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Cronaca

Entro l’inverno partirà il restauro delle coperture del Carmine

"E’ dal 2001 - dichiara l'architetto Roberto Pistolesi - che esiste un problema legato alla copertura del monumento"

Inizieranno entro l’inverno i lavori di consolidamento delle coperture della chiesa del Carmine di Forlì, sulla base del progetto redatto dall’architetto Roberto Pistolesi. "E’ dal 2001 - dichiara il professionista - che esiste un problema legato alla copertura del monumento: quell’anno è stato lanciato un poderoso s.o.s. in merito al grave stato di degrado delle strutture lignee che sostengono il tetto”. Tutto deriva dalle pesanti infiltrazioni riscontrate nella falda di copertura della navata principale: “Mancando di appropriata impermeabilizzazione - spiega Pistolesi - la sommità di queste strutture è in balia delle acque meteoriche che s’insinuano naturalmente. Occorre agire con urgenza, anche per evitare ulteriori danni agli spettacolari apparati pittorico-decorativi presenti nella volta e nelle superfici parietali dell’aula, nonché nella copertura della terza cappella laterale destra”.

Il santuario forlivese dedicato alla Beata Vergine del Carmelo risale al 1347 ed è il più antico luogo di culto carmelitano di Romagna e Marche. A quell’anno risale anche l’arrivo dei frati carmelitani a Forlì: tal Peppo di Orebono, anche a nome della moglie Caterina, aveva fatto dono ai Carmelitani di un terreno con casa “in vinea abbatis”, la vigna dell’abate di San Mercuriale. Il nucleo originario di 12 frati elesse come primo superiore il bolognese fra Cambio. Del primitivo edificio resta il campanile, che sorge sul fianco sinistro della chiesa e che si presenta ancora nella sua forma originaria, ad eccezione dell’alta cuspide conica ripresa in epoca successiva. Secondo le Cronache forlivesi del Novacula, la sua costruzione fu iniziata il 15 ottobre 1498. La chiesa è stata invece rifatta radicalmente nel 1735 su disegno di fra Giuseppe Merenda.

L’edificio presenta una sola navata, di 32 per 12 metri, con cinque cappelle per lato, divise da lesene con capitelli in stile composito che sostengono una trabeazione lungo tutto il perimetro. Soltanto otto cappelle contengono gli altari, le altre due, che si aprono presso l’altare maggiore, servono a consentire l’accesso alla sagrestia (cappella di sinistra) e all’ingresso laterale della chiesa (cappella di destra). Se rimane assolutamente immutata nel tempo la devozione per l’effigie della Madonna, collocata al suo interno nel 1482, la chiesa, nella sua veste attuale non consente più di riconoscere gli elementi architettonici caratteristici della costruzione quattrocentesca, che doveva essere di modeste dimensioni e che rovinò nel XVIII secolo. Il Carmine è patrimonio di tutti i forlivesi e va salvaguardato senza indugio. Per mettere in sicurezza le coperture, intervenendo sulle parti ammalorate, occorre almeno un milione di euro.

E’ una somma importante, che la Diocesi di Forlì-Bertinoro cercherà di acquisire tramite l’8xmille alla chiesa cattolica e altre forme di finanziamento, fra cui le fondazioni bancarie e i privati. L’intervento complessivo riguarda oltre 1.190 metri quadrati di coperture e circa 2.180 metri quadrati di superfici per le facciate esterne. “La prima cosa da fare – riprende l’architetto Pistolesi – è inserire un tavolato sotto le travi debilitate. E’ un intervento del costo di 50.000 euro finanziati dalla Diocesi proprietaria della chiesa (ai Carmelitani, che hanno lasciato definitivamente Forlì nel settembre scorso, è rimasto il convento) che consentirà di evitare cadute di materiale e ulteriori infiltrazioni e dovrà essere compiuto entro l’inverno”. Il progetto di restauro della copertura della chiesa del Carmine, ha già ottenuto il parere favorevole della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Ravenna nel mese di ottobre dell’anno 2015. 

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