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Sanità, "No ai turni di pronta disponibilità": dipendenti dell'Ausl Romagna manifestano insieme ai sindacati

I sindacati chiedono l’attuazione di "veri interventi risolutivi, come l’adeguamento degli organici, la giusta valorizzazione economica di tutti i dipendenti e soprattutto la garanzia di un adeguato recupero psicofisico e una maggiore conciliazione dei tempi di vita-lavoro"

Sindacati e lavoratori in protesta per difendere la sanità pubblica. Martedì mattina Fp Cgil, Cisl Fp, UilFpl e Nursind hanno manifestato insieme a 200 dipendenti in presidio davanti alla sede legale dell’Ausl Romagna a Ravenna, per ribadire la propria contrarietà alla decisione dell’azienda di introdurre pronte disponibilità per far fronte alle assenze improvvise.

"Tale intenzione rappresenta solo la punta di un enorme iceberg nascosto - spiegano i sindacalisti - Non è possibile infatti chiedere sempre ai “soliti noti” di coprire le carenze di organico mettendo la propria vita in subordine alle esigenze organizzative del datore di lavoro. Il risultato è una stanchezza cronica, una sfiducia totale nel sistema, e una effettiva impossibilità di operare al meglio delle proprie possibilità come invece i professionisti richiedono a gran voce".

"Anno dopo anno i segnali sono sempre più chiari: la sanità pubblica è sempre più debole e a pagarne le conseguenze sono i professionisti del settore chiamati a farsi carico sulle proprie spalle dei continui tagli che inevitabilmente ricadono anche sulle prestazioni rese al cittadino - proseguono i sindacalisti Reduci da 3 anni di pandemia al grido di mai più e salviamo i nostri eroi, ecco il ben servito: per far fronte alle assenze improvvise, piuttosto che integrare gli organici si pensa di caricare il personale dipendente di ulteriore disagio e ulteriore lavoro attraverso l’instaurazione delle pronte disponibilità".

I sindacati chiedono quindi alla Direzione Generale dell’Ausl l’attuazione di "veri interventi risolutivi come, ad esempio, l’adeguamento degli organici, la giusta valorizzazione economica di tutti i dipendenti e soprattutto la garanzia di un adeguato recupero psicofisico e una maggiore conciliazione dei tempi di vita-lavoro".

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