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Cronaca

Rifiuti da Ravenna a Forlì, gli ambientalisti: "Hera gonfia i dati sulla sua differenziata"

La raccolta differenziata di Hera? E' peggiore di quella targata Alea, ed è un altro motivo per cui i rifiuti ravennati, secondo gli ambientalisti forlivesi, non possono approdare a Forlì

La raccolta differenziata di Hera? E' peggiore di quella targata Alea, ed è un altro motivo per cui i rifiuti ravennati, secondo gli ambientalisti forlivesi, non possono approdare all'inceneritore di Hera di Forlì, quando sarà spento il vecchio impianto ravennate.  E' quanto sostengono gli ambientalisti, riuniti nel Tavolo delle associazioni ambientaliste forlivesi (Taaf), coordinato da Alberto Conti del Wwf: “Hera fornisce solo i  dati  della percentuale  di raccolta differenziata e non quelli dei rifiuti procapite a smaltimento, il vero parametro che misura il livello dello spreco di risorse e la possibile riduzione dell’ incenerimento. Se, come  fa  Hera, alte percentuali di raccolta differenziata vengono artificiosamente accreditate  come vere, senza riduzione all’origine dei   rifiuti prodotti, ed  inoltre spostando, a differenza di ciò che fa Alea, rifiuti speciali nel computo dei  rifiuti urbani e calcolando nella raccolta differenziata ingombranti e spazzamento direttamente inviati all’inceneritore, quest’ultima presenta risultati migliori del reale e lo spreco e l’ incenerimento non diminuiscono”.

Dice Conti: “Nel 2017, ultimo anno di gestione di HERA nell’intera provincia di Forlì-Cesena, i rifiuti speciali trasferiti indebitamente  negli urbani sono stati circa 27 mila tonnellate e i rifiuti  speciali inviati a smaltimento 21 mila tonnellate. Questi rifiuti rappresentavano indebitamente  una quota rilevante della raccolta differenziata dichiarata da Hera. I dati analitici che abbiamo a disposizione parlano chiaro: fra rifiuto indifferenziato e rifiuti  inviati a smaltimento, inclusi  ingombranti e spazzamento, Ravenna e Cesena assieme sono attorno ai 350 kg per abitante, mentre per Forlì nel 2019 il dato è di  circa 120 kg a testa, nonostante nei primi mesi di quest’anno gran parte del territorio fosse ancora a raccolta stradale. La tendenza per il 2020  prefigura  un dato  addirittura nettamente sotto  i 100 kg ad abitante. Se questo si realizzerà Forlì nel 2020  potrà vantare  il primato europeo di miglior Comune per minor spreco di risorse assieme a  Lubiana e Trento. La raccolta di Hera quindi spreca ed incenerisce quasi 3 volte risorse in più rispetto alla raccolta di  Alea. Hera inoltre  continuerà ad incenerire intensamente  se adotterà, come preannunciato, il metodo di raccolta a  “calotta”, con i cosiddetti “cassonetti stradali intelligenti”: oltre al rilevante costo di investimento che si rifletterebbe sulle tariffe, questi cassonetti, in tutte le situazioni in cui sono stati utilizzati, hanno mostrato che in essi rimane una rilevante quantità di rifiuti da smaltire in discarica o con incenerimento rispetto alla raccolta  porta a porta, ed  una bassa qualità delle frazioni differenziate raccolte, che risultano meno commerciabili quali  materie  riciclabili”. 

“E’ quindi giustificato che  venga riconosciuto pubblicamente lo sforzo fatto dall’Amministrazione  e dai cittadini di Forlì e del Comprensorio forlivese  e il valore  dei risultati ottenuti, e che sia resa nota   l’intenzione di attivare come necessarie  ulteriori iniziative di riciclo che valorizzino il nuovo tipo  di  raccolta”, conclude la nota. Il Taaf spiega che avrà  a breve un incontro già programmato con  l’Assessore  all’Ambiente della Regione Emilia-Romagna  e chiederà un incontro con  l’Assessore con delega all’Ambiente della Giunta di Forlì, in cui proporrà di allargare a tutta la Regione, a partire dall’ area vasta romagnola  (Ravenna , Rimini , Cesena, Forlì), il metodo  di raccolta di Alea (premiata a Roma nei giorni scorsi da Legambiente  per aver raggiunto, fra gli altri, i  risultati di Differenziata pari all’ 80%, secco totale -72% , a fine anno 2019 meno di 20000 tonnellate di secco da portare ad incenerimento); di attivare programmi per incrementare le filiere del riciclo per tutte le frazioni compresa quelle che finora sono considerate frazioni non riciclabili come i prodotti assorbenti per l’igiene, nonché la selezione del rifiuto secco residuo per ridurre i rifiuti da smaltire; di aggiornare il Piano Regionale Rifiuti stabilendo, assieme alla chiusura  degli inceneritori più vecchi, un percorso in cui possano essere  premiati con analoghe chiusure di inceneritori i  territori più virtuosi per minor rifiuto secco urbano da inviare all’incenerimento.

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