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Cronaca

Nel cuore del centro storico due "alcove" del sesso: blitz dei Carabinieri

Il lavoro degli inquirenti è iniziato quando un romeno è stato allontanato brutalmente da un suo connazionale con il quale divideva l'appartamento, poiché inspiegabilmente l'abitazione gli serviva per altri scopi

"L'AFFITTO" - In particolare i militari hanno accertato che il 42enne romeno, dal gennaio 2015, reclutava più donne che indirizzava a Forlì (luogo diverso dalla loro residenza abituale), al fine di permettere loro di prostituirsi. Quindi oltre a collocarle all’interno dei due appartamenti, provvedeva alla fornitura dei servizi, alle relative utenze, ed attraverso la complicità del connazionale, spacciato per proprio figlio, anche di tutta la logistica, compresi i vari spostamenti e sistemazione. Le "lucciole" sborsavano dai 1500 ai 3mila euro per potersi assicurare un posto e giornalmente lasciavano ulteriori somme all'organizzazione, variabili tra i 50 e 250 euro.

LA PROSTITUZIONE - Era poi la stessa organizzazione a procacciare clienti attraverso un apposito sito internet su cui pubblicavano gli annunci, provvedendo poi a rispondere telefonicamente alle relative richieste telefoniche, smistando ed organizzando i vari incontri. Dieci sino ad ora le ragazze identificate, sfruttate dai responsabili. Non si esclude comunque che altre possano aver occupato le stanze degli appartamenti in questione.

L'ESITO - Nei giorni scorsi gli uomini dell'Arma, coordinati dal sostituto procuratore Lucia Spirito, hanno eseguito le misure cautelari firmate dal tribunale. Il 42enne romeno dovrà rispondere anche dell'accusa di  violenza privata nei confronti del connazionale, per averlo costretto ad abbandonare l’appartamento condiviso. Inoltre è stato firmato il divieto di dimora in Forlì al fine di interrompere ogni collegamento con il territorio. Per i restanti tre l’obbligo di presentazione agli uffici della Polizia Giudiziaria al fine di esercitare nei loro confronti un adeguato controllo. I militari hanno inoltre eseguito perquisizioni domiciliari e sequestrato numerosi telefoni, cellulari, computer, carte di credito e bancomat, utilizzati per l’illecita attività nonché documentazione probatoria.

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