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Cronaca

Nuove tecniche contro l'incontinenza urinaria femminile: chirurgia in video clip

“L’approccio clinico e la diagnostica si basano su principi e tecnologie evolute", spiega Claudio Bertellini, direttore dell'Unità Operativa di Ginecologia ed Ostetricia di Forlì e responsabile scientifico dell’evento

Il Prolasso Pelvico Tricompartimentale è una patologia dell’età adulta del sesso femminile molto frequente, con un’incidenza riferita fino al 40-50% e numerosi sintomi urinari, intestinali e della sfera sessuale possono essere associati a questa patologia. Secondo i dati forniti dalla “Fondazione Italiana sull’Incontinenza“ un milione e mezzo di donne, in Italia, è affetta da incontinenza urinaria (25% delle donne con età compresa tra 30 e 60 anni), mentre il prolasso urogenitale colpisce oltre 5 milioni di donne dai 40 anni in su.

Queste patologie riguardano in particolare donne con una età maggiore di 50 anni. Numeri rilevanti, che aiutano a comprendere l’importanza del convegno e l’aspetto relazionale del problema perché le donne che soffrono di questa patologie si sentono spesso isolate e depresse. Al fine di standardizzare dei criteri condivisi per la diagnosi e la terapia chirurgica delle pazienti affette da questa patologia, è nata la volontà di organizzare questo incontro scientifico a Forlì, il 30 ottobre, nella Sala Pieratelli dell’ospedale Morgagni- Pierantoni.

“L’approccio clinico e la diagnostica si basano su principi e tecnologie evolute - spiega Claudio Bertellini, direttore dell'Unità Operativa di Ginecologia ed Ostetricia di Forlì e responsabile scientifico dell’evento -. La strategia chirurgica è fondata sull’obiettivo di restituire sostegno ai tre compartimenti per via trans vaginale o per via trans-addominale (tradizionale, laparoscopica o robotica), con o senza l’utilizzo di rinforzi protesici. Tutte queste vie presentano rischi e benefici; il corretto inquadramento della patologia e la conoscenza completa delle varie procedure sono fondamentali per la corretta gestione delle pazienti. Non esistono “evidenze” chiare sull’argomento ed il tema rimane, a tutt’oggi, oggetto di controversie nei 3 settori specialistici interessati: Urologico, Ginecologico e Colo-Rettale".

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