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Cronaca

Meteo, record di pioggia nei primi tre mesi. Ecco le prime proiezioni per l'estate

Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com, fotografa quanto accaduto dal punto di vista meteorologico nel primo trimestre del 2015, condizionato da una serie continua di perturbazioni.

In circa tre mesi è caduta la metà della pioggia che normalmente si ha durante l'intero anno. Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com, fotografa quanto accaduto dal punto di vista meteorologico nel primo trimestre del 2015, condizionato da una serie continua di perturbazioni. L'esperto traccia per RomagnaOggi.it anche una linea di tendenza per l'estate in arrivo, con "maggiori probabilità di un trimestre estivo un pò più caldo rispetto alla norma (ma questa non sarebbe una novità) e leggermente instabile, specie nella prima parte della stagione, sebbene assolutamente non ai livelli dello scorso anno".

Si chiude un trimestre particolarmente piovoso in Romagna. Cosa sentenziano i pluviometri?
Le precipitazioni registrate sulla quasi totalità della regione tra febbraio e marzo sono indubbiamente assai elevate, e rivelano uno dei bimestri più piovosi dal 1950. In particolare il febbraio scorso è risultato il più piovoso dal 1930 a Faenza (253.6 millimetri), Forlì (217.4 millimetri), Cesena (200.6 millimetri), e su diverse aree collinari. Peraltro occorre ricordare che febbraio è climatologicamente un mese alquanto secco su tutta la regione, per cui le abbondanti piogge del 2015 sono a stridente contrasto con quanto indica la climatologia della regione. Marzo, dal canto suo, ha superato la quota di 100 millimetri su buona parte del territorio romagnolo con alcuni picchi superiori a 120 millimetri sull’area faentina, lughese, forlivese e cesenate, i quali rappresentano una piovosità all’incirca doppia rispetto ai valori medi climatologici del trentennio 1971-2000. Se consideriamo le precipitazioni cumulate da inizio anno, su lughese, faentino, forlivese e cesenate (zone di pianura o aree pedecollinari) siamo a valori compresi tra 300 e 400 millimetri con picchi di 410 millimetri circa su faentino, il che indica che in circa tre mesi è già caduta la metà della pioggia che normalmente si ha nell’intero anno, particolarità che non ha molti precedenti dal dopoguerra.

Quali sono le principali cause della serie continua di perturbazioni?
Il motivo principale risiede nel fatto che in questo primo scorcio di 2015 si è avuta pressione a tutte le quote più elevata del normale su Atlantico orientale e su Europa dell’est fino alla Russia; in tal modo le onde depressionarie provenienti dal nord Atlantico sono state quasi “costrette” dai due blocchi di alta pressione ad ovest e ad est a prendere di mira l’area mediterranea, dove hanno infilato una lunga serie di perturbazioni, in particolare tra febbraio e marzo, associate ad aria molto umida ed instabile ma non fredda. Infatti nel periodo considerato sull’area mediterranea e sulla nostra penisola la pressione è stata inferiore alla norma, a conferma dell’elevato numero di perturbazioni transitate.

Ci spieghi questa configurazione...
In particolare la pressione troppo elevata su Europa orientale ha spesso bloccato la naturale evoluzione verso est delle depressioni mediterranee determinando fasi di maltempo sovente prolungate, rese peraltro anche più intense da temperature superficiali marine quasi sempre troppo elevate. La particolare disposizione delle figure bariche sintetizzata in precedenza è probabilmente figlia di una anomalia di circolazione a livello emisferico, e che chiama in causa la cosiddetta “amplificazione artica”: in sintesi la scarsa copertura glaciale dell’oceano Artico a causa delle temperature in aumento, ha determinato un maggior assorbimento di energia solare per un calo dell’effetto albedo, e di riflesso un aumento della temperatura media che, alle alte latitudini, ha raggiunto valori maggiori rispetto al resto del pianeta.

Quali sono le conseguenze di tutto ciò?
Il gradiente di temperatura, e quindi di pressione, tra le latitudini polari e quelle temperate risulta quindi più debole e la corrente a getto polare, ovvero il fiume d’aria ad alta quota che pilota le grandi perturbazioni atlantiche, più ondulata in senso meridiano. Tuttavia quando un’onda atmosferica raggiunge una particolare lunghezza tende a divenire stazionaria, a bloccarsi e quindi a causare situazioni di persistenza. In pratica questa anomalia potrebbe aver favorito le intense ondare di freddo negli Stati Uniti orientali (per il secondo inverno consecutivo); caldo e siccità sugli Stati Uniti occidentali e su est Europa, mentre il Mediterraneo, venendo a trovarsi spesso interessato da onde depressionarie a lenta evoluzione, è stato penalizzato da piogge superiori alla norma ma non da basse temperature a causa della natura marittima delle masse d’aria affluite.

Ora inizia una fase di bel tempo. Ma quanto durerà?
Il fronte freddo transitato tra la mattinata ed il pomeriggio dovrebbe essere l’ultimo di questa lunga serie, e nei prossimi giorni è atteso il ritorno dell’alta pressione e del bel tempo, con temperature in aumento (a parte i valori minimi un pò bassi tra domani e domenica) e poche nubi (velature sparse possibili domenica). Questa farse potrebbe (il condizionale è d’obbligo) reggere per buona parte della prossima settimana, mostrandoci probabilmente il volto più gradevole della primavera. Difficile dire se tali condizioni reggeranno anche in prospettiva pasquale poichè previsioni deterministiche non possono spingersi oltre i 4/5 giorni, ma diciamo che chances che ciò possa accadere ci sono.

C'è chi comincia a chiedersi se sarà un'estate tribolata come quella dello scorso anno. E' possibile già tracciare una tendenza?
I segnali di massima a macroscala che si possono delineare per la prossima estate, ricordando che non si tratta di previsioni ma di semplici scenari i quali sono affetti da uno skill (abilità di previsione) piuttosto basso, specie alle nostre latitudini e sul continente europeo, indicano maggiori probabilità di un trimestre estivo un pò più caldo rispetto alla norma (ma questa non sarebbe una novità) e leggermente instabile, specie nella prima parte della stagione, sebbene assolutamente non ai livelli dello scorso anno. Peraltro l’estate è ancora molto lontana e quindi qualche spunto di valutazione in più lo si potrà avere nei prossimi mesi. In ogni caso, per il poco che vale, sembrerebbe esserci maggiore possibilità di una stagione più “normale” rispetto a quella del 2014.

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