutare. La gravità di questa scelta, unita alla totale mancanza nel programma della Giunta Zattini di indirizzi politici volti a realizzare la parità di genere, superare le discriminazioni, promuovere la cultura del rispetto delle diversità, conferma il sospetto che si voglia imporre una visione anacronistica e stereotipata della società, della famiglia e della donna, che non ci appartiene e che ci impegnamo a contrastare dentro e fuori dal Consiglio Comunale", conclude Vaccari..

Così il coordinamento di èViva Forlì: "Incredibile che la giunta di Forlì abbia negato il progetto finanziato dalla regione e che si avvaleva della collaborazione di Un Secco No e altre associazioni del territorio per “attività rivolte alla promozione e al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere“ La motivazione è decisamente sconcertante.  Il fatto che “questa giunta aderisca al modello della famiglia tradizionale”, come in particolare gli assessori di fede leghista si sono affrettati a precisare, e sempre che abbiano ben chiaro ciò di cui stanno parlando, non si capisce come e perché dovrebbe giustificare una scelta che finisce per negare la possibilità di costruire strumenti di prevenzione rispetto alle discriminazioni legate al genere e all’orientamento sessuale. Un atto ideologico di gravità inaudita. Una giunta per cui esistono famiglie di serie A e di serie B, cittadini che meritano di essere tutelati e altri che possono essere abbandonati e denigrati perché non rispettano i canoni di purezza del leghismo. Dopo le dichiarazioni al limite di Zattini sull'aborto, la giunta forlivese fa un altro passo verso il ritorno al medioevo. La risposta del Vicesindaco Mezzacapo alle associazioni è inaccettabile e fintamente benaltrista, come se le persone con disabilità non subissero anche loro discriminazioni legate al genere o all'orientamento sessuale e come se le istituzioni non dovessero battersi, in linea coi principi costituzionali, contro ogni tipo di impedimento alla piena e uguale libertà e dignità di tutte e tutti. Ci associamo all’appello di Un Secco No, affinché la Regione che aveva approvato e finanziato il progetto intervenga per porre rimedio a questa inquietante vicend"a.

Infine in una nota parla Potere al Popolo: "Daniele Mezzacapo è anche un avvocato divorzista, segue cause di divorzio ogni giorno e guadagna soldi sugli atti di divorzio e sicuramente se ne intende di famiglie e sa che quella "tradizionale" ormai non esiste più. Al di là delle ideologie, è evidente che si arrampica sui vetri blaterando stupidi slogan per non dire la verità dei fatti. Semplicemente le giunte di centrodestra stanno bloccando i finanziamenti alle associazioni filopiddine: che siano quelle che organizzano viaggi ad Auschwitz o che prevedono programmi di sensibilizzazione alla violenza di genere, a loro non importa, il punto è non finanziare la rete di sostegno al PD. Da un punto di vista prettamente politico sarebbe anche scontato per amministratori di destra, se poi non venisse annunciato in maniera sconclusionata che loro "non" sono propriamente contro l'aborto, nè contro le donne, né contro la libertà di coppia , ma semplicemente sono contro tutto ciò che puzza di sinistra senza poi trovare soluzioni idonee alle problematiche da trattare. Invece bloccano i finanziamenti e poi che fanno? Inciampano su loro stessi, ritrattano ciò che dicono, si contraddicono da soli. E a rimetterci sono sempre i cittadini e cittadine che rimangono con un pugno di mosche a guardare il teatrino politico che come sempre molto dice e nulla fa".

Infine Articolo 1: "La decisione della Giunta comunale di Forli di stralciare dal progetto di contrasto alla violenza di genere e alle discriminazioni  basate sull'orientamento sessuale approvato dalla Regione Emilia  Romagna l'azione concordata dal Comune con le associazioni "Un secco No" e Delfi, è una scelta molto grave e inaccettabile sotto numerosi punti di vista. In primo luogo riteniamo che la motivazione  portata dalla Giunta  per giustificare la sua scelta sia irricevibile.  Cosa c'entra il fatto di aderire ad un modello di famiglia tradizionale (qualsiasi cosa questo significhi) con l'impedire azioni di contrasto alla violenza di genere e alle discriminazioni  basate sull'orientamento sessuale? Il Comune ritiene che non sia suo compito tutelare e proteggere i cittadini che subiscono questi vergognosi  soprusi? La decisione della Giunta avrà come unico esito di far perdere al nostro  territorio risorse già  stanziate dalla Regione per attività di cui vi è necessità, senza dimenticare che è da capire se non vi sia il rischio di far saltare l'insieme di tutte le azioni che costituivano il progetto (alcune già svolte come ad esempio Women's wall) e di far perdere i finanziamenti a tutte le associazioni partner".

"Quanto poi alle dichiarazioni del Vice-Sindaco, stupisce  che un amministratore non sappia che fondi stanziati dalla Regione per un progetto specifico, siano vincolati alla realizzazione  di tale progetto e non possano in alcun modo essere spostati verso altri capitoli di spesa. Grave è anche che Mezzacapo si avventuri in un sorta di distinzione fra problemi di serie A (quelli legati all'handicap) e problemi di serie B (la violenza di genere e la discriminazione legata all'orientamento sessuale) e che bolli come inutile e "spreco di denaro" la straordinaria attività delle associazioni firmatarie del comunicato, che da anni collaborano con il Comune per il bene della città. Chiediamo quindi che il Comune ritiri immediatamente la sua decisione o, in assenza di questo, che la Regione Emilia Romagna chiarisca se il progetto  può essere mutilato di una sua parte fondamentale".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Progetto negato, proteste a sinistra: "La parità delle donne non fa parte dalla famiglia tradizionale?"

ForlìToday è in caricamento