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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

La città che non va: il Comune si "rimangia" gli sconti per le rette del nido

Gli asili nido comunali funzionano come dovrebbero? Si parla di queste strutture per l'infanzia nell'iniziativa 'La città che non va'.. Per inviare una tua segnalazione: redazione@romagnaoggi.it

Gli asili nido comunali funzionano come dovrebbero? Si parla di queste strutture per l'infanzia nell'iniziativa 'La città che non va'.. Per inviare una tua segnalazione (non anonimo e possibilmente corredata da materiale fotografico), manda una e-mail a redazione@romagnaoggi.it. Gireremo le segnalazioni alle autorità per una risposta. Contemporaneamente è aperta anche l'iniziativa della 'Forlì che funziona'. In questo caso, serve uno sforzo in più: guardare la città con altri occhi, individuare ciò che piace in particolare e segnalarlo, in quanto si cresce anche coi buoni esempi!

TARIFFE DEGLI ASILI 1

Giuseppe Iezza, via Facebook, protesta per le tariffe: “Ho mandato mia figlia al nido Piccolo Blu al Ronco e nel mese di maggio ha frequentato soltanto 4 giorni. Mi sono stati chiesti 390 euro. Le maestre mi promisero che se avesse frequentato meno di una settimana avrei pagato la metà (200 e circa) invece a sorpresa la retta piena!”

TARIFFE DEGLI ASILI 2

Silvia Cortesi, con una dettagliata segnalazione parla delle problematiche degli asili: “Premetto che entrambi i miei figli hanno usufruito del servizio comunale dell'asilo nido e ho riscontrato diverse problematiche che ho fatto presente sia alle dade che all'ufficio preposto per l'infanzia e l'unica risposta che ho ricevuto, oltre all'arroganza, è la convinzione che il servizio comunale sia il migliore e che sia perfetto. Al giorno d'oggi la flessibilità del servizio, il rapporto qualità prezzo e l'apertura di mentalità penso siano indispensabili e il comune non sa cosa siano queste cose”.

Spiega la segnalazione: “La mia collega, nel mese di maggio, sotto consiglio delle dade dell'asilo ha mandato la bambina solo 5 giorni all'asilo in quanto lei è straniera e avendo le ferie a maggio è andata a trovare i propri cari per circa 2 settimane e 1/2 e gli altri giorni, con uno sforzo non indifferente ha tenuto la bambina a casa per poter usufruire dello sconto che si fa a quelle famiglie che in un mese mandano il bambino solo 5 giorni. Lo sconto prevede il pagamento della retta al 30% e tutto ciò le è stato spiegato dalle dade della bambina. Ieri ha ricevuto a casa il bollettino per il pagamento della retta e naturalmente si è trovata la retta intera. Ha chiamato per spiegazioni l'ufficio preposto che le ha fatto presente che nei mesi di maggio e giugno lo sconto non viene applicato, come mai solo questi due mesi e non dicembre e giugno che ci sono le vacanze?”

“Posso capire le diverse problematiche che il comune può avere, soprattutto nel mese di giugno, quando magari in molti non mandano i figli e chiedono la riduzione e naturalmente il comune si troverebbe in difficoltà. Però allo stesso tempo mi chiedo perché il comune non è mentalmente aperto a nuove alternative meno costose che offrono un servizio più flessibile come le “tagesmutter” come avviene nel comune di Parma e che gli sono già state proposte da alcune cooperative del territorio, ma quello che hanno ricevuto è solo una rigidità degna del medioevo. Se il comune non inizia a offrire alle famiglie i servizi di cui hanno bisogno e non quelli che il comune reputa giusti penso che non si andrà molto avanti. Siamo nel 2013, c’è crisi e penso che sia arrivato il momento per tutti di mettersi in discussione e di provare a fare il meglio per le esigenze dei cittadini diversificando le risposte, iniziando ad essere flessibili e aperti a nuove proposte, prendendo esempio da altri paesi, come la Norvegia”.

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