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Cronaca

Rianimazione cardio-polmonare, i numeri della sanità forlivese

Grazie all'impegno del Centro di formazione Irc, in staff alla Direzione infermieristica dell'Ausl di Forlì, la quasi totalità del personale infermieristico e tecnico dell'ospedale "Morgagni-Pierantoni" di Forlì

Grazie all’impegno del Centro di formazione Irc (Italia resuscitation council), in staff alla Direzione infermieristica dell’Ausl di Forlì, la quasi totalità del personale infermieristico e tecnico dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì è abilitata alla pratica della rianimazione cardio-polmonare e all’uso del defibrillatore semi-automatico, a ulteriore garanzia della sicurezza del cittadino. E’ dal 2001 che i 24 istruttori, quasi tutti appartenenti al Dipartimento dell’Emergenza e rappresentativi delle diverse professionalità coinvolte nelle operazioni di soccorso (infermieri, autisti soccorritori, medici), sono impegnati in questa fondamentale attività: un intervento immediato e tempestivo, infatti, può salvare la vita di chi incorre in un arresto cardiorespiratorio.

Nel primo semestre di quest’anno, sono già stati organizzati 7 corsi BLSDb esecutore (Basic life support defibrillation, ovvero sostegno delle funzioni vitali e defibrillazione precoce) e 23 BLSDb retraining (da rifrequentare ogni 12-18 mesi per rinnovare l’abilitazione), formando complessivamente 476 operatori, fra cui 348 infermieri, 63 medici, 15 autisti soccorritori, 27 tecnici di radiologia, 5 Oss, 2 barellieri e 16 fisioterapisti. In generale, il volume di lavoro del centro, a partire dal 2008, presenta un costante incremento: da 30 corsi si è passati ai 40 del 2009, sino ai 43 dello scorso anno, mentre i discenti sono stati rispettivamente 449, 804 e 839, soprattutto infermieri (1.612 nei tre anni) e medici (273 nei tre anni).

«Gli infermieri – sottolinea la dottoressa Silvia Mambelli, direttore del Servizio Infermieristico e Tecnico dell’Ausl di Forlì – devono considerare la rianimazione cardiopolmonare e la defibrillazione competenze intrinseche alla propria professionalità». A essere coinvolti sono stati in prima battuta quelli appartenenti al Dipartimento dell’Emergenza, con percorsi di formazione comuni in ambito di Area Vasta, poi gli infermieri del Dipartimento Toracico, infine tutto il personale dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni”.

D’altronde, una corretta pratica della rianimazione cardio-polmonare, eseguita direttamente sul posto, triplica le possibilità di sopravvivere in caso di arresto cardio respiratorio, mentre ogni minuto che trascorre in attesa di tali manovre riduce del 10% le chances di successo della defibrillazione.
 

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