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Cronaca

Il Report della Caritas parla chiaro: "La crisi persiste e la povertà si normalizza"

"Purtroppo - comunica Elena Galeazzi - emerge un quadro delle povertà in via di consolidamento"

La crisi persiste e la povertà si normalizza. Curato da Elena Galeazzi dell’Osservatorio povertà e risorse della Caritas Diocesana di Forlì-Bertinoro, in collaborazione con diversi uffici diocesani, il Report Povertà e Risorse 2016, intitolato “Misericordiando. Verso una comunità che si prende cura”, è la cartina di tornasole di una crisi che non accenna a rientrare. Non a caso, anche nel contesto monitorato dalla macchina caritativa coordinata da Sauro Bandi, la povertà si cronicizza. Cala il numero degli assistiti, ma crescono i passaggi presso i 30 Centri di ascolto operanti sul territorio diocesano.

POVERTA' IN VIA DI CONSOLIDAMENTO - "Purtroppo - comunica Elena Galeazzi - emerge un quadro delle povertà in via di consolidamento: accanto al disagio di coloro che in modo persistente (o nei casi più gravi, cronico) sperimentano difficoltà legate alla mancanza di reddito e/o di lavoro, vanno sommandosi le situazioni più estreme vissute da chi, costretto a fuggire dal proprio Paese a causa di guerre, conflitti o povertà estrema, arriva nel nostro territorio in cerca di protezione”. In totale, nel 2016 hanno beneficiato dei servizi erogati dal Buon Pastore e dai 29 Cda parrocchiali sparsi sul territorio di Forlì-Bertinoro, 7.444 utenti (7.684 nel 2014), per un totale di 3.488 persone fisiche.

LE RICHIESTE - “E’ un fenomeno -continua Elena - che la dice lunga sulla maggiore severità dei problemi incontrati dagli assistiti. Ciò evidenzia che coloro che sono stati accompagnati dai servizi Caritas nel 2016, hanno manifestato la necessità di essere ripetutamente incontrati con prese in carico di lungo periodo”. In definitiva si allarga la quantità e la gamma delle richieste degli assistiti: a fronte di una diminuzione delle prese in carico è, infatti, in aumento il numero dei passaggi (+14,8%) e nello specifico di tutti i servizi legati alla prima accoglienza (accoglienza diurna, centro diurno, dormitori, docce, colazioni, mensa), all’ascolto, alle accoglienze residenziali (seconda accoglienza e accoglienze sul territorio) e all’erogazione di interventi di sostegno al reddito (contributi economici, prestiti, Fondo di solidarietà, Microcredito, tirocini).

I NUOVI POVERI - Anche a Forlì emergono i tratti salienti dei nuovi poveri del Bel Paese: le famiglie con figli a carico. “Potrà sembrare strano – dichiara il coordinatore del Cda diocesano Marcello Copertino - ma il calo del numero di famiglie accudite dal sistema Caritas (1.759 rispetto alle 1865 dell’anno precedente) non è positivo: significa da un lato che proseguono le ripartenze verso i paesi d’origine o altri paesi europei, ma anche che il posto degli immigrati per motivi di lavoro è preso dai profughi e dai migranti forzati (in fuga da guerre o da condizioni di vita emergenziali), che sono in continuo aumento”.

"NORMALIZZAZIONE" - L’altro aspetto allarmante è la percentuale degli utenti italiani, 36% del totale, che nel corso del 2016 hanno bussato alla porta Caritas. E’ un dato simile a quello del 2015, ma distante anni luce dal 2012, quando l’utenza italiana della Caritas era ferma al 25%. Il processo di “normalizzazione” della povertà evidenzia anche che, dei 2.587 utenti censiti nel 2016 con la piattaforma Ospoweb, il 43% risultano essere coniugati, così come il 41% vive in nucleo con coniuge e figli, mentre i separati/divorziati sono il 13% e i mono genitori rappresentano solo l’11%.

REDDITI - Altro tratto rilevante dell’utenza Caritas è la disoccupazione, che riguarda il 58% del totale, con la conseguente assenza (52%) o bassa disponibilità di reddito (26%).  “I redditi famigliari della quasi totalità della nostra utenza (78%) - conclude Copertino - non passano i 1.000 euro”. Per la Diocesi di Forlì-Bertinoro, il 2016 è stato anche l’anno del progetto giubilare “Misericordiando”. Non è altro - dichiara Tania Lega, operatrice Caritas e referente Profughi - che la traduzione del piano di accoglienza elaborato sulla base del vademecum 2015 della Conferenza Episcopale Italiana”.

PROFUGHI - L’obiettivo è quello di migliorare la capacità di accoglienza del nostro territorio, con particolare riguardo a profughi e migranti (“Protetto, rifugiato a casa mia”), persone con problemi di giustizia (“Ne Vale la pena”) e famiglie fragili (“Tessere di comunità”). Nell’anno 2016 a Forlì-Bertinoro sono stati attivati 18 percorsi, di cui 6 famiglie fragili (2 accoglienze in famiglia, 3 presso appartamenti messi a disposizione di Caritas, 1 in alloggio comunale) e 12 rifugiati (6 accoglienze in famiglia, 1 in istituto, 3 in appartamento, 2 in canonica), mentre sono in fase di valutazione tre percorsi per carcerati in misura alternativa alla detenzione. 

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