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Cronaca

Provincia Unica, Balzani: "L'ancien regime farà resistenza"

"mmagino che una parte del ceto politico faticherà ad adattarsi a questa trasformazione, appartenendo all’ancien régime del “partito trasversale della spesa pubblica”

Con l'uscita dei criteri minimi di sussistenza della Province, per la Romagna si avvicina l'ora della fusione tra le province. I criteri sono due: almeno 350mila abitanti e una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati. Questi sono i criteri minimi fissati dal Consiglio dei ministri di venerdì.

Un commento arriva a caldo dal sindaco di Forlì Roberto Balzani, via facebook. Balzani è sostenitore storico della fusione delle province romagnole: “I criteri per l’accorpamento delle province approvati oggi, 20 luglio, dal Consiglio dei Ministri – almeno 350.000 abitanti e 2.500 kmq di superficie – rendono inevitabile la fusione delle tre province romagnole: da sola, nessuna di esse ha i requisiti per poter resistere agli effetti del riordino. Si realizza così, nella concretezza, un’ipotesi che prima con il prof. Capano, poi con l’on. Mazzuca sostengo da anni: quella della creazione di un luogo di governo delle politiche di area vasta, fino ad oggi considerato impossibile a causa della natura ineluttabilmente municipale dei romagnoli”.

E ancora Balzani: “Ragioni di efficienza, risparmio di tempo e di denaro, linearità nella progettazione strategica, militavano e militano a favore di una simile opzione, che ora, sulla spinta di una crisi economico-finanziaria gravissima, appare come l’unica percorribile. Certo, c’è molto da fare: occorre incrementare la conoscenza reciproca fra territori, occorre sviluppare letture territoriali “comunitarie”, occorre passare da una cultura regionalista – assai diffusa ed apprezzata - a comportamenti lealmente cooperativi fra città. Immagino che una parte del ceto politico faticherà ad adattarsi a questa trasformazione, appartenendo all’ancien régime del “partito trasversale della spesa pubblica”; ma anche le classi dirigenti locali non scherzano, in fatto di egoismi municipali. I cittadini, però, ci credono: essi non hanno alcun interesse particolare ad ostacolare la grande provincia unica, e sono pronti anzi a vivere lo spazio romagnolo come un’area metropolitana diffusa, una realtà urbana unica, intersecata da paesaggi ancora bellissimi. Si pare una fase costruttiva, anche in virtù di un governo che ha saputo tradurre in atti coraggiosamente una riforma dell’amministrazione locale a parole sostenuta da tutti i partiti, che può ridare un senso alla vita collettiva, aiutandoci ad immaginare e a realizzare un pezzo di futuro . In questa calda estate del 2012, non è una cosa da poco”.

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